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Cos’è il Def, cosa contiene il Documento di Economia e Finanza e quando viene presentato

Il Documento di Economia e Finanza (Def) arriverà a breve in Consiglio dei ministri, anticipando gli obiettivi e le misure della futura legge di bilancio. Tra i nodi da sciogliere il più importante resta l’impatto del Superbonus sui conti pubblici.
A cura di Giulia Casula
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Palazzo Chigi

Anche quest'anno in Consiglio dei ministri è attesa l'approvazione del Documento di Economia e Finanza (Def). Si tratta del principale documento di programmazione della politica economica italiana e contiene gli indirizzi, le riforme e gli impegni che il governo intende prefissare in materia di finanza pubblica. Introdotto nel 1988 con la riforma della legge di contabilità (l. 362/1988), all'epoca si chiamava Documento di Programmazione Economico-Finanziaria (Dpef), ma la sua denominazione è cambiata negli anni. Dall'entrata in vigore della legge 39 del 2011, con cui l'Italia si è adeguata alle regole di coordinamento delle politiche economiche stabilite in sede europea, il Documento di Economia e Finanza mantiene il suo nome attuale.

Cos'è il Def e a cosa serve il Documento di Economia e Finanza

Come si legge sul sito del Ministero dell'Economia e delle Finanze, il Def è suddiviso in tre sezioni e riporta le strategie di lungo periodo individuate dal governo sul piano economico e finanziario: dai modi e i tempi di risanamento dei conti pubblici dell'Italia, agli obiettivi di occupazione, innovazione, istruzione, integrazione sociale, energia e sostenibilità ambientale definiti a Bruxelles. Si tratta di un documento importante che anticipa la Legge di bilancio e che delinea il quadro delle previsioni economiche e di finanza pubblica per il triennio successivo.

Come è composto il Def: le tre sezioni del Documento di Economia e Finanza

Il Documento di Economia e Finanza si articola in tre sezioni: Programma di stabilità, Analisi e tendenze della finanza pubblica e Programma Nazionale di Riforma. Come riporta il Mef, la prima sezione, curata dal Dipartimento del Tesoro, deve contenere gli obiettivi di politica economica e le previsioni per il triennio successivo, incluse le possibili variazioni rispetto al precedente Programma di stabilità.

La sezione Analisi e tendenze della finanza pubblica, invece, è curata dalla Ragioneria generale dello Stato e riporta l'analisi dei conti delle amministrazioni pubbliche nell'anno precedente e i potenziali scostamenti rispetto agli obiettivi illustrati nel Def. L'ultima sezione, dedicata al Programma Nazionale di Riforma, di competenza del Dipartimento del Tesoro d’intesa con il Dipartimento delle Politiche europee, definisce tutte le misure che l'esecutivo intende adottare per raggiungere gli obiettivi nazionali di crescita, produttività e occupazione.

Quando si presenta il Def e perché è importante

Pur non essendo un testo di legge il Def ha un ruolo fondamentale perché traccia una prima linea sull'azione che il governo vuole intraprendere in campo economico e finanziario per il Paese. In linea con il calendario stabilito in sede europea il documento viene presentato alle Camere entro il 10 aprile di ogni anno per le deliberazioni parlamentari. In questo modo il Parlamento ha la possibilità di pronunciarsi sugli obiettivi programmatici entro il 30 aprile, ovvero prima che il Programma di Stabilità e il Programma Nazionale di Riforma (PNR) approdino al Consiglio dell'Unione europea e alla Commissione europea.

Una volta concluse le fasi di coordinamento delle politiche economiche tra gli stati membri dell'Unione europea, entro il 20 settembre di ogni anno viene redatta una Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (Nadef) contenente eventuali aggiornamenti degli obiettivi fissati ad aprile. La Nadef, inoltre, consente di disporre di informazioni più dettagliate rispetto a quelle disponibili nel primo semestre e di tenere conto di eventuali indicazioni formulate dalle autorità europee.

Cosa ci si aspetta quest'anno dal Def e quanto pesa il Superbonus

Domani il Documento di Economia e Finanza arriverà in Consiglio dei ministri per il via libera definitivo, ma sulla sua approvazione pesano ancora alcune questioni, prima fra tutte il Superbonus. Dall'Agenzia delle Entrate sono attese le ultime comunicazioni fino al 4 aprile relative agli sconti in fattura e alle cessioni dei crediti sui bonus edilizi che permetteranno al Mef di valutare l'impatto del Superbonus sui conti dello stato.

Stando all'ultima Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza, il debito dell'Italia si aggira attorno al 140% del Pil e il governo sarebbe intenzionato a confermare quelle stime. Nel caso in cui vi fossero variazioni rilevanti il Def dovrebbe includere, oltre al quadro tendenziale (che fornisce una prima analisi della situazione economica nazionale), anche il quadro programmatico che tiene conto degli effetti delle misure predisposte dalle legge di bilancio.

Per il sottosegretario dell'Economia Federico Freni, "non ci sono preoccupazioni particolari, stiamo aspettando i conteggi definitivi di tutti i bonus edilizi. Non do la croce a un bonus piuttosto che all'altro – ha aggiunto – Stiamo aspettando i conteggi definitivi che ovviamente, visto che si tratta di grandezze importanti, influenzano i conti dello Stato". Secondo gli ultimi conteggi forniti dal sottosegretario l'importo complessivo dei bonus edilizi si aggira attorno ai 210 miliardi di euro. 

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