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Conte dice che sul limite del doppio mandato decideranno gli iscritti del Movimento 5 stelle

Il nuovo leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, annuncia che gli iscritti saranno chiamati ad esprimersi su una possibile modifica del limite del doppio mandato. “È necessario – ha detto – trovare una soluzione che tenga in equilibrio il principio per il quale la politica non deve essere un mestiere di vita e l’esigenza di trovare una formula per salvaguardare l’esperienza acquisita”.
A cura di Giuseppe Pastore
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Il futuro del rinnovato Movimento 5 stelle passa anche dal limite del doppio mandato. Ne è consapevole il nuovo leader Giuseppe Conte che ieri, intervistato nel programma di Rete 4 Quarta Repubblica, ha detto che il tema dovrà essere risolto e che sarà sottoposto alla votazione degli iscritti.  "Avremo delle proposte che faremo alla comunità interna – ha detto l'ex presidente del Consiglio – È necessario trovare una soluzione che tenga in equilibrio il principio per il quale la politica non deve essere un mestiere di vita e l'esigenza di trovare una formula per salvaguardare l'esperienza acquisita". Conte ha evitato di sbilanciarsi troppo su uno dei principi fondanti del Movimento, di cui ha preso le redini, né ha indicato quali saranno i tempi per coinvolgere la base in questa decisione. Solo a novembre 2020, durante gli Stati generali del M5s, l'ex reggente Vito Crimi diceva che non ci sarebbe stata nessuna deroga al limite dei due mandati "per le istituzioni regionali, nazionali e europee".

Il limite del doppio mandato nel M5s

Un ruolo importante nelle valutazioni da compiere potrà essere giocato dal nuovo Comitato di garanzia che sarà scelto domani dagli attivisti e che avrà il compito di sovrintendere alla corretta applicazione delle disposizioni dello statuto. Una cosa è certa: Conte, fresco di elezione online, dovrà tenere insieme le istanze della base pentastellata più vicina alle origini con quelle dei big che dopo due elezioni rischierebbero di chiudere la loro esperienza politica. Il limite del doppio mandato è stato, sin dall'inizio, uno dei segni distintivi dei 5 stelle, impedendo agli eletti di fare carriera in politica e distinguendo così il Movimento dai partiti tradizionali. "Io sono uscito da Palazzo Chigi – ha detto Conte nel corso della sua intervista – e sono tornato tra la gente per riossigenarmi. Questo ci fa bene. Oggi non sono neppure parlamentare e ho rifiutato il seggio che si era liberato per le suppletive a Roma proprio per stare in mezzo alle persone e sentire i loro bisogni e le loro urgenze".

Il principio del doppio mandato è già stato modificato

Un anno fa il Movimento 5 stelle aveva già messo mano al limite dei due mandati, fino ad allora ritenuto invalicabile. Ad agosto 2020, infatti, gli attivisti avevano votato su Rousseau esprimendosi a favore, con l'80% di sì, del quesito che chiedeva di modificare il limite prevedendo nullo il mandato da consigliere comunale. Il cosiddetto mandato zero. Una novità che, ad esempio, ha consentito a Virginia Raggi di ricandidarsi per la carica di sindaca di Roma, nonostante avesse già alle spalle un mandato da consigliera e uno da prima cittadina. In quell'occasione gli iscritti avevano anche acconsentito alla possibilità di alleanze del Movimento con liste civiche e con partiti, sulla base dell'esperienza dei due governi Conte. Sono stati entrambi scossoni importanti per la struttura del M5s e per il suo futuro. E avevano aperto alla possibilità, non così remota, che anche il limite del doppio mandato potesse cadere.

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