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Berlusconi sta con il governo: “In guerra ci si stringe attorno a chi decide”

Pur restando in maniera convinta all’opposizione del governo Conte, il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, sottolinea che in questo momento bisogna stringersi attorno all’esecutivo: “Non credo che questa discussione sia attuale mentre tante famiglie piangono i loro morti e medici e infermieri rischiano la vita. Siamo in guerra e in guerra ci si stringe intorno a chi ha la responsabilità di decidere”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, non ci sta ad attaccare il governo e a chiedere un cambio di guida a Palazzo Chigi. L’ex presidente del Consiglio ribadisce di essere all’opposizione, ma sottolinea anche che in una situazione particolare come quella che stiamo vivendo, definita di guerra, “ci si stringe intorno a chi ha responsabilità di decidere”. In un’intervista a Repubblica, Berlusconi replica anche a Matteo Salvini, che invoca l’idea di un gabinetto di guerra: “Siamo e rimarremo all’opposizione del governo Conte, verso il quale non posso che ribadire le critiche che abbiamo mosso fin dal giorno del suo insediamento. Non credo però che questa discussione sia attuale mentre tante famiglie piangono i loro morti e medici e infermieri rischiano la vita. Siamo in guerra e in guerra ci si stringe intorno a chi ha la responsabilità di decidere”.

Le critiche di Berlusconi a Conte

Il giudizio sull’operato di Conte non è del tutto positivo, nonostante le difficoltà inevitabili del momento: “Proprio per aver governato molti anni, non mi sfuggono le difficoltà in un momento così drammatico. Proprio per questo, al suo posto avrei fatto appello in modo esplicito, in Parlamento, all’opposizione e ai suoi componenti più esperti per collaborare nell’emergenza. Collaborare non significa venire informati delle decisioni prese, significa lavorare insieme per costruire delle decisioni migliori”. E l’idea di Forza Italia è quella di preparare, “con grande spirito collaborativo, un vasto piano di interventi immediati da 100 miliardi di euro, abbattendo tutti i vincoli burocratici. Lo presenteremo a giorni al presidente del Consiglio”.

Coronavirus, Berlusconi loda Draghi: Ue lo segua

La figura di Mario Draghi è stata più volte indicata, negli ultimi giorni, come quella che può guidare l’Italia in questo momento. Per Berlusconi la “competenza e l’autorevolezza di Mario Draghi sarebbero utili per far ripartire l’Italia”. E dalle parole di Draghi deve ripartire anche l’Ue, secondo il leader azzurro: “Spero che l’intera Europa faccia proprie l’analisi e le indicazioni di Mario Draghi. Oggi questo non sta avvenendo. Da convinto europeista sono molto preoccupato dell’atteggiamento di alcuni paesi del Nord, che forse non si sono resi conto di una cosa fondamentale. Questa emergenza sanitaria ed economica riguarda tutti: o la supereremo insieme o sarà un disastro per tutti. Se in un momento come questo l’Europa non dimostra di essere una comunità solidale basata su valori condivisi, non sarà più la nostra Europa, quella in cui abbiamo sempre creduto con la mente e con il cuore. Mi auguro che le classi dirigenti se ne rendano conto”.

Il giudizio di Berlusconi sui buoni spesa

Infine, Berlusconi parla anche dell’ultima iniziativa del governo, con i fondi per i buoni spesa per i cittadini meno abbienti: “Intanto è assolutamente insufficiente. Molte persone soprattutto nel Mezzogiorno rischiano di trovarsi davvero alla fame e il problema non si risolve con un contributo di appena 400 milioni. Stanno operando meglio i governatori di centrodestra al Sud: il nostro Vito Bardi ha realizzato per la Basilicata una social-card per le famiglie bisognose, la nostra Jole Santelli in Calabria sta predisponendo buoni-spesa per chi è in difficoltà, il presidente Musumeci ha stanziato 100 milioni per la sola regione Sicilia. Oltre all’indispensabile ed immediato aiuto ai più deboli, rimane poi la necessità di un sostegno al sistema economico nel suo complesso. Le aziende chiudono, il numero dei bisognosi esploderà. Occorre subito una garanzia dello Stato sui prestiti delle banche agli operatori economici”.

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