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Ex Ilva, Urso: “ArcelorMittal non vuole investire”. Sindacati: “Stufi dei capricci della multinazionale”

Alla vigilia dell’incontro tra governo e sindacati sull’ex Ilva di Taranto – un tavolo da cui le parti social dicono di aspettarsi soluzioni definitive – il ministro delle Imprese mette in chiaro che ArcelorMittal non ha alcuna intenzione di investire nello stabilimento.
A cura di Annalisa Girardi
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ArcelorMittal non ha alcuna intenzione di investire nell'ex Ilva. Lo dice il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, alla vigilia dell'incontro con i sindacati per fare il punto sulle acciaierie di Taranto. "L'investitore straniero che guida l'azienda e che ha la maggioranza delle azioni, non intende mettere risorse nell'azienda", ha detto il ministro parlando con i giornalisti. Per poi aggiungere: "È quindi chiaro che se colui che guida l'azienda, colui che ha la maggioranza azionaria e che dovrebbe essere il partner industriale di un socio pubblico, un socio finanziario minoritario che è Invitalia, non intende investire sull'impresa, io credo che sia giusto che il Paese si riappropri di quello che è il frutto del lavoro, del sacrificio di intere generazioni". 

Qualche settimana fa l'amministratore delegato di ArcelorMittal aveva scritto una lettera a Giorgia Meloni in cui precisava che il gruppo fosse disposto a restare come partner di minoranza fintato che il governo non avesse preso una decisione permanente sul futuro dello stabilimento pugliese. Una posizione definitiva, però, non c'è ancora. Domani pomeriggio, intanto, il governo incontrerà i sindacati, che hanno già fatto di aspettarsi da questo vertice "soluzioni definitive da varare e attuare già da martedì e non ulteriori analisi, rinvii o nuovi approfondimenti". 

In una nota il segretario generale FIM CISL Roberto Benaglia e il segretario nazionale FIM CISL Valerio D'Alò hanno scritto: "Dall'ultimo incontro avuto oramai un mese fa con il governo, la situazione è ulteriormente degenerata e dobbiamo assolutamente fare ogni sforzo per salvare dalla fine definitiva il siderurgico di Taranto e di tutto il gruppo. Queste settimane hanno visto il governo cercare ulteriori soluzioni, ma il confronto ulteriore con Mittal non ha aiutato la situazione. Per noi è finito il tempo dei capricci di una multinazionale che non vuole mettere soldi ed è finito il tempo delle alternative, c'è solo da garantire il rilancio dell'azienda e soprattutto, di salvare la continuità produttiva e l'occupazione che per noi sono fondamentali".

Le parti sociali hanno poi concluso sottolineando che questa continua incertezza non sta causando una situazione difficile solo tra i lavoratori, ma anche tra tutte le aziende dell'indotto. E infine: "Se la soluzione dovesse essere quella dell'amministrazione straordinaria che riteniamo sicuramente critica e difficile – se dovesse essere l'unica praticabile – siamo pronti a fare la nostra parte e mettere in campo tutte le condizioni necessarie perché da questa soluzione, sia Taranto che tutti i siti del gruppo possano ripartire".

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