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Dpcm gennaio, le regole sui ricongiungimenti: ok ai partner, no ai fidanzati

Le risposte alle domande frequenti del Governo, per chiarire le nuove regole dell’ultimo Dpcm, confondono ancora di più le coppie che vorrebbero ricongiungersi: si parla sempre di coniugi/partner, ovvero di persone che vivono in ogni caso insieme, escludendo i fidanzati o le coppie stabili che non convivono. Si fa ancora riferimento al concetto di abitazione, ovvero “il luogo dove si abita di fatto”, senza definizione giuridica e indimostrabile in caso di controllo.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Ok partner, no fidanzati. Sembrerebbe questa la linea di distinzione tracciata dal Governo nelle sue faq, le domande frequenti, a cui risponde sul suo sito per chiarire le novità dell'ultimo Dpcm, firmato a metà gennaio dal presidente del Consiglio Conte. Nello specifico si parla della possibilità di ricongiungersi per le coppie, che però per il Governo non sembrano essere tutte uguali. Le parole chiarificatrici delle risposte alle domande frequenti, in questo caso, confondono ancora di più i cittadini che cercano disperatamente di trovare delle indicazioni per capire come comportarsi – non a caso l'hashtag #congiuntifuoriregione è tornato a spopolare su Twitter – senza trasgredire le regole, né rinunciare a prescindere.

Tra le regole per gli spostamenti, vengono chiarite anche le dinamiche consentite per il ricongiungimento delle coppie: "Io e il mio coniuge/partner viviamo in città diverse per esigenze di lavoro (o per altri motivi). Sarà possibile per me o per lui/lei raggiungerlo/a? Sarà possibile solo se il luogo scelto per il ricongiungimento coinciderà con quello in cui si ha la residenza, il domicilio o l’abitazione". Quindi per raggiungere il proprio partner in un'altra Regione, bisogna risiedere, essere domiciliati o "abitare di fatto" nella casa in cui lo si raggiunge. Sostanzialmente il chiarimento si rivolge quindi alle coppie conviventi, infatti la dicitura utilizzata è sempre coniugi/partner. Se il primo concetto è chiaro, il secondo un po' meno, ma è presumibile che per partner si intenda coppia convivente, anche se non è affatto scontato che assuma quel significato.

Lo stesso discorso vale per situazioni in cui si ha la residenza in una Regione, ma si vive per lavoro in un'altra e il partner vive in un'altra ancora, il senso è sempre quello: "Nel caso in questione, il coniuge/partner potrà spostarsi per raggiungere il primo soltanto se ha la residenza o il domicilio nel Comune di destinazione o se in quel Comune c’è l’abitazione solitamente utilizzata dalla coppia". Il concetto di abitazione, sul quale si discute da tempo, è molto vago, e soprattutto indimostrabile. Se una persona si mettesse in viaggio per raggiungere il proprio compagno o compagna in un'altra Regione e fosse fermato per un controllo, in che modo sarebbe verificabile dove abita? Nelle faq viene ribadito:

Il concetto di abitazione non ha una precisa definizione tecnico-giuridica. Ai fini dell’applicazione dei provvedimenti anti-Covid, dunque, l’abitazione va individuata come il luogo dove si abita di fatto, con una certa continuità e stabilità (quindi per periodi continuativi, anche se limitati, durante l’anno) o con abituale periodicità e frequenza (per esempio in alcuni giorni della settimana per motivi di lavoro, di studio o per altre esigenze). Per fare un esempio, le persone che per motivi di lavoro vivono in un luogo diverso da quello del proprio coniuge o partner, ma che si ritrovano con lui/lei con regolare frequenza e periodicità nella stessa abitazione, possono spostarsi per raggiungere tale abitazione.

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