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Crollo ponte, consigliere M5S ‘no Gronda’: “Autostrade lo riteneva sicuro, dovevo fare di più”

Parla Paolo Putti, l’ex consigliere del M5S che nel 2012 diceva: “Ci viene raccontata la favoletta dell’imminente crollo, potrebbe star su altri cent’anni”. Oggi ammette: “Dovevo fare di più per avere certezze sulla stabilità del ponte. Se mi avessero detto che c’era questo pericolo avrei puntato su altre soluzioni”.
A cura di Annalisa Cangemi
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In questi giorni in cui si va a caccia di colpevoli e responsabili, dopo il crollo del ponte Morandi a Genova lo scorso 14 agosto, è stata oggetto di critiche una dichiarazione di un ex consigliere comunale del M5S, ripresa da tutti i media. Si tratta di Paolo Putti, messo all'indice per aver scritto questa frase: "Ci viene raccontata la favoletta dell'imminente crollo, potrebbe star su altri cent'anni'. Una frase, pubblicata in un sito non ufficiale del Movimento, che alla luce della tragedia che si è poi consumata, forse il grillino vorrebbe non aver mai detto. Putti si riferiva ad un'opera molto contestata, quella della Gronda, la cui realizzazione potrebbe partire entro fine anno, ma su cui il M5S ha espresso più di qualche dubbio.

Sul sito di Autostrade per l'Italia si legge: "La nuova infrastruttura, denominata la Gronda di Genova, comprende 72 km di nuovi tracciati autostradali e si allaccia agli svincoli che delimitano l'area cittadina (Genova Est, Genova Ovest, Bolzaneto), si connette con la direttrice dell'A26 a Voltri e si ricongiunge con l'A10 in località Vesima. Data la complessità dal punto di vista orografico del territorio attraversato, il nuovo sistema viario si sviluppa quasi interamente in sotterraneo e prevede 23 gallerie, per un totale di circa 54 chilometri, circa il 90% dell'intero tracciato, con sezioni variabili fino ai 500 metri quadri dei cameroni di interconnessione tra gli assi autostradali". La Gronda, dicono alcuni esperti, avrebbe potuto allegerire il traffico sul ponte Morandi.

L'ex consigliere comunale, vicino al comitato No Gronda, aveva risposto nel 2012 agli attacchi del presidente degli industriali di Genova, Giovanni Calvini, che avvertiva: "Quando tra dieci anni il Ponte Morandi crollerà, ci ricorderemo il nome di chi adesso ha detto no". La nuova infrastruttura autostradale, secondo il comitato, poteva essere evitata effettuando dei normali lavori di manutenzione nel viadotto esistente. Per questo Putti replicava a Calvini, invitandolo ad informarsi meglio: "A noi Autostrade ha detto che per altri 100 anni può stare in piedi".

"Si è trattato di una frase scritta in un momento di aspro dibattito politico – spiega oggi Putti, ora nella lista civica Chiamami Genova – E in ogni caso noi riportavamo un dato di Autostrade per l'Italia che definiva il ponte sicuro. Questo mina alla base qualsiasi certezza".

"Dico che se non ti puoi fidare di super ingegneri di chi ti devi fidare per avere un dato scientifico attendibile? Per il resto – aggiunge – non rinnego le mie battaglie: io volevo e vorrò sempre una Genova integrata, dove gli obiettivi imprenditoriali tengano conto delle condizioni di vita della gente, dove non ci siano altre autostrade che passano fra le case". Ma, ammette, "Dovevo fare di più per avere certezze sulla stabilità del ponte. Se mi avessero detto che c'era questo pericolo avrei puntato su altre soluzioni".

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