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Conte avverte Meloni su premierato: “Si schianterà al referendum”. Renzi: “Se migliora testo lo votiamo”

Giuseppe Conte avverte Giorgia Meloni sulla riforma costituzionale, affermando che se non cambia il disegno di legge si andrà a schiantare al referendum. Matteo Renzi, da parte sua, racconta il suo tentativo di riform: “Ai miei avversari di allora non interessava la Costituzione: bastava farmi fuori e hanno usato il referendum contro di me. Non farò questo a Meloni”.
A cura di Annalisa Girardi
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Il governo modifichi il progetto di riforma costituzionale, altrimenti si andrà a schiantare al referendum: è l'avvertimento lanciato da Giuseppe Conte dopo l'approvazione – da parte della squadra di Giorgia Meloni – del disegno di legge che andrebbe a introdurre l'elezione diretta del presidente del Consiglio. In un'intervista a Repubblica il leader del Movimento Cinque Stelle afferma che la maggioranza dovrebbe aprire alle modifiche del ddl Casellati in Parlamento, perché "è la risposta sbagliata, un modello ibrido e confuso, un ircocervo che non esiste in nessun’altra nazione e che distrugge l’equilibrio dei poteri rendendo il capo dello Stato nient’altro che un passacarte", altrimenti "si andrà a schiantare nel referendum confermativo".

Per Conte la riforma costituzionale del governo distrugge gli equilibri tra i poteri

Secondo Conte il progetto di riforma costituzionale "non evita i ribaltoni, anzi per certi versi li ‘costituzionalizza'". E propone: "Ci sono meccanismi per rafforzare la figura del premier mantenendo l'equilibrio tra i vari organi costituzionali. Ad esempio potrebbe prendere solo lui la fiducia dal Parlamento, potrebbe promuovere la revoca dei ministri che non si rivelassero all'altezza, si possono prevedere molte cose". Il problema principale riguarda il ruolo del capo dello Stato, che verrebbe "solo apparentemente salvaguardato", ma in realtà "degradato a una funzione meramente protocollare".

Il leader M5s annuncia poi che aprirà al confronto con le altre opposizioni, pur confidando che "ci possa essere la disponibilità della maggioranza a intervenire in modo più razionale e costruttivo".

Renzi pronto a votare il testo se questo verrà migliorato

Per quanto riguarda la linea delle altre opposizioni, non tutte la pensano allo stesso modo. Italia Viva, che aveva allo stesso modo lanciato l'elezione diretta del premier in campagna elettorale, si dice infatti pronta a votare la riforma, al netto di qualche modifica. "Noi vogliamo l'elezione diretta del premier. Permettere ai cittadini di scegliere chi deve governare è una cosa normale in tutto il mondo. L'avevamo messa nel programma delle Politiche, non cambiamo idea ogni anno. Ha cambiato idea chi dice no a sinistra. E ha cambiato idea la destra che partiva dal presidenzialismo", dice Matteo Renzi in un'intervista al Corriere della Sera.

Per Renzi ci sono comunque diverse cose da migliorare e conta di farlo in sede parlamentere. "La proposta è un passo in avanti ma molti nodi sono da chiarire. Il tetto ai mandati, il ballottaggio, il superamento del bicameralismo. E naturalmente non capisco perché il premier non possa scegliere e revocare i ministri. Presenteremo in Aula i nostri emendamenti".

Ad ogni modo Italia Viva, se il testo finale sarà migliorato, è pronta a votare la riforma costituzionale: "Se ho perso Palazzo Chigi è solo perché hanno usato il referendum contro di me. Ai miei avversari di allora non interessava la Costituzione: bastava farmi fuori. E io non farò a Giorgia ciò che Giorgia ha fatto a me, perché io non sono come loro. Siamo pronti a votare la riforma costituzionale restando all'opposizione. Miglioriamo il testo e poi decidiamo".

Per Schlein è una riforma pericolosa che stravolge il sistema parlamentare

Criticità sulla riforma vengono evidenziate anche dalla leader del Partito democratico, Elly Schlein, secondo cui questo progetto serve solo a distrarre dai reali problemi del Paese. "È una riforma pasticciata e pericolosa, presentata ora come distrazione di massa dalle promesse tradite della manovra e dalla mancanza di risposte sul terreno economico e sociale, mentre le diseguaglianze aumentano", dice la segretaria dem in un'intervista ad Avvenire. "Stravolge la Repubblica parlamentare, indebolisce il Parlamento e le prerogative del Presidente della Repubblica, che è l'istituzione che ha garantito maggiore stabilità e credibilità al Paese".

Schlein quindi aggiunge: "Avevamo proposto la sfiducia costruttiva, un limite ai decreti d'urgenza, la riforma della legge elettorale per ridare ai cittadini potere di scelta dei rappresentanti. Ma nella loro proposta non c'è niente di tutto questo, solo la storica voglia della destra di un capo solo al comando. Noi la contrasteremo con ogni strumento a disposizione in Parlamento e anche fuori".

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