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Conte dice che il governo vuole creare una guerra tra lavoratori soffiando sul disagio sociale

“Il governo vuole creare una guerra fra lavoratori soffiando sul disagio sociale – dice il leader del Movimento 5 Stelle – il primo maggio celebra la Festa dei lavoratori con un decreto che rende i lavoratori più precari e più soli in un momento di difficoltà”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Un decreto Lavoro contro i lavoratori. Il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, si scaglia contro il governo Meloni. Motivo dell'attacco: il prossimo decreto legge che verrà approvato lunedì primo maggio in Consiglio dei ministri. Tante le misure in ballo: dalla riforma del reddito di cittadinanza al prolungamento dei contratti a tempo determinato. Le due appena citate, non a caso, sono bandiere del partito grillino, prima con il decreto Dignità, poi con l'introduzione del sostegno al reddito. Sui social Conte parla di un governo che ha una "visione distorta", che "vuole creare una guerra fra lavoratori soffiando sul disagio sociale", che "il primo maggio celebra la Festa dei lavoratori con un decreto che rende i lavoratori più precari e più soli in un momento di difficoltà". E aggiunge: "Ci batteremo senza risparmio contro chi vuole calpestare la dignità del lavoro scolpita in Costituzione".

In campagna elettorale a Orbassano, in provincia di Torino, Conte attacca ancora: "Se il governo vuole fare questa smargiassata di convocare il Consiglio dei ministri il primo maggio, lo faccia per approvare il salario minimo legale. Quattro milioni e mezzo di lavoratrici e lavoratori vanno avanti con paghe da fame di 2, 3, 4, 5 euro lordi all'ora. È una vergogna". Il salario minimo, come lo stop ai prolungamenti dei contratti a termine dopo l'anno e il reddito di cittadinanza, è da tempo un'altra bandiera del Movimento 5 Stelle.

Il leader pentastellato punge sul Def e rilancia: "Preparano la pagliacciata del Consiglio dei ministri il primo maggio, Festa dei lavoratori. E lo fanno per smantellare il sistema di protezione che noi avevamo introdotto con il reddito di cittadinanza e per rendere ancora più precario il lavoro". La conclusione è secca: "Per i lavoratori c'è poco da festeggiare".

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