Europei 2032, Zaratti (Avs): “Con Commissario per gli stadi, rischio di maxi speculazioni e regali ai privati”

La Camera ha approvato il decreto sport, dove è inserita tra l'altro la norma per istituire un commissario straordinario per le opere da realizzare in vista degli Europei 2032 di calcio, che l'Italia ospiterà insieme alla Turchia.
Onorevole Filiberto Zaratti di Alleanza Verdi e Sinistra, voi avete avuto un atteggiamento molto critico verso la scelta del governo di usare procedure straordinarie per gli stadi di Euro 2032, perché?
Gli Europei sono fra sette anni e noi pensiamo che in sette anni gli stadi si possono costruire o comunque certamente ristrutturare, utilizzando le procedure ordinarie. Attraverso l'uso del commissario invece si possono bypassare tutte le procedure di tutela ambientale. E siamo molto preoccupati anche per la trasparenza degli appalti. Vorrei ricordare che tutte le volte che si sono nominati commissari per realizzare questi grandi eventi, abbiamo assistito poi, a successivi scandali sull'utilizzo dei fondi.
Cosa avete chiesto nel corso della discussione parlamentare sul testo?
Abbiamo invocato maggiore trasparenza: da questo punto di vista, siamo soddisfatti che il nostro ordine del giorno che chiede una collaborazione costante e continua con l'Autorità anticorruzione, sia stato accolto. Rimaniamo però convinti che gli stadi dovrebbero essere ristrutturati secondo le modalità ordinarie
Quali stadi potrebbero interessare queste norme in deroga?
Noi sappiamo già che gli stadi utilizzati probabilmente saranno quelli delle maggiori città. Ci saranno lo stadio di Torino, Milano, Roma, Napoli e probabilmente Firenze. Queste saranno le città interessate. Peraltro di queste cinque città, una ha già uno stadio privato – quello della Juventus – che comunque è in regola rispetto agli standard richiesti dall'Uefa. La verità è che attraverso questo escamotage si vuole ristrutturare o costruire – al di là delle norme di tutela ambientale, delle tutele paesaggistiche e di tutti gli altri strumenti necessari a garantire trasparenza – un numero imprecisato di stadi.
Perché?
Perché il commissario e i subcommissari non saranno competenti unicamente per i cinque stadi che saranno effettivamente utilizzati per l'Europeo . Ma potranno operare anche su tutti gli impianti che potenzialmente potrebbero chiedere la partecipazione alla competizione: tra questi rientrano anche quelli che saranno usati come campi di allenamento. Quindi abbiamo un intervento su almeno 14 stadi di città interessate da questo punto di vista.
Quali altri punti critici avete sollevato?
I soldi pubblici dovrebbero essere utilizzati soltanto per gli stadi pubblici, perché sono soldi dei cittadini . Inoltre, dopo che questi interventi saranno realizzati le strutture dovrebbero rimanere di pubblica proprietà. Questo è un altro degli emendamenti che noi abbiamo presentato e che il Governo ci ha bocciato. La preoccupazione è che con i soldi dei cittadini e delle cittadine ristrutturiamo gli stadi e poi li cediamo a qualche società privata o a qualche multinazionale proprietaria della squadra di calcio locale
Invece il vostro emendamento in questo senso cosa chiedeva?
Che gli impianti realizzati con l'intervento pubblico fossero inalienabili, quantomeno fino a Europei conclusi. Temiamo una grande speculazione temiamo una grande devastazione del territorio, temiamo anche che le popolazioni locali non siano coinvolte. Con i poteri commissariali si bypassa tutto.
C'è una stima che si può fare dei costi di quest'operazione?
Già alcune centinaia di milioni sono state stanziate nel decreto, ma certamente poi è previsto che questi fondi saranno incrementati, anche attraverso la possibilità per gli enti locali di partecipare a questa operazione. Parliamo comunque di interessi molto significativi, è un affare di qualche miliardo di euro e come tale io penso che meriterebbe un'attenzione particolare. Utilizzare la scusa degli europei del 2032 per dire che è necessario mettere in atto delle procedure di emergenza non ha senso. Possibile nominare un commissario per qualunque cosa che noi programmiamo anche con sette, otto, dieci anni di anticipo, non garantendo a nulla e a nessuno le procedure normali? Come se il problema vero in questo Paese non fossero i grandi scandali che ci sono stati in passato sulle grandi opere, ma al contrario il fatto di applicare le leggi che tutelano l'ambiente e i diritti.
Però gli appassionati di calcio sentono parlare da vent'anni di stadi da rifare in Italia senza che si sia concluso quasi nulla. Potrebbero pensare che può valere la pena anche eliminare i controlli e le procedure se è necessario ad accelerare i tempi e realizzare davvero qualcosa. Come li convincerebbe del contrario?
Allora intanto anch'io sono un appassionato di calcio, quindi anche a me piacerebbe il fatto che ci potessero essere in Italia degli stadi confortevoli, dove è possibile andare anche con le famiglie, quindi sono assolutamente d'accordo. Ma bisogna capire che il problema non è legato alle procedure, questa è una grande finzione. Quando da noi un imprenditore del calcio vuole realizzare uno stadio, dice che al contempo vuole realizzare un milione di metri cubi di abitazioni, perché altrimenti l'intervento non è sostenibile dal punto di vista economico. Gli stadi in tutto il mondo invece si fanno, senza che la costruzione dello stadio comporti la costruzione di un quartiere o di una piccola città vicino. Ecco quello che ha fermato gli investimenti produttivi e utili per lo sport non sono le procedure, ma è la volontà speculativa di chi già guadagna tanto e vuole guadagnare sempre di più sulle spalle degli interessi collettivi