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Così i NoVax sabotano la scuola italiana: i gruppi Telegram per formare classi alternative

Mentre il dibattito si accende sul ritorno in classe in presenza, ci sono genitori e insegnanti che attraverso gruppi Telegram si stanno organizzando per una scuola parallela dove non vige l’obbligo vaccinale per gli insegnanti e dove non esistono regole anti Covid.
A cura di Redazione
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di Martina Gaudino

Il ritiro da scuola per l’istruzione parentale può essere fatto presentando domanda entro il 28 gennaio, questa volta i genitori contro il vaccino usano l’homeschooling per trascinare i figli fuori dalle classi. È legale? La risposta, purtroppo, è sì. La nostra Costituzione spiega agli articoli 30 e 34 che i genitori hanno il diritto e dovere di istruire i propri figli e dunque pone un accento sul ruolo educativo della famiglia. Un ruolo che, in tempi di guerra tra sì vax e no vax, si trasforma nell’ennesimo campo di battaglia dove a pagarne le spese sono i ragazzi.

Questa volta l’esercito dei genitori contrari al green pass ha pensato di muoversi in massa utilizzando il consueto canale, Telegram, per spingere altri a ritirare i ragazzi al solo scopo di creare una scuola diversa, dove gli insegnanti siano “i sospesi” a causa della mancata vaccinazione. Un modo per protestare dice qualcuno o, peggio, per non permettere che i propri figli possano essere plagiati da docenti favorevoli alle indicazioni del governo di Mario Draghi. Si tratta di un fenomeno tutt’altro che isolato e che non solo è in espansione, ma che si sta strutturando così come già accaduto per altre “realtà parallele” tra non vaccinati. Quasi ogni regione, infatti, ha costruito il proprio canale in modo da consentire un più agevole incontro tra domanda e offerta.

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Con un’ultima circolare, il dicastero di Viale Trastevere ha modificato le tempistiche per la presentazione della domanda di istruzione parentale: va consegnata entro il 28 gennaio per l’anno scolastico che partirà a settembre 2022, non più il 15 marzo. Una modifica che nei canali non è passata inosservata e che ha spinto a organizzarsi ancora più velocemente. "L’attivazione dell’istruzione parentale – ha spiegato a Fanpage il sottosegretario all'Istruzione Rossano Sasso – segue un iter specifico che prevede molteplici passaggi e, al termine di ogni anno scolastico, un esame di idoneità per accedere all’anno successivo. Inoltre, sia il dirigente scolastico della scuola di riferimento dello studente interessato sia il sindaco del Comune di residenza hanno il dovere di vigilare sull’effettivo svolgimento del percorso educativo pianificato". Per Sasso "la pandemia ha inevitabilmente ampliato un fenomeno che rimane comunque circoscritto e, ovviamente, eventuali abusi devono essere sanzionati con la massima tempestività soprattutto nell’interesse dei ragazzi".

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"Ritengo – ha aggiunto ancora – la libertà educativa un valore, un principio in cui credo e la cui declinazione compete ai genitori. Ma rimango convinto che per un bambino non ci possa essere posto più indicato di una scuola in cui crescere, apprendere e divertirsi insieme ai propri compagni e a insegnanti amorevoli e competenti. Come Governo stiamo facendo il possibile affinché le scuole rimangano aperte e la didattica sia sempre in presenza".

I dati sull’homeschooling in Italia

Il rischio è quello di vedere crescere ulteriormente il numero di ragazzi che abbandonano la scuola, numero su cui la pandemia ha già pesantemente influito: è infatti triplicato nel giro di tre anni. Stando ai dati del ministero dell’Istruzione, da 5.126 homeschooler dell’anno scolastico 2018/2019, si è arrivati ai 15.361 del 2020/2021. In base ai dati raccolti nell’aprile scorso e pubblicati da Adnkronos, il sistema di educazione parentale funziona maggiormente al Nord, Lombardia in testa, dove si è passati da 617 (nel 2018/19) a 775 (nel 2019/20) fino a 2.248 iscritti (nel 2020/21).

Gli annunci

Anche questa volta i canali di Telegram fanno da “agenzia interinale” per insegnanti sospesi che chiedono una occupazione temporanea e genitori che non solo offrono un lavoro ma che cercano coetanei dei figli per mettere su delle piccole classi come nel caso di un utente che scrive, in particolar modo, di essere alla ricerca di “un gruppo di persone senza mascherina” a Legnano, in provincia di Milano. “Ritirate i vostri figli dalle scuole” tuona un altro utente lasciando tutti i riferimenti per entrare nella rete nell’educazione parentale alternativa. Non mancano, chiaramente, docenti con decennale esperienza e grandi qualifiche che però sono stati sospesi per non essersi fatti “inoculare questo siero sperimentale”. Nel gruppo ci sono anche docenti pronte a mettere a disposizione la propria abitazione come nel caso di una maestra di scuola primaria. “Insegno italiano, arte, tecnologia. Iscritta al DAMS di Torino, indirizzo storico/metodologico. Dispongo di una casa grande che può accogliere un gruppetto di bimbi. Tra poco.. sospesa”.

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Green pass in vendita e assalto no mask

Non solo scuola e istruzione. In questi canali ci si sporca facilmente le mani anche a causa di utenti che nonostante le numerose operazioni delle forze dell’ordine per smantellare le reti di vendita di green pass falsi, riescono ancora a farla franca e continuano a offrire “pass sanitari validi al 100%”. I meno tecnologici, invece, in segno di protesta tentano la strada dell’anarchia organizzandosi per scatenare il panico negli uffici, nelle scuole, nei market. In un sondaggio a cui il 94% ha risposto sì, hanno chiesto: “Vorresti aggregarti a noi senza mascherina, senza nazipass in più supermercati contemporaneamente per mandare in crisi gli obblighi di Draghi?”.

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