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Cop27, nel documento finale nessun accenno alla riduzione delle emissioni. Per Ue e Onu è “deludente”

Nell’accordo raggiunto dai leader mondiali alla Cop27 in Egitto non c’è nessun accenno alla riduzione delle emissioni. Confermato l’obiettivo, fissato a Glasgow lo scorso anno, di mantenere il riscaldamento globale entro i 1,5 gradi dai livelli pre-industriali.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il documento che contiene l'accordo mondiale raggiunto dalla Cop27 di Sharm el-Shiekh delude l'Europa e l'Onu: nessuna risposta sulla riduzione delle emissioni, che sono la causa principale del riscaldamento globale. È stato inserito solo un velato riferimento ai benefici del gas naturale come energia a basse emissioni, nonostante molti Paesi chiedano una riduzione graduale del gas naturale, che contribuisce al cambiamento climatico.

Salvato invece l'obiettivo di mantenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi Celsius dai livelli pre-industriali, considerato il risultato più importante della Cop26 di Glasgow, tenutasi l'anno scorso.

Nel testo non c'è nulla però su riduzione o eliminazione dell'uso dei combustibili fossili, che erano state richieste da diversi Paesi. Si parla soltanto di riduzione della produzione elettrica a carbone con emissioni non abbattute, non di eliminazione. E si sottolinea l'importanza della transizione alle fonti rinnovabili, auspicando l'eliminazione dei sussidi alle fonti fossili. La Cop27 ritiene che per arrivare a zero emissioni nette nel 2050 sia necessario investire fino al 2030 4mila miliardi di dollari all'anno in rinnovabili.

Nell'accordo viene riconosciuto però che per mantenere l'obiettivo di 1,5 gradi è necessario ridurre le emissioni del 43% al 2030 rispetto al 2019. Ma con gli impegni di decarbonizzazione attuali il taglio delle emissioni al 2030 sarebbe solo dello 0,3% rispetto al 2019. Per questo motivo, gli Stati che non hanno ancora aggiornato i loro obiettivi di decarbonizzazione (Ndc) sono invitati a farlo entro il 2023.

L'assemblea plenaria ha deciso inoltre l'istituzione di un fondo per i ristori delle perdite e dei danni del cambiamento climatico. Un Comitato transitorio dovrà preparare un progetto da presentare alla prossima Cop28 nel 2023 per l'avvio operativo del fondo. Il via libera al fondo ‘loss & damage' è l'impegno da parte delle nazioni a contribuire a pagare i danni che il cambiamento climatico sta causando ai Paesi emergenti, costretti a fare i conti con inondazioni, siccità, carestie, ondate di calore e tempeste peggiorate dal cambiamento climatico, pur avendo emesso una piccola frazione dell'inquinamento da carbonio.

Le reazioni al documento finale

L'Unione europea ha espresso "delusione" per la "mancanza di ambizione" nell'accordo finale della confernza sul clima Cop27 nella tabella di marcia per ridurre le emissioni di CO2. "Quello che abbiamo davanti non è abbastanza da costituire un passo in avanti per la popolazione del pianeta. Non porta sufficienti sforzi aggiuntivi da parte degli inquinatori maggiori per un incremento e un'accelerazione delle loro emissioni", ha dichiarato il vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans, chiudendo a Sharm El Sheikh la conferenza per il clima dell'Onu.

"Dobbiamo ridurre drasticamente le emissioni ora, e questo è un tema che questa Cop non ha affrontato. Un fondo per i loss and damage è essenziale, ma non è una risposta alla crisi climatica che spazza via una piccola isola dalla mappa, o trasforma un intero paese africano in un deserto. Il mondo ha ancora bisogno di un passo da gigante sull'ambizione climatica. La linea rossa che non dobbiamo superare è la linea che porta il nostro pianeta oltre il limite di 1,5 gradi di temperatura", ha commentato il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, in un messaggio per la chiusura della conferenza.

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