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Elezioni europee 2024

Europee, Bandecchi: “La destra mi censura, io sono più pericoloso di Berlusconi perché non perdono”

In un’intervista a Fanpage.it, il sindaco di Terni Stefano Bandecchi – candidato alle europee con Alternativa popolare, di cui è segretario – ha spiegato perché pensa che i partiti di centrodestra lo abbiano censurato finora, perché andrebbe in Europa se fosse eletto, e perché lui rispetto a Silvio Berlusconi (un altro politico imprenditore) è “molto più pericoloso”.
A cura di Luca Pons
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Stefano Bandecchi, imprenditore e sindaco di Terni, alle elezioni europee sarà candidato con Alternativa popolare, il partito di cui è segretario. A Fanpage.it ha lamentato la "censura" subita nei sondaggi fino a oggi, su pressioni – ha detto – dei partiti del centrodestra: "Solo loro avevano l'interesse a non averci tra le scatole". Ora l'obiettivo è superare la soglia di sbarramento del 4% e arrivare al Parlamento europeo. Se venisse eletto, Bandecchi lascerebbe l'incarico di sindaco perché "chi sta in Europa conta di più" anche rispetto ai parlamentari nazionali. E, se dovesse arrivare a Strasburgo, l'imprenditore potrebbe abbandonare anche i suoi modi notoriamente aggressivi: "Il politico Bandecchi è un uomo molto pacato e tranquillo".

Le liste di Alternativa popolare ci saranno in tutte le circoscrizioni, mentre per alcuni giorni era sembrato che i tribunali vi avrebbero bloccati. Siete soddisfatti?

No, siamo allibiti dal fatto che l'Italia abbia legiferato il 24 marzo [convertendo in legge il decreto Elezioni, ndr] creando un dubbio che non doveva assolutamente esistere, cioè che il Partito Popolare Europeo in Italia non potesse partecipare alle elezioni come gruppo europeo. Questa è una cosa gravissima. Alternativa Popolare si è presentata alle elezioni portata in limousine dal Partito Popolare Europeo, e lo rappresentiamo alle urne. Io sono l'unico che conosceva le leggi, sono tre mesi che i giornalisti scrivono che Bandecchi è l'unico imbecille che non vuole raccogliere le firme e sarà l'unico che non andrà alle elezioni. Come giornalisti, mi avete fatto prendere in giro da tutto il mondo.

Con il decreto Elezioni si era creata confusione per i partiti che non sono presenti  in Parlamento, che poi le sentenze hanno chiarito.

A dimostrazione che l'Italia è totalmente fuori dalla mentalità europea. E questo fa vedere per l'ennesima volta come mai noi non siamo ben integrati in Europa, come mai i nostri onorevoli europei contano molto poco, e come mai continuiamo a lamentarci di scelte fatte da altri: perché nemmeno a livello governativo conosciamo le regole europee. La Cassazione ha scritto che se mai il governo italiano avesse voluto cambiare le leggi è stato inopportuno a farlo il 24 marzo, perché l'Europa ha detto che vanno cambiate almeno un anno prima. Il governo si è incartato anche sulla raccolta delle firme. Per me è stata una grande rivincita che però, devo dire, mi hanno fatto pagare.

Parla della "censura" nei confronti di Alternativa popolare, che ha lamentato nelle ultime settimane?

A lei sembra normale che oggi i giornali si rendano conto miracolosamente che c'è un altro partito che sta all'1% e che prima apparentemente non esisteva? L'1% sarebbero 500mila italiani se votassero tutti, o 250mila se vota la metà. Ne esce una delle città più grosse d'Italia. Peraltro siamo tra gli undici partiti che sono presenti con una lista in tutte le circoscrizioni. Come hanno fatto i sondaggisti a non accorgersi che la gente gli diceva che c'era Alternativa popolare? Mi sembra strano che abbiano potuto ignorarci così, e ancora più strano che siamo passati improvvisamente dallo zero all'1%. Me ne fotto della percentuale, tanto saranno gli elettori a decidere, ma non penserà mica che in una notte abbia trovato 250mila persone che vorrebbero votare per noi?

Pensa che i sondaggi la escludessero volontariamente?

Informalmente, in molti mi hanno detto che gli era stato consigliato di non citarci. Gli stessi sondaggisti che facevano i sondaggi a noi li fanno per le televisioni e per tanti altri: se a me danno un sondaggio che dice "Stefano Bandecchi vale il 4%", e poi nei sondaggi nazionali scrivono solo "Altri partiti", qualcosa non torna.

Chi chiedeva ai sondaggisti di non citarvi?

Lo dico molto chiaramente: sono sicuramente pressioni politiche del centrodestra, da Forza Italia, Fratelli d'Italia e la Lega, in ordine. Solo loro avevano l'interesse a non averci tra le scatole.

I sondaggi, che siano attendibili o meno, al momento vi danno piuttosto lontani dal 4%. L'obiettivo alle europee quale sarà?

No no, l'obiettivo è il 4%. Se in una notte siamo riusciti ad arrivare all'uno… Se ci avessero sondato per due mesi, saremmo già stati al 4%. Siccome hanno cominciato a sondarci ora noi siamo all'1%, ma in entro il voto arriveremo al quattro.

Lei è candidato in tutte le circoscrizioni, se superaste la soglia di sbarramento poi andrà in Europa?

Per forza, e non riesco a capire come mai i nostri grandi leader non lo faranno. Faccio un esempio: la manovra fiscale con il bilancio dello Stato, da fare ogni anno, prima di essere approvata deve essere accettata dalla Commissione europea. Secondo lei, conta più la Meloni o una qualunque persona imbecille che sia in Europa? È naturale che chi sta in Europa conta di più. E allora perché agli italiani che l'Europa conta più dell'Italia? Oggi l'Italia è per l'Ue come una Regione per lo Stato.

Cosa pensa dei leader che si sono candidati dicendo che comunque non andranno al Parlamento europeo?

Penso che i leader italiani sono poco intelligenti, se no non avrebbero fatto una dichiarazione così demenziale. Quando i leader italiani dicono che non vanno in Europa vuol dire che non hanno capito un cazzo di che cos'è l'Europa. Anche per questo abbiamo un brutto rapporto con l'Unione europea: perché i nostri leader migliori non hanno il coraggio di andare a confrontarsi con i migliori leader europei, tedeschi, francesi, spagnoli, olandesi, portoghesi…

Circolano spesso le immagini dei suoi interventi molto aggressivi in Consiglio comunale, a Terni, e delle sue uscite controverse. Anche a Strasburgo manterrebbe gli stessi toni accesi?

Io non ho toni accesi, io faccio impresa, ho un patrimonio da tre miliardi, pago tanti stipendi e sono uno dei più importanti contribuenti italiani. La mia ultima denuncia dei redditi è per metà ma comunque è di due milioni, perché dopo ho dovuto prendere lo stipendio di sindaco che è da 20mila euro l'anno. Detto questo, io sono pacifico e sereno. Sono le opposizioni che si occupano a me che sono esagitate e fuori controllo. Pochi giorni fa a Terni, io non ero in Consiglio comunale ma la presidente del Consiglio comunale è svenuta, hanno dovuto chiamare un'ambulanza perché pensavano le fosse venuto un infarto.

Cos'è successo?

È stata aggredita da un esponente della sinistra. Quindi il problema non è Bandecchi, Bandecchi si deve difendere, perché purtroppo fa paura all'opposizione. L'altro giorno hanno dovuto chiamare l'ambulanza, se ci fosse stato Bandecchi in Consiglio comunale l'ambulanza veniva uguale, ma portava via quel comunista di merda perché l'avevo preso a schiaffi. Sa come mi hanno definito l'altro giorno?

Come?

Un imbecille comunista mi ha chiamato la "caricatura di Berlusconi".

Si rivede in Silvio Berlusconi?

Non so se un uomo che ha un patrimonio di tre miliardi sia la caricatura di un altro, però io penso di essere molto più pericoloso di Berlusconi.

In che senso?

Berlusconi era un principe milanese. Io invece sono un contadino livornese.

E da che punto di vista è più pericoloso?

Cerebralmente, come tigna. Io sono di quelli che alla fine non ti perdona. È una questione di carattere: Berlusconi era un principe, gli tiravano le statuette nei denti, lui si prendeva la statuina e andava via. Io sinceramente me lo sarei mangiato uno che mi tira una statuina in faccia. Se lo prendo lo carico di schiaffi.

Quindi tornando alla domanda, al Parlamento europeo vedremmo una versione di lei più diplomatica? 

Il politico Bandecchi è un uomo molto pacato e tranquillo. Un antico proverbio cinese dice "se hai un amico scemo, non lo invitare più a cena". Io me li devo trovare sempre in Consiglio comunale.

Un'ultima domanda: a febbraio diede le dimissioni da sindaco di Terni, e dopo pochi giorni le ritirò. Cos'era successo?

Alcune persone all'interno di Alternativa popolare avevano ricevuto i corteggiamenti di altri partiti e si erano messi a lavorare su una linea scorretta e ambigua, hanno iniziato a sparlare. Io ho dato le dimissioni, poi queste persone se ne sono andate perché gli altri le hanno convinte a farlo. Oggi tutte e tre militano nei pressi di Forza Italia. Il partito è tornato splendido e pulito, e io sono tornato dentro. Non essendo grillini, non epuriamo nessuno: sarei andato a casa io. Perché quando diventi come tutti gli altri partiti, puoi anche smettere di fare politica, non c'è bisogno di creare un partito in più se non è nuovo e fresco.

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