Decreto Sostegni, addio ai codici Ateco: per ottenere i ristori si guarda solo al fatturato

Addio ai codici Ateco, per avere i nuovi ristori messi in campo dal governo Draghi il calcolo sarà basato esclusivamente sulla perdita di fatturato. Si tratta di una novità importante, fortemente voluta per segnare una discontinuità rispetto all'esecutivo precedente e alle modalità di aiuto a cittadini e imprese criticate dall'inizio dell'emergenza Covid. Perciò con il decreto Sostegni approvato venerdì, il governo ha predisposto uno schema ben preciso per garantire liquidità alle aziende in difficoltà in qualsiasi settore. Dopo settimane di discussioni su vari punti del provvedimento – soprattutto la questione cartelle – il primo decreto economico dell'era Draghi ha visto la luce, utilizzando tutto lo scostamento di bilancio ottenuto dal governo Conte due, ma, come ha promesso il presidente del Consiglio, presto verranno messe in campo ulteriori misure.
La soglia minima di perdita di fatturato per ricevere gli indennizzi
Per chiedere i ristori previsti nel decreto Sostegni dal governo Draghi, bisogna rispettare un semplice criterio: aver visto calare il proprio fatturato medio mensile del 2020 almeno del 30% rispetto all'equivalente del 2019. La misura peserà per oltre 11 miliardi di euro in totale e dovrebbe toccare circa tre milioni tra imprenditori e professionisti. In ogni caso bisognerà fare domanda per via telematica all'Agenzia delle Entrate, non ci saranno erogazioni automatiche e si potrà chiedere l'ausilio di commercialisti o altri intermediari. L'accredito dei ristori dovrebbe avvenire a partire dall'otto aprile.
Lo schema per ottenere i ristori del decreto Sostegni
Se si è verificata una perdita di fatturato superiore al 30% si può accedere ai ristori del decreto Sostegni, con uno schema ben preciso: chi ha un fatturato fino a 100mila euro riceverà il 60% del calo registrato tra 2019 e il 2020. L'indennizzo economico varrà il 50% delle perdite per chi è nella fascia tra i 100mila e i 400mila euro, il 40% tra i 400mila e il milione, il 30% tra il milione e i 5 milioni e infine il 20% tra i 5 e i 10 milioni. Esclusi i soggetti che hanno un fatturato superiore ai 10 milioni di euro l'anno.