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Elezioni Regionali 2025

Elezioni Regionali 2025, dove i partiti litigano per i candidati e quali sono gli schieramenti in campo

In autunno 2025 si svolgeranno le elezioni regionali in sette Regioni: Marche, Toscana, Puglia, Campania, Calabria, Veneto e Valle D’Aosta. Solo in tre casi si conoscono già i candidati del centrodestra e del centrosinistra. In tutti gli altri, i partiti stanno cercando una quadra per trovare il nome migliore, o evitare rotture interne.
A cura di Luca Pons
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Il puzzle delle elezioni regionali dell'autunno 2025 è ancora in gran parte da completare, quando mancano pochi mesi – in alcuni casi poche settimane – al voto. Gli elettori saranno chiamati a scegliere un nuovo presidente di Regione in Marche, Toscana, Puglia, Campania, Calabria e Veneto; si voterà anche in Valle D'Aosta, dove si eleggono i consiglieri regionali che poi scelgono il o la presidente.

In alcuni casi la data si conosce, in altri è ancora da definire: si tratta di Campania, Puglia e Veneto, che probabilmente andranno alle urne attorno alla metà di novembre. Ma a mancare sono soprattutto i candidati. Solo in tre Regioni – Marche, Calabria e Toscana (da ieri) – ci sono dei nomi certi sia per il centrodestra che per il centrosinistra. Nelle altre le trattative sono ancora aperte.

Marche

Nelle Marche si voterà per le regionali il 28 e 29 settembre. È la prima Regione in cui si svolgeranno le elezioni, insieme alla Valle D'Aosta. Qui il campo dei candidati è già chiaro: da una parte il presidente uscente, Francesco Acquaroli di Fratelli d'Italia. Dall'altra l'ex sindaco di Pesaro e attuale eurodeputato del Pd, Matteo Ricci. Si candideranno anche Claudio Bolletta di Democrazia sovrana popolare (Dsp), Francesco Gerardi di FdP e Lidia Mangani per il Pci.

Acquaroli al momento è l'unico presidente di Regione con il tesserino di Fratelli d'Italia, per cui la sua riconferma è considerata piuttosto importante per il principale partito del Paese. Nell'ultima classifica sul gradimento dei presidenti di Regione pubblicata dal Sole 24 Ore a luglio, Acquaroli era al dodicesimo posto: il più basso tra i governatori che si ripresenteranno in questa tornata elettorale, ma comunque leggermente sopra il 50%. A sostenerlo c'è tutto il centrodestra.

Ricci nelle scorse settimane è finito tra gli indagati in un'inchiesta sugli affidi diretti del Comune di Pesaro quando era sindaco. Lo sostiene un'ampia coalizione dei partiti di opposizione, tranne Azione (che non parteciperà, anche se i suoi iscritti potrebbero candidarsi in liste del centrodestra). Non ci sono sondaggi aggiornati, ma le Marche sembrerebbero essere una delle Regioni in cui l'esito è più in bilico, con il centrodestra che parte leggermente favorito stando ai risultati delle ultime elezioni nazionali.

Calabria

In Calabria si vota perché il presidente uscente, Roberto Occhiuto, è stato indagato per corruzione e ha convocato subito nuove elezioni. Lo stesso Occhiuto si ripresenterà per il centrodestra. Invece il centrosinistra, dopo un lungo dibattito interno, si è messo d'accordo sul nome di Pasquale Tridico: l'ex presidente dell'Inps, ora europarlamentare del Movimento 5 stelle, ha sciolto la riserva.

C'erano stati dubbi sulla sua candidatura a causa di tensioni con Alleanza Verdi-Sinistra, con l'accusa a Pd e M5s di volersi mettere d'accordo tra loro e ignorare i candidati proposti da Avs. Alla fine, lo scontro è rientrato. L'altro candidato sarà Francesco Toscano di Dsp. Si voterà il 5 e 6 ottobre. Anche in questo caso non ci sono sondaggi su cui basarsi, anche se è probabile che il centrodestra sia avvantaggiato.

Toscana

In Toscana si ripresenterà il presidente uscente Eugenio Giani, del Pd. Inizialmente era sembrato che i dem volessero cercare un candidato nuovo, per venire incontro agli alleati M5s e Avs, che in questa legislatura sono stati all'opposizione. Alla fine, però, è arrivata l'intesa sul governatore in carica. Lo sosterrà una coalizione che include Pd, M5s, Avs e anche Italia viva.

Il centrodestra ci ha messo parecchio tempo a trovare il nome del candidato da opporre a Giani. Sarà Alessandro Tomasi, sindaco di Pistoia, proposto da Fratelli d'Italia. L'accordo ufficiale è arrivato ieri, a meno di cinquanta giorni dal voto: un record in negativo per la Regione. Si candideranno anche Antonella Bundu con Possibile e Potere al popolo (tra gli altri), Enrico Zanieri per il Pci e Huber Ciacci per Dsp.  Le elezioni saranno il 12 e 13 ottobre.

Veneto

Il Veneto è un'altra Regione in cui ad affrontare le difficoltà maggiori è la destra. Il centrosinistra ha scelto come candidato Giovanni Manildo, avvocato ed ex sindaco di Treviso con il Pd che dopo l'esperienza da amministratore aveva lasciato la politica attiva, sostenuto da Avs, M5s e +Europa (Italia viva e Azione non si sono ancora schierati).

Non si sa ancora chi invece correrà per il centrodestra, che pure è molto favorito. Dopo quindici anni, Luca Zaia non si potrà ricandidare. Sembra che sia intenzionato a presentare una propria lista, che però ha creato malumori nella maggioranza: il rischio sarebbe di avere una ‘forza autonoma' in Consiglio regionale, legata direttamente all'ex presidente. Infatti Flavio Tosi, ex leghista passato a Forza Italia, ha detto che "non è giusto presentare una lista che ha come unico obiettivo mangiare i voti al centrodestra".

Il nome del candidato di centrodestra è ancora lontano perché i partiti non hanno trovato un accordo. La Lega vuole continuare a esprimere il presidente del Veneto. Fratelli d'Italia rivendica di aver surclassato il Carroccio in Veneto alle europee e alle ultime elezioni politiche, e quindi di essere il partito più forte della Regione. Alla fine potrebbe arrivare un compromesso, con la Lega che ottiene il Veneto ma si impegna a fare un passo indietro su altre Regioni (su tutte la Lombardia, dove però si voterà solo nel 2028).

Puglia

In Puglia manca sia il candidato di centrodestra che quello di centrosinistra. Il presidente uscente, Michele Emiliano, non si ricandiderà. Il ‘campo largo' aveva puntato di Antonio Decaro, ex sindaco di Bari e oggi eurodeputato del Pd, che alle elezioni europee dello scorso anno ottenne circa mezzo milione di preferenze, principalmente al Sud.

Ma sono emerse delle tensioni: Decaro non sarebbe disposto a candidarsi se nelle liste ci saranno anche Emiliano e Nichi Vendola (che sarebbe candidato con Avs). Il motivo è che i due ex presidenti sarebbero presenze troppo ‘ingombranti' nel nuovo Consiglio regionale. Alcune indiscrezioni riportano anche che l'ex sindaco di Bari sarebbe interessato a puntare, nei prossimi anni, a una posizione di rilievo nazionale.

La posizione di Decaro ha irritato Alleanza Verdi-Sinistra: "Le liste di Avs le decide Avs. Nessuno all’interno della coalizione può dire, in casa altrui, chi candidare e chi no", ha detto Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra italiana, a Repubblica. Aggiungendo anche, a proposito di Decaro: "Nessuno è insostituibile".

Lo scontro interno rischia di degenerare, e per ora non è chiaro quale sarà la soluzione. Nel Pd si starebbero valutando alternative come Loredana Capone, la presidente uscente del Consiglio regionale, oppure due figure particolarmente vicine a Emiliano come Raffaele Piemontese (oggi assessore alla Sanità) e Alessandro Delli Noci (ex assessore). Non è escluso che le forze del campo largo si separino.

Nel frattempo anche il centrodestra, che sa di partire nettamente sfavorito, non ha ancora individuato un candidato. Sarebbe piuttosto quotato l'attuale viceministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, di Forza Italia, che è già segretario del partito a Bari. In passato si era parlato anche di un altro forzista, il segretario regionale Mauro D'Attis.

Campania

Anche in Campania il centrosinistra non ha ancora un candidato ufficiale. L'uscente Vincenzo De Luca non si candiderà, e il nome su cui la coalizione vuole puntare è quello di Roberto Fico (M5s), ex presidente della Camera. Nelle ultime settimane si è cercato soprattutto di ottenere il benestare di De Luca, che ha una forte influenza nella Regione.

L'ultimo passo per chiudere la trattativa dovrebbe essere il congresso regionale del Pd, che potrebbe scegliere Piero De Luca (deputato e figlio di Vincenzo) come segretario regionale. A sfidarlo potrebbe esserci Sandro Ruotolo, europarlamentare dem.

Il quadro è anche più confuso nel centrodestra, che non ha ancora trovato un nome. Sono circolate numerose ipotesi, dall'ex ministra Mara Carfagna all'attuale viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli. Alla fine, potrebbe essere quotata una candidatura ‘tecnica', come quella di Giosy Romano, avvocato, ex sindaco di Brusciano, oggi commissario del consorzio Asi a Napoli. Ma la partita non è ancora chiusa. Tra i candidati già annunciati c'è Stefano Bandecchi, sindaco di Terni.

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