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Cosa c’è nel disegno di legge sull’intelligenza artificiale approvato dal governo

Nel nuovo disegno di legge promosso dal governo sull’intelligenza artificiale ci sono diverse norme, che riguardano tanto la promozione delle nuove tecnologie quanto le sanzioni penale per chi le utilizza in modo dannoso.
A cura di Annalisa Girardi
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Il governo di Giorgia Meloni ha approvato un disegno di legge sull'intelligenza artificiale, prevedendo ad esempio dagli uno ai cinque anni di reclusione per chi manomette contenuti con sistemi di IA e li diffonde per arrecare danno. Nel comunicato diffuso da Palazzo Chigi al termine del Consiglio dei ministri sono elencati alcuni dettagli in più sul provvedimento: ad esempio si specifica che nel ddl verranno individuati dei criteri regolatori "capaci di riequilibrare il rapporto tra le opportunità che offrono le nuove tecnologie e i rischi legati al loro uso improprio o al loro impiego dannoso".

Saranno introdotte delle "norme di principio e disposizione di settore" per promuovere l'uso delle nuove tecnologie con l'obiettivo di migliorare le condizioni di vita della cittadinanza, che però non si andranno a sovrapporre alle direttive contenute nell'AI Act approvato questa primavera dal Parlamento europeo. Ad ogni modo, queste nuove norme interverranno in cinque ambiti:

  • la strategia nazionale,
  • le autorità nazionali,
  • le azioni di promozione,
  • la tutela del diritto di autore,
  • le sanzioni penali.

Queste norme "prevedono che il ciclo di vita dei sistemi e dei modelli di intelligenza artificiale debba basarsi sul rispetto dei diritti fondamentali e delle libertà dell’ordinamento italiano ed europeo oltre che sui principi di trasparenza, proporzionalità, sicurezza, valorizzazione anche economica del dato, protezione dei dati personali, riservatezza, robustezza, accuratezza, non discriminazione, parità dei sessi e sostenibilità".

E ancora: "Si stabilisce che l’utilizzo dell’intelligenza artificiale non deve pregiudicare la vita democratica del Paese e delle istituzioni. Si introduce la necessità del rispetto della cybersicurezza lungo tutto il ciclo di vita dei sistemi e dei modelli di intelligenza artificiale. Si garantisce alle persone con disabilità il pieno accesso ai sistemi di intelligenza artificiale senza forme di discriminazione".

Per quanto riguarda l'utilizzo dei sistemi di intelligenza artificiale nei mezzi di comunicazione, deve avvenire senza pregiudizio ai principi di libertà e pluralismo alla libertà di espressione. In materia di sviluppo economico, invece, si promuove l'uso di questi sistemi nei settori produttivi "per migliorare la produttività e avviare nuove attività economiche per il benessere sociale, nel rispetto principio generale della concorrenza nel mercato, dell’utilizzo e della disponibilità di dati ad alta qualità". Non sarà invece applicata l'IA in materia di sicurezza e difesa nazionale: "sono escluse dall’ambito di applicazione del provvedimento le attività svolte per scopi di sicurezza nazionale, per la cybersicurezza nazionale nonché quelle svolte per scopi di difesa dalle forze armate e dalle forze di polizia".

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