Salvini: “Fontana chiuda tutto in Lombardia. Non si può aspettare il governo”

"Quando c'è di mezzo la vita e la salute degli italiani non si può scherzare, non ci sono mezze misure, non si può perdere tempo. Se il governo lo impone bene, altrimenti come Lega chiediamo che sindaci e governatori applichino in tutta Italia la chiusura per tutto il tempo necessario di tutto ciò che non essenziale, per tornare a vivere più sani e più forti di prima": così Matteo Salvini esorta governatori regionali e autorità locali a chiudere tutto, nonostante le direttive del governo che lasciano ancora margine ad alcuni spostamenti e attività, in modo da accelerare il contrasto al coronavirus.
In particolare l'appello è ad Attilio Fontana, governatore della Lombardia, che in queste settimane sta gestendo il territorio più colpito dalla pandemia: "Bisogna fare di più. Se non arrivano misure dal governo chiederò al governatore Fontana di prendere l'iniziativa e iniziare a chiudere. Quando c'è di mezzo la salute bisogna anche prendere iniziative in attesa che il governo decida", ha aggiunto il leader della Lega.
Da settimane ormai Fontana chiede misure più restrittive per invertire la tendenza dei contagi. Per sostenerlo Salvini ha condiviso la conferenza stampa del governatore, in cui vengono elencate le richieste fatte da Milano a Roma: tra queste, oltre l'utilizzo dell'esercito per far rispettare le disposizioni dei decreti, anche quella di chiudere tutto: "Se le richieste al governo dovessero essere disattese, a nostra volta emaneremo dei provvedimenti che abbiamo stabilito debbano essere congiunti con la sottoscrizione da parte dei sindaci e con la Regione per limitare queste attività che riteniamo dannose. Questo perché come ho detto e devo ribadire, i numeri non stanno andando verso un cambio di tendenza, ma stanno ancora aumentando in maniera importante", afferma il presidente della Lombardia. Fontana ha quindi ribadito di aver sempre voluto tenere un comportamento basato sulla collaborazione con il governo, e proprio per questa ragione intende prima sottoporre le richieste a Roma: "Poi in caso interverrò autonomamente", ha proseguito il governatore.
"Emetteremo dei provvedimenti congiuntamente, sindaci e Regione, anche per fare in modo che ci sia più potere coercitivo", ha aggiunto il governatore. Che ha quindi concluso: "Io ho detto quelle che sono le mie richieste: io ho già detto al presidente Conte di valutare quali filiere produttive possano essere chiuse senza che ci siano conseguenze troppo gravi o irreversibili. Non possiamo permetterci chiaramente di toccare agroalimentare, farmaceutica ed energia, ma per il resto ci sono valutazioni che deve fare il governo".