Dadone: “Pubblica amministrazione guardi al privato, concentrarsi sulla soddisfazione degli utenti”

Brand New Working: com'è cambiato e come cambierà il lavoro. Una riflessione approfondita sull'ultimo anno, com'è andata, come andrà, come gli eventi del 2020 influenzeranno il futuro. All'evento ospitato da Fanpage.it in collaborazione con Cisco, è intervenuta la ministra Fabiana Dadone: "La Pubblica amministrazione se l’è cavata bene in un momento nel quale la situazione era emergenziale – ha spiegato – quando mancavano supporti tecnologici e formazione, c’è stata una bella reazione". L'Italia ha voluto reagire "anche dentro" la Pa. "C’è una grande parte di dipendenti pubblici che ha voglia di lavorare in maniera differente – ha continuato Dadone – Si può ragionare non su quante ore passo davanti alla scrivania, ma su quali obiettivi raggiungo, anche dentro la Pubblica amministrazione". Si può "attrarre migliori giovani e competenze anche in nel nostro mondo". Più in generale, secondo la ministra, "serve un quadro normativo, come il nuovo diritto alla disconnessione". Ma la lezione che ne ricava Dadone è importante: "Questa fase ci ha insegnato che non servono anni di preparazione, se c’è lo switch imposto dallo Stato di necessità impone".
L'obiettivo dei progetti del Next Generation Eu è "costruire l'Italia di domani per i bambini che la vivranno". Una "Pubblica amministrazione diversa, con una mappatura delle competenze per fare nuovi bandi mirati – ha spiegato Dadone – L'approccio giusto del ministero è dare una direzione alle amministrazioni, ovvero individuare non tanto le competenze che servono, ma quelle trasversali". Infatti, secondo la ministra bisogna "improntare anche le prove concorsuali con un approccio più pratico, con test che tendano a capire che tipo di persona abbiamo di fronte, piuttosto che valutare se sono stati studiati a memoria i manuali". Dadone ha segnalato la necessità di una "formazione sulla capacità manageriale dei dirigenti pubblici, che hanno una grande responsabilità". Ci dovrebbe essere "maggior confronto tra i manager pubblici e quelli privati", ad esempio "su ogni sito privato si può valutare il lavoro fatto, nell'amministrazione pubblica no". Bisogna "sganciarci dall'idea della propria scrivania e della catena di montaggio degli adempimenti burocratici, serve un grandissimo passo culturale – ha continuato la ministra – bisogna andare incontro alla soddisfazione dell'utente".
Diversi gli interventi al webinar organizzato da Fanpage.it. Agostino Santoni, vice presidente di Cisco Sud Europa, ha sottolineato che serve potenziare lo "spazio digitale", ma anche rendere "lo spazio fisico dell’ufficio più inclusivo". Secondo Laura Di Raimondo, presidente di Asstel, bisogna "evitare l'effetto elastico, per cui si va avanti e poi indietro", perché "lo smart working deve rimanere nella nuova realtà". D'accordo con la ministra Roberta Cocco, assessora alla Trasformazione digitale e Servizi civici del comune di Milano, che ha chiesto di rompere "lo stereotipo del dipendente comunale che lavora solo se qualcuno lo vede in presenza, bisogna lavorare sugli obiettivi". Dadone ha spiegato che "bisogna superare l'ottica della paura dell'approccio a mezzi di lavoro differenti". Secondo la ministra "servono app più semplici da utilizzare dagli utenti", perché "è più facile andare su un social che sul sito dell'Inps o del Comune". Ma manca un passaggio fondamentale: "È necessario il completamento della banda larga, che è un limite che impedisce di arrivare in tutta Italia per colmare quel gap di servizi".