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Elezioni politiche 2022

Cosa succede dopo la vittoria di Giorgia Meloni alle elezioni: quando nasce il nuovo governo

Dalla composizione delle Camere, all’elezione dei presidenti di Camera e Senato, fino ai giri di consultazioni e alla nomina di un nuovo presidente del Consiglio. Ecco tutte le tappe per la formazione di un nuovo governo.
A cura di Luca Pons
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Le elezioni politiche sono finite, i risultati sono perlopiù ufficiali e si inizia pensare a cosa verrà dopo. Il centrodestra ha ottenuto un'ampia maggioranza dei voti (circa il 46%), e questo gli assegnerà una grande quantità di seggi. Da una parte la vittoria di Giorgia Meloni e Fratelli d'Italia, dall'altra la sconfitta del Partito democratico (19% dei voti) e di Enrico Letta, che infatti ha annunciato che non si ripresenterà come segretario del Pd.

Questi risultati fanno sì che, nel prossimo Parlamento, il centrodestra avrà un'ampia maggioranza, e probabilmente sarà la coalizione che sceglierà il governo. Tra la prima riunione delle Camere e l'inizio ufficiale dei lavori del nuovo governo, però, ci saranno una serie di passaggi istituzionali e di decisioni politiche. Ecco cosa succede dopo le elezioni.

Elezione dei presidenti di Camera e Senato

Il primo passaggio ufficiale è la riunione di entrambe le Camere: avverrà il 13 ottobre, e qui si proclameranno eletti i nuovi parlamentari. A quel punto si procede a eleggere il presidente della Camera e il presidente del Senato. Nella prima seduta, a guidare il Senato è il membro più anziano (dovrebbe essere Giorgio Napolitano, ex presidente della Repubblica 97enne, ma in caso di sua indisponibilità toccherebbe a Liliana Segre e a seguire a Silvio Berlusconi), mentre i lavori alla Camera sono guidati dal vicepresidente più anziano tra quelli della scorsa legislatura (in questo caso Fabio Rampelli, deputato di Fratelli d'Italia).

I parlamentari, votando a scrutinio segreto, scrivono su una scheda il nome della persona che intendono eleggere come presidente della propria camera. Alla Camera serve una maggioranza dei due terzi per la prima votazione, mentre dal terzo scrutinio è necessaria la maggioranza assoluta. In Senato le regole sono diverse e permettono più rapidità: dal primo voto basta la maggioranza assoluta, e al quarto, se nessuno è stato eletto, si procede al ballottaggio tra i due senatori che hanno ricevuto più voti. Questa elezione richiede solitamente alcuni giorni, ma il fatto che in questo Parlamento il centrodestra abbia la maggioranza assoluta dei seggi potrebbe velocizzare le procedure.

Una volta eletti i presidenti di Camera e Senato, i parlamentari devono dichiarare a quale gruppo parlamentare vogliono iscriversi. A meno di sorprese, tutti dovrebbero dichiarare il gruppo del partito con cui sono stati eletti: faranno eccezione quei partiti che hanno ottenuto meno di 20 seggi alla Camera e meno di 10 seggi al Senato, che non potranno formare un gruppo autonomo ma dovranno unirsi a un altro gruppo oppure confluire nel cosiddetto "gruppo Misto".

Le consultazioni: quando si forma il nuovo governo

Solo una volta che il Parlamento è stato formato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella può avviare le consultazioni. Si tratta di incontri in cui il capo dello Stato convoca i rappresentanti dei vari partiti che compongono il Parlamento. In questo modo, il presidente della Repubblica sceglie una persona – solitamente quella che i partiti hanno indicato – come possibile presidente del Consiglio.

Questa persona viene convocata al Quirinale e il presidente della Repubblica le conferisce l'incarico di formare un nuovo governo, cioè di scegliere i ministri e formare una "squadra" di governo che abbia l'approvazione del Parlamento. La persona incaricata di solito accetta l'incarico "con riserva", e inizia a sua volta dei colloqui con i gruppi politici di Camera e Senato, per capire se ci sia la possibilità di ricevere il supporto necessario.

Alla fine di questi colloqui, se hanno avuto un esito positivo, la persona incaricata torna al Quirinale e "scioglie la riserva": cioè, conferma che può accettare l'incarico e che è pronto a formare un governo. Se la riserva è sciolta, la lista dei ministri che andranno a formare il governo viene presentata al presidente della Repubblica: per nominarli, infatti, serve un suo decreto. Superato questo passaggio, il presidente del Consiglio e i ministri vengono accolti al Quirinale per giurare nelle mani del presidente della Repubblica.

Il premier chiede la fiducia alle Camere

Tradizionalmente, a Palazzo Chigi – sede della Presidenza del Consiglio – il presidente uscente consegna a quello entrante una campanella: è un rito simbolico, poiché la campanella è l'oggetto usato per dare inizio alle riunioni del Consiglio dei ministri. Questo gesto segna formalmente il passaggio di potere da un presidente all'altro.

Infine, serve la fiducia delle Camere: dopo la consegna della campanella, e comunque entro dieci giorni dalla formazione del governo, il nuovo presidente del Consiglio si presenta alla Camera e al Senato, che votano la fiducia. Ogni parlamentare viene chiamato individualmente e deve esprimere il suo voto. Questo serve a fare in modo che ciascuno debba prendersi la responsabilità di aver appoggiato – o meno – il governo, anche quando questo sarà entrato in carica. Se la maggioranza dei deputati e dei senatori vota a favore, il governo ha la fiducia delle Camere e può entrare in carica. In questo modo, infatti, il potere esecutivo del governo ha ottenuto la legittimazione dl potere legislativo, quello delle Camere, che sono espressione del popolo che le ha votate.

Chi sarà il nuovo presidente del Consiglio

Come detto, la decisione su chi avrà l'incarico di formare il governo spetta al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Tuttavia, ciò che già si sa è che la coalizione che avrà la maggioranza è quella di centrodestra. Nel corso della campagna elettorale, i partiti del centrodestra hanno chiarito di avere un accordo interno: il partito con il risultato migliore, hanno detto, sarà quello che sceglie il premier.

Fratelli d'Italia ha avuto non solo un risultato migliore, ma schiacciante: ha ottenuto circa il triplo dei voti della Lega e di Fratelli d'Italia. Sembra quasi scontato, quindi, che la coalizione di centrodestra indicherà proprio Giorgia Meloni come prossima presidente del Consiglio. Fin quando non si saranno concluse le consultazioni, però, nulla sarà ufficiale.

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