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Diciotti, per Conte votare contro l’autorizzazione a procedere non significa salvare Salvini

Conte difende Salvini: “Parlare di immunità è uno strafalcione giuridico, definire questo voto un salva-Salvini è un falso che rischia di favorire il dibattito pubblico”. Salvini a ‘Porta a Porta’: “Chi ha letto le carte sa cosa è successo, che è stato un atto politico. Lascio ai M5s la loro scelta, ma penso che voteranno di conseguenza, avranno le idee chiare”
A cura di Annalisa Cangemi
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"Parlare di immunità è uno strafalcione giuridico, definire questo voto un salva-Salvini è un falso che rischia di favorire il dibattito pubblico. Bisogna avere chiaro il quesito giuridico a cui saranno chiamati a rispondere i senatori: se abbia agito per il perseguimento di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante o di un interesse pubblico inerente alla funzione di governo o se abbia agito al di fuori del suo ruolo ministeriale per i suoi propri interessi personali". Lo ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte parlando con i cronisti, a proposito del caso Diciotti.

Ieri il M5S ha annunciato il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, ill vicepremier Luigi Di Maio, e il premier Conte depositeranno una memoria in cui verrà specificato che la decisione di non far sbarcare i 177 migranti che si trovavano da 11 giorni a bordo del pattugliatore della Marina militare italiana è stata presa da tutto il governo. "In merito alla decisione della Giunta del Senato sulla domanda di autorizzazione a procedere avanzata nei confronti del ministro Matteo Salvini per il caso della nave Diciotti, si sta consumando un caso di disinformazione", ha detto ancora Conte.

Salvini: "Della lettera avevo avvertito Di Maio e Conte"

"Avevo avvertito della lettera al ‘Corriere della Sera' la Presidenza del Consiglio e il vicepremier Di Maio", ha detto il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini durante la registrazione ‘Porta a Porta'. "Io ero tranquillo. Ma tutti gli amici mi hanno detto che il processo sarebbe stata un'invasione di campo senza precedenti. Il Senato dovrà dire se l'ho fatto per interesse pubblico o mio capriccio personale. E' stato un atto politico che rifarei: ho agito da ministro, mica da milanista…".

E ancora: "Ognuno voti secondo coscienza: mi sorprende che con le tante cose che ci sono da fare in Sicilia si lavora su un atto politico che rifarei. Chi ha letto le carte sa cosa è successo, che è stato un atto politico. Lascio ai M5s la loro scelta, ma penso che voteranno di conseguenza, avranno le idee chiare".

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