Cosa vogliono davvero gli italiani e gli europei dall’Ue: il nuovo sondaggio che lo spiega

Il 68% degli europei pensa che l’UE dovrebbe fare di più per proteggere i cittadini da crisi globali e minacce alla sicurezza. É quanto emerge dal sondaggio Eurobarometro del Parlamento europeo condotto tra maggio e giugno 2025. L’indagine, affidata all’agenzia di ricerca Verianin, ha coinvolto oltre 26.000 cittadini europei di tutti i 27 Stati membri. Alla richiesta di una maggiore protezione dai crisi globali e rischi per la sicurezza, si accompagna anche il richiamo ad un senso di unità tra gli Stati membri: il 90% vorrebbe un’Europa più coesa e il 77% vorrebbe che venissero dati all’Europa maggiori strumenti per affrontare le sfide globali (percentuale che sale all’85% tra gli italiani).

Secondo gli intervistati, per contare di più a livello globale, l’Unione Europea dovrebbe investire in difesa e sicurezza (37%, gli italiani 29%) e prestare maggiore attenzione all’economia e competitività (32%, mentre gli italiani il 28%).
Sul ruolo delle istituzioni comunitarie, come ad esempio quello del Parlamento europeo, i cittadini hanno ben chiare le politiche su cui dovrebbe concentrare la sua azione: al primo posto c’è il contrasto all’Inflazione e aumento dei prezzi e costo della vita (41%); dovrebbe avere poi maggiore capacità decisionale in tema di difesa e sicurezza (34%). Si inserisce in questo tema il ReArm Europe, il piano presentato dalla presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen, che affida agli Stati membri l’approvvigionamento agli armamenti, con l’obiettivo di rafforzare una risposta militare strategica in caso di minaccia all’Europa. Infine il parlamento dovrebbe avere un ruolo più significativo nell’approvare politiche contro la povertà e l’esclusione sociale (31%).Gli italiani confermano il trend europeo: per il 46% degli intervistati la priorità del parlamento europeo resta quello di ridurre l’inflazione e il costo della vita.
In tema di competenze e attribuzioni, il 91% degli europei vorrebbe un parlamento con poteri più ampi e con maggiori strumenti per controllare la capacità di spesa dell’UE. Secondo i principali trattai europei che attribuiscono competenze in seno alle istituzioni, il parlamento europeo co-autorizza insieme al Consiglio di Stato, gli stanziamenti di bilancio per l’anno successivo, mentre la gestione del bilancio annuale è affidata alla Commissione europea; così come le verifiche di spesa sul corretto utilizzo dei fondi resta alla Corte dei Conti Europea.

Dallo studio emerge che gli europei sono particolarmente sensibili ai valori democratici, infatti l’85% ritiene che lo stanziamento dei fondi comunitari, debba essere subordinato al rispetto dei principi democratici da parte degli stati membri.

Il 72% riconosce che le azioni dell’UE influenzano la vita quotidiana e metà degli intervistati (50%) ne ha un’opinione positiva (63% in Italia). Inoltre, il 73% ritiene che il proprio Paese abbia beneficiato dell’appartenenza all’UE, soprattutto per pace, sicurezza e cooperazione tra Stati e crescita economica.
