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Draghi: “Per trasformare immigrati in fratelli bisogna saper accogliere, altrimenti creiamo nemici”

Nella sua replica dopo il discorso di questa mattina in Senato, il presidente Draghi ha ricordato che sull’immigrazione “l’approccio del governo non può che essere equilibrato, efficace ma anche umano”. Poi ha ribadito: “Per trasformare gli immigrati in fratelli occorre saperli accogliere, altrimenti ne faremo dei nemici”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Dopo aver ascoltato gli interventi dei senatori, in risposta al suo discorso di questa mattina in vista del prossimo Consiglio europeo, Mario Draghi ha replicato a diverse questioni sollevate. Una su tutte l'immigrazione, tra i punti chiave – da anni – della discussione in Ue: "L’approccio del governo non può che essere equilibrato, efficace ma anche umano – ha ribadito Draghi – Efficace lo deve essere in due sensi, nel proteggere i confini nazionali dall’immigrazione illegale e dai traffici di immigrazione, ma anche nell’accoglienza, e qui è il punto secondo me". Poi ha ricordato: "Per trasformare gli immigrati in fratelli occorre saperli accogliere, accoglierli bene ma con il senso dell’importanza di ciò che significa essere italiani. Altrimenti non riusciremo ad accoglierli e ne faremo dei nemici, ne abbiamo già fatto dei nemici".

Nella sua replica al Senato, Draghi ha parlato a lungo del tema immigrazione, sia dal punto di vista italiano che europeo: "Mi aspetto che la Commissione europea e il Servizio europeo per l’azione esterna assicurino al Consiglio europeo un costante aggiornamento sull’attuazione degli impegni e sulle risorse finanziarie, anche per una questione di trasparenza verso il Parlamento europeo e i Parlamenti nazionali". Sui rimpatri "è opportuno dare seguito all’impegno di progressi europei troppo spesso e troppo poco attuati". Secondo il presidente del Consiglio "questi progressi richiedono più Europa". Su questo punto, infatti, "l’azione dell’Unione europea è incomparabilmente più vigorosa, più efficace, più penetrante dell’azione svolta da un singolo Paese".

Poi il presidente del Consiglio ha ricordato che "questa estate abbiamo continuato a fare fronte agli obblighi internazionali di salvataggio in mare e di garanzia di protezione internazionale agli aventi diritto". Ma anche che "abbiamo fatto fronte a sbarchi, registrazioni e prima accoglienza a dispetto della perdurante emergenza del Covid". Le cifre attuali "indicano sbarchi di fatto doppi rispetto a quelli dello stesso periodo dell’anno scorso – ha continuato Draghi – Al 19 ottobre sono stati 50.500 a fronte di 26.000 dell’anno scorso". E delle circa "87.500 persone che sono arrivate nell’Unione europea dal Mediterraneo via terra e via mare", di queste "circa 49.000 sono in Italia". Il dato peggiore, però, è un altro: "Nella rotta del Mediterraneo centrale, dall’inizio dell’anno all’11 ottobre, sono morte circa 1.106 persone".

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