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Landini: “Prima di tutto salute e sicurezza. Servono anche a far ripartire l’economia”

Maurizio Landini, segretario della Cgil, ha risposto alle domande della stampa in merito all’accordo raggiunto questa notte tra governo, imprese e sindacati sulla sicurezza dei lavoratori, tramite una diretta Facebook. Il leader dell’associazione sindacale ha messo al primo posto salute e sicurezza, sottolineando come servano anche a far ripartire l’economia.
A cura di Annalisa Girardi
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Dopo la firma dell'accordo tra governo, imprese e parti sociali, il segretario generale della CGIL Maurizio Landini è apparso in video conferenza dalla sua pagina Facebook dell'associazione sindacale per rispondere alle domande della stampa, rigorosamente inviate in modalità telematica. "Prima viene la salute e la sicurezza. Questa è la condizione per far ripartire anche la nostra economia", ha detto Landini. "Il virus si sconfigge lavorando perché quelli della sanità devono lavorare, i ricercatori devono lavorare. Non è che si sconfigge il virus restando fermo e in attesa che finisca", ha proseguito il leader della Cgil.

"Nessuno deve rimanere da solo e nessuno deve essere licenziato", ha affermato Landini, chiedendo al governo di mettere in campo altri 4 miliardi di euro per la cassa integrazione. Il segretario generale ha inoltre puntato il dito contro gli ingenti tagli alla sanità effettuati negli ultimi anni, che stanno pesando sulla situazione di emergenza che siamo costretti ad affrontare ora con l'epidemia di coronavirus. Per quanto riguarda i dispositivi di protezione personale, come possono essere le mascherine, Landini ha assicurato che il governo "si è impegnato a risolvere il problema entro la prossima settimana".

L'accordo è stato raggiunto, dopo diverse ore di scontro, a notte inoltrata. Il tavolo della discussione ha visto la partecipazione, in videoconferenza, di autorità governative, imprese e parti sociali. Le imprese spingevano per un codice di autoregolamentazione meno stringente che non le vincolasse alle decisioni delle autorità e respingevano la possibilità di chiudere alcuni giorni per consentire la sanificazione degli ambienti. Mentre le parti sociali chiedevano maggiori garanzie di sicurezza per coloro che non potevano accedere allo smart working.

"Dopo diciotto ore di lungo e approfondito confronto, è stato finalmente siglato tra sindacati e associazioni di categoria il protocollo di sicurezza nei luoghi di lavoro. Per il bene del Paese, per la tutela della salute di lavoratrici e lavoratori. L'Italia non si ferma", ha scritto oggi Giuseppe Conte sulle sue pagine social. Stefano Patuanelli, il ministro per lo Sviluppo economico, ha invece commentato: "È stata una notte importante per tutto il Paese. Grazie alle associazioni di categoria e ai sindacati per aver raggiunto l’intesa sul protocollo di sicurezza nei luoghi di lavoro. Avete dato prova di essere all’altezza delle sfide che ci aspettano. Uniti per non fermare l’Italia". Infine, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà: "Preservare la salute dei lavoratori sul luogo di lavoro. Questo era l'obiettivo più importante da raggiungere e questo è l'obiettivo che abbiamo raggiunto dopo una notte di confronto con le associazioni di categoria. Adesso teniamo duro e superiamo questo momento".

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