Cosa dicono le risoluzioni su Gaza, Flotilla e Stato di Palestina approvate alla Camera

Il centrodestra, che alla Camera ha ascoltato l'informativa del ministro degli Esteri Tajani sulla Global Sumud Flotilla e sulla situazione in Medio oriente, ha deciso di presentare due risoluzioni diverse. Una mossa insolita (anche se esistono dei precedenti) perché di solito ogni partito o coalizione raccoglie le sue posizioni con una sola risoluzione, che poi impegna il governo a comportarsi in un certo modo. In questo caso, però, la strategia è stata scelta per mettere in difficoltà le opposizioni. Uno due due testi, infatti, era lungo appena una frase.
La prima risoluzione, che era firmata anche da Azione e dal Partito liberaldemocratico di Luigi Marattin, chiedeva al governo di sostenere il piano di Donald Trump per la Striscia di Gaza. Pd, M5s e Alleanza Verdi-Sinistra (che avevano presentato una risoluzione unitaria) avevano annunciato l'astensione su questo punto: ci sono stati 182 favorevoli, 101 astenuti e nessun contrario.
La maggioranza aveva chiesto a tutte le opposizioni a sostenere la proposta. Oggi, poche ore prima del voto, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha poi attaccato gli avversari: "Mi dispiace che, di fronte ad un appello che avevamo fatto, la gran parte dell'opposizione abbia fatto un'altra scelta. Questo non lo comprendo, perché ricordo che il piano è sostenuto dai Paesi europei, dai Paesi arabi, dall'Anp, quindi rimane solo la sinistra italiana che evidentemente ha delle posizioni più radicali".
I due testi della destra: il primo serve a ‘attirare' le opposizioni
La prima risoluzione del centrodestra, come detto, era estremamente breve. In un tentativo di ridurre al minimo il terreno dello scontro, e ‘incastrare' le opposizioni costringendole a votare a favore, il testo aveva un solo impegno per il governo, descritto in un'unica frase: "Compiere ogni attività utile a sostenere e favorire l’iniziativa di pace messa in campo dagli Usa, che oggi costituisce l’unica prospettiva realistica per porre fine ad un conflitto sanguinoso".
L'iniziativa è stata criticata da Marco Grimaldi, deputato di Alleanza Verdi-Sinistra: "Il giochetto non funziona", ha dichiarato in Aula prima del voto, ricordando che in teoria ogni deputato può presentare una risoluzione: "Potevamo presentarne cento e tenervi qui inchiodati". Alla fine, anche Avs si è astenuto.
Il secondo testo è quello, più ampio, che riguardava invece il riconoscimento dello Stato di Palestina e vari altri punti politici legati al Medio oriente. Il testo sottolineava le responsabilità di Hamas nell'offensiva israeliana su Gaza – anche se riconosceva che c'è una "popolazione civile stremata dalle operazioni militari, dall’ancora troppo lenta e insufficiente distribuzione dei rifornimenti e dalla carenza di beni essenziali", nonostante il vanto del governo Meloni di aver distribuito centinaia di tonnellate di aiuti -, citava nuovamente il piano proposto da Donald Trump e criticava la Flotilla per non aver accolto la proposta di lasciare gli aiuti a Cipro.
Tra gli impegni concreti chiesti al governo c'era "attivarsi per riconoscere lo Stato palestinese a condizione che Hamas liberi tutti gli ostaggi e rinunci a ogni presenza politica e militare a Gaza e in Cisgiordania". Ma anche spingere in Europa per evitare di adottare sanzioni "generalizzate ai danni della popolazione israeliana". Si chiedeva, infine il "rapido e sicuro rientro degli attivisti a bordo della Global Sumud Flotilla" e "il contrasto all’antisemitismo". Tutte proposte accolte dalla maggioranza.
Le proposte di Pd, M5s e Avs
Mentre il centrodestra aveva depositato due testi, Partito democratico, Movimento 5 stelle e Alleanza Verdi-Sinistra avevano presentato una risoluzione unitaria: è stata bocciata con 168 voti contrari e 108 favorevoli. Tra le richieste c'erano quella di "riconoscere la Palestina quale Stato democratico e sovrano entro i confini del 1967 e con Gerusalemme quale capitale condivisa, che conviva in pace, sicurezza e prosperità accanto allo Stato di Israele", con l'impegno a "garantire ai cittadini di vivere in sicurezza al riparo da ogni violenza e da atti di terrorismo".
"Partire" dal negoziato sulla proposta degli Usa, e da lì chiedere oltre al cessate il fuoco anche "la fine dell’occupazione illegale dei territori in Cisgiordania, la liberazione dei prigionieri palestinesi illegittimamente detenuti, il pieno afflusso di aiuti umanitari continui, rapidi, sicuri e senza restrizioni all’interno della Striscia, il pieno rispetto del diritto internazionale umanitario". E ancora, promuovere "l'embargo totale di armi da e verso Israele", sospendere "qualsiasi forma di cooperazione militare".
Infine, sostenere "la legittimità della Corte Penale Internazionale e a dare piena attuazione ai suoi mandati di arresto" (che ci sono già nei confronti del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e del suo ex ministro della Difesa Yoav Gallant) e sostenere in Europa "sanzioni nei confronti del governo israeliano per la sistematica violazione del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario e nei confronti dei coloni responsabili delle violenze in Cisgiordania".
Italia viva e +Europa a sostegno del piano Usa per Gaza
Si è distinta Italia viva, partito di Matteo Renzi, con una risoluzione a sostegno del piano proposto da Donald Trump (chiamato "piano Blair", perché sarebbe coinvolto anche l'ex primo ministro britannico) e a sostegno del principio "due popoli, due Stati". Sul testo dei renziani il governo Meloni ha dato parere favorevole, e infatti è stato approvato con 181 voti favorevoli e 105 astenuti. Nel testo si chiede anche di "garantire Garantire il rispetto dei diritti costituzionali dei cittadini italiani fermati in queste ore dalle autorità israeliane a seguito della missione Flotilla" e dei cittadini "bloccati dalle manifestazioni di queste ore nelle stazioni e nelle piazza italiane".
Posizione diversa anche per +Europa: sostegno al piano degli Stati Uniti, con la possibilità di "migliorare l’accordo al fine di giungere ad una pace definitiva e duratura nell’area", soprattutto per quanto riguarda la Cisgiordania; la soluzione "due popoli, due Stati" con la "nascita di uno Stato Palestinese indipendente, libero dalla minaccia del terrorismo di Hamas"; e l'apertura di canali umanitari stabili. Anche in questo caso, il governo ha dato parere favorevole su una sola parte: è passata con 182 favorevoli e 106 astenuti (mentre due passaggi, votati separatamente, è stato bocciato).
