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Entra in vigore la legge Brambilla contro il maltrattamento degli animali: cosa prevede dal carcere alle multe

Entra ufficialmente in vigore dal primo luglio la legge Brambilla sui reati contro gli animali. Prevede pene più severe, dal carcere alle multe, per chi maltratta e uccide animali, e anche nei confronti di partecipa e organizza combattimenti. Nonostante le critiche di una parte del mondo animalista, la riforma è stata salutata come una svolta per la repressione dei crimini contro gli animali.
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Entra in vigore ufficialmente dal primo luglio 2025 la legge Brambilla sui reati contro gli animali. La prima riforma organica del titolo IX bis del Codice penale prende il nome dalla sua promotrice, la deputata di Noi Moderati Michela Vittoria Brambilla.

La riforma è stata accolta in maniera ambivalente da parte del mondo animalista soprattutto perché il testo approvato in via definitiva lo scorso maggio dal Senato è molto diverso da quello inizialmente proposto e ha carattere smaccatamente repressivo senza tuttavia contemplare forme di prevenzione.

Inoltre, a seguito di un lungo stop in Parlamento, sono state escluse le tutele inizialmente previste per la fauna selvatica. Misure poco apprezzate dagli altri partiti di maggioranza – a cominciare dagli esponenti della Lega – che sono intervenuti a colpi di emendamento.

Vediamo quindi cosa prevede oggi la legge e quali sono i suoi contenuti di innovazione.

Cosa prevede la Legge Brambilla e come vengono puniti ora i reati contro gli animali

L'uccidere un animale con crudeltà, cioè con sevizie e dolore volontario prolungato è punito un massimo di 4 anni di carcere e 60.000 euro di multa. Mentre maltrattare un animale può costare fino a 2 anni di carcere e 30.000 euro di multa. Le pene aumentano se i fatti sono commessi davanti ai minori, se coinvolgono più animali, se sono diffusi online.

Per quanto riguarda le manifestazioni che coinvolgano animali con il loro strazio e sevizie è prevista la reclusione da 4 mesi a 2 anni e multa da 15 mila a 30 mila euro. Con pena aumentata, da un terzo alla metà, se i fatti sono commessi per scommesse clandestine, per trarne profitto o se dal fatto deriva la morte dell’animale.

La legge interviene anche sul complesso fenomeno dei combattimenti tra animali: chi partecipa, anche come spettatore, a combattimenti o competizioni tra animali rischia fino a 2 anni di reclusione e 30.000 euro di multa. Chi li organizza rischia fino a 4 anni di carcere e 160.000 di sanzione. Mentre chi organizza eventi in cui gli animali vengono sottoposti a violenza può dover pagare una multa a partire da 30.000 euro.

Il reato all'articolo 638 del Codice penale "Uccisione o danneggiamento di animali altrui", diventa perseguibile d’ufficio. Significa che l'azione penale viene avviata in maniera automatica da parte dell'Autorità giudiziaria, senza necessità di denuncia. In caso di condanna la pena è la reclusione da 1 a 4 anni. Questa non riguarda solo cani e gatti ma è applicabile anche all’uccisione o al danneggiamento di un solo bovino o equide.

Si interviene anche sul traffico di cuccioli. Chi si macchia di questo reato sconta una reclusione da 4 a 18 mesi, con multa da 6 mila a 30 mila euro. Per un minimo di tre violazioni in tre anni del divieto di introdurre illegalmente animali da compagnia, il trasportatore o il titolare dell’azienda commerciale si vedranno revocare definitivamente l’autorizzazione all’esercizio dell’attività.

Tra le norme procedurali più interessanti ce n'è una molto attesa dalle associazioni di tutela animale: da oggi l'autorità giudiziaria potrà affidare in via definitiva gli animali sequestrati a enti, associazioni o persone fisiche, a fronte di una cauzione il cui importo sarà stabilito dal giudice stesso. Significa che gli animali sequestrati non dovranno più sostare in canile per il tempo del processo che li riguarda, con il rischio poi di tornare nelle mani della persona a cui erano stati sottratti.

Brambilla: "Strumenti più efficaci nelle mani della magistratura"

La firmataria della legge, Michela Vittoria Brambilla, in un comunicato ha espresso soddisfazione per la sua riforma: "Da quattro legislature porto avanti questa battaglia di civiltà, con tutto il mio impegno in nome di tutti gli indifesi e dei milioni di italiani che amano gli animali. È stato molto difficile arrivare al risultato in quanto ho avuto grande opposizione dei partiti di minoranza e dei vari soggetti portatori di interessi. Ma avevo promesso giustizia agli ultimi tra gli ultimi, ai tanti animali seviziati e uccisi da mani scellerate. Sono orgogliosa di aver mantenuto la promessa. Oggi la legge Brambilla entra in vigore e produrrà i suoi effetti, deterrente e repressivo. Affidiamo alla magistratura strumenti più efficaci e adeguati per punire i responsabili di fatti particolarmente gravi, reati gravi in sé, per il disvalore etico che manifestano, e perché la violenza contro gli animali spesso anticipa e prepara quella sulle persone".

La deputata cita poi i casi di cronaca che maggiormente hanno scosso l'opinione pubblica in questi anni: "Il cane Angelo torturato a morte nel Cosentino, il cane Aron bruciato a Palermo, il gatto Leone scuoiato vivo nel Salernitano, il gatto Green ucciso a botte in Veneto sono solo i casi più eclatanti, quelli che i media riportano o per la loro efferatezza o perché avvenuti sotto gli occhi di tutti e che, d’ora in poi, sarà più facile sanzionare come meritano".

E conclude: "Ricordo infine che i reati contro gli animali, vittime mute, sono procedibili d’ufficio, non appena le autorità ne acquisiscano notizia, o perché sorprendono in flagrante chi li commette o in qualsiasi altro modo. Allora bisogna segnalare, segnalare, segnalare. Grazie alla sensibilità e al civismo degli italiani, questi reati saranno puniti più che nel passato. E grazie alla ‘legge Brambilla' saranno puniti più severamente. Sono felice ed orgogliosa di aver regalato all’Italia che ama gli animali questa grande vittoria".

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