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Decreto Scuola, la denuncia dei sindacati: “Non c’è stato alcun confronto. Miur ha deciso da solo”

“Pur consapevoli della straordinarietà del momento attuale e delle difficoltà che esso comporta, riteniamo che l’individuazione dei criteri utilizzati per l’assegnazione alle scuole di tali risorse, avrebbe richiesto l’attivazione del confronto sindacale”: le parti sociali attaccano la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, per essere stati esclusi dal tavolo risultato nel nuovo Decreto Scuola, tramite il quale sono stati stanziate risorse per 85 milioni.
A cura di Annalisa Girardi
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Il governo ha approvato il decreto Scuola, definendo le modalità in cui si svolgeranno gli esami di Stato e annunciando altre misure per terminare l'anno scolastico nonostante l'emergenza coronavirus. Nel documento è stato confermato lo stanziamento di 85 milioni di euro dedicati al settore scolastico: una decisione che però, denunciano le parti sociali, è stata presa unilateralmente dal ministero senza richiedere il confronto con i sindacati in merito alle modalità con le quali impiegare le risorse economiche messe a disposizione.

L'annuncio della ministra Azzolina

Durante la conferenza stampa la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina ha anche annunciato lo stanziamento di alcuni fondi a supporto della didattica a distanza. "Sono stati stanziati 85 milioni di euro di cui 70 milioni dedicati ai device tecnologici", ha detto la titolare del Miur, specificando che questi soldi sono già arrivati nelle casse degli istituti scolastici, che li spenderanno per l'acquisto di tablet e pc per tutti gli studenti, in modo che possano seguire le lezioni telematiche. Negli ultimi giorni erano state infatti sollevate diverse polemiche in quanto sono moltissimi gli alunni e i docenti che non dispongono del materiale necessario, tra computer o connessione internet, per poter proseguire l'attività scolastica a distanza.

Gli altri 15 milioni sono invece divisi in questo modo: 10 milioni saranno utilizzati per favorire l’utilizzo di piattaforme di e-learning mentre 5 milioni serviranno alla formazione del personale, nello specifico in materia di didattica a distanza. I sindacati hanno però sottolineato come non si sia rispettato l'articolo 22 del CCNI che regola la formazione del personale docente. Secondo il contratto nazionale, infatti, le organizzazioni sindacati andrebbero informate nel momento in cui risultassero disponibili ulteriori risorse finanziarie, in modo da partecipare ai negoziati sul loro utilizzo.

L'accusa dei sindacati

"Il CCNI sulla formazione del personale docente articolo 22, comma 4 lettera a3), prevede che, qualora intervengano atti normativi o contrattuali che producano effetti in materia di formazione, anche relativamente alla disponibilità di risorse finanziarie, sia necessario procedere all’informativa e ad un ulteriore atto negoziale", sottolineano le parti sociali in una nota riportata da Orizzonte Scuola. "Pur consapevoli della straordinarietà del momento attuale e delle difficoltà che esso comporta, riteniamo che l’individuazione dei criteri utilizzati per l’assegnazione alle scuole di tali risorse, avrebbe richiesto l’attivazione del confronto sindacale", aggiungono i sindacati, ribadendo che se nei momenti ordinari il dialogo tra autorità e parti sociali sia fondamentale in quanto garanzia di diritti e doveri, ancor di più lo sia in queste circostanze straordinarie. "Constatiamo invece che, nonostante l’indicazione nella premessa del decreto dell’avvenuta informativa sindacale, il contratto ancora una volta risulti disatteso".

In un comunicato di Flc Cgil riportato da Rassegna.it i sindacati chiamano in causa la stessa ministra Azzolina: "Ancora una volta, la ministra dell'Istruzione ha scelto la strada del non confronto, assumendo unilateralmente decisioni che riguardano milioni di studenti, di famiglie, di lavoratori", si legge.

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