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Disoccupazione stabile all’11,4%. Aumentano gli occupati, ma solo tra gli over 50

L’ultimo rapporto dell’Istat rileva variazione nulla del tasso di disoccupazione rispetto a luglio. Su base annua, la crescita del numero di occupati è attribuibile all’aumento dei lavoratori della fascia over 50. Preoccupante la situazione del segmento 25 – 49 anni.
A cura di Charlotte Matteini
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Il tasso di disoccupazione nel mese di agosto rimane pressoché invariato rispetto al mese precedente, attestandosi all'11,4%. Per quanto invece riguarda il numero complessivo di occupati, sempre nel mese di agosto si registra un incremento pari allo 0,1% per un totale di +13.000 unità, in controtendenza rispetto al dato di luglio 2016 che certificò un calo pari allo 0,3% su base mensile.

Il tasso di occupazione è stabile al 57,3%, ma si registra una crescita di occupati tra i lavoratori con più di 50 anni e il comparto femminile. A rilevarlo è l'ultimo rapporto Istat diramato stamane, nel quale si sottolinea che su base annua si conferma la tendenza all'aumento del numero di occupati, +0,7% rispetto ad agosto 2015, pari a +162 mila unità. La crescita – spiega l'Istat – è attribuibile esclusivamente ai dipendenti permanenti, che registrano un incremento pari +253 mila unità, concentrandosi totalmente tra i lavoratori over 50 (+401 mila). Nello stesso periodo, l'Istat registra un calo dei cosiddetti inattivi, pari al -2,1%, ovvero -296 mila in termini assoluti, per un totale di 2,9 milioni di persone.

In seguito all'aumento registrato a luglio pari a +0,4%, ad agosto la stima degli inattivi tra i 15 e i 64 anni rimane sostanzialmente invariata, fenomeno dovuto a aumento tra gli uomini e un calo tra le donne. Il tasso di inattività rimane stabile al 35,2%. Per quanto riguarda, invece, la disoccupazione giovanile del segmento 15 – 24 anni ad agosto è scesa al 38,8%, ma rispetto a un anno fa il numero di occupati in termini assoluti è rimasto invariato. Più critica, invece, la situazione relativa alla fascia 25 – 49 anni: il numero di occupati è calato di 39mila unità rispetto a luglio 2016 e di 238mila unità rispetto all'anno precedente. In questa fascia sono compresi i lavoratori di quella conosciuta come la "Generazione 1980", la quale sconta numerosi problemi strutturali e che, secondo i calcoli dell'Inps, a causa dell'eccessiva discontinuità lavorativa e contributiva, potrebbe vedersi alzata l'età pensionabile a 75 anni nel futuro.

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