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Conte alla Camera: “Se riapriamo adesso i contagi torneranno ad aumentare in modo esponenziale”

Giuseppe Conte interviene alla Camera dei deputati con un’informativa sulle iniziative del governo per la ripresa delle attività economiche. “Non possiamo permettere che gli sforzi compiuti risultino vani per imprudenze commesse in questa fase così delicata. Passare dal “chiudiamo tutto” a “apriamo tutto” sarebbe pericoloso. Lo dico forte e chiaro: il governo non può permettere un ritorno alla normalità quando il virus ancora è in circolo”, afferma il presidente del Consiglio.
A cura di Annalisa Girardi
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Giuseppe Conte è intervenuto alla Camera dei deputati per un'informativa sulle iniziative del governo per la ripresa delle attività economiche. In altre parole, sull'attesa Fase 2. Dopo l'annuncio del Dpcm con il quale l'esecutivo allenterà, seppure leggermente, le misure contenitive a partire dal prossimo 4 maggio, Conte ha dovuto fronteggiare numerose critiche arrivate sia dall'opposizione che dalla stessa maggioranza. Il governo è stato accusato di non aver preso provvedimenti abbastanza coraggiosi in vista della riapertura, tenendo il Paese ancora bloccato mentre nel resto del mondo le persone tornano a lavoro e sia le scuole che i negozi riaprono. Durante la sua visita in Lombardia Conte aveva già avvertito sui rischi di un ritorno affrettato alla normalità, spiegando che la situazione epidemiologica non permetteva di fare più di quanto non fosse già stato stabilito.

Le polemiche sono scoppiate ancora prima dell'intervento di Conte: l'opposizione ha lamentato il fatto che Conte non indossasse la mascherina, nonostante fosse a distanza di sicurezza rispetto ai deputati e ai funzionari della Camera. Il deputato Paternoster (Lega) ha deciso di togliersi la mascherina in segno di protesta, alimentando la bagarre in aula. Il presidente di Montecitorio, Roberto Fico, ha sospeso la seduta per qualche minuto.

"Emergenza senza precedenti"

"Stiamo affrontando un'emergenza senza precedenti nella nostra storia repubblicana. Siamo costretti a ripensare le nostre relazioni e il nostro modello di sviluppo economico. Sono giorni in cui è vivace il dibattito sulle decisioni assunte, e anche sulle modalità con le quali queste sono state assunte", ha iniziato Conte. "Il governo ha sempre compreso la gravità del momento, e proprio per questo non ha mai voluto procedere in maniera solitaria o improvvisata", ha aggiunto sottolineando il coinvolgimento non sono del governo, ma anche degli enti locali, delle parti interessate, e anche del Parlamento. "Il governo ha adottato da subito un indirizzo che prevede un costante confronto con il comitato tecnico scientifico, per dare una base scientifica a tutte le decisioni aggiunte", ha proseguito Conte, rivendicando il ruolo del team di esperti che ha sempre accompagnato i processi decisionali dell'esecutivo durante tutta l'emergenza.

"Per un governo chiamato a rispondere a una sfida così complessa, di fronte a una minaccia talmente letale, è d'obbligo basarsi sulle conoscenze del mondo scientifico invece che sulle opinioni, anche mutevoli, che non hanno una solida base scientifica", ha detto Conte, citando un rapporto del comitato tecnico-scientifico secondo cui una riapertura generale il prossimo 4 maggio porterebbe a una crescita esponenziale dei contagi. Uno scenario che saturerebbe le terapie intensive entro poco tempo: "L'impatto sul nostro sistema sanitario sarebbe tale da costringerci a una ri-chiusura, che comporterebbe conseguenze economiche ancora più gravi di quelle che stiamo vivendo ora". Conte ha quindi rivendicato l'azione prudente del governo.

Non si torna alla normalità finché circolerà il virus

"Non possiamo permettere che gli sforzi compiuti risultino vani per imprudenze commesse in questa fase così delicata. Passare dal "chiudiamo tutto" a "apriamo tutto" sarebbe pericoloso. Lo dico forte e chiaro: il governo non può permettere un ritorno alla normalità quando il virus ancora è in circolo. Abbiamo ancora tantissimi contagi: questa emergenza è partita da un solo caso che ha poi contagiato il mondo intero. Pensato cosa accadrebbe con 155mila positivi che possono contagiare gli altri", ha detto Conte affermando che il programma del governo non sia una campagna elettorale per raccogliere consensi. Le scelte forse impopolari, ha proseguito, in realtà mettono a primo posto la salute dei cittadini.

Conte ha quindi sottolineato che nei prossimi giorni si dovrà tenere sotto controllo l'evoluzione dell'epidemia con la riapertura di molte attività produttive. Il monitoraggio avverrà anche tramite l'app Immuni, a cui ieri sera il Consiglio dei ministri ha dato il via libera. Conte ha anche confermato che nel mese di maggio si procederà con 150mila test sierologici: "Il complesso di queste iniziative ci aiuterà a valutare il reale quadro di diffusione dell'epidemia. E dovremo essere preparati a intervenire prontamente per circoscrivere nuovi focolai di contagio, anche procedendo con nuove misure restrittive", ha continuato confermando che dopo questo periodo di test le Regioni in cui lo stato dell'epidemia lo permette, potranno autonomamente pensare ad allentare le misure restrittive. Questo però andrà fatto su basi scientifiche comprovate, "non sull'autonoma iniziativa di enti locali", ha proseguito Conte sottolineando che al momento le ordinanze locali non possono contrastare le disposizioni del governo: se lo fanno, sono da considerarsi illegittime.

Riapertura su base regionale

Se nei prossimi giorni la curva dei contagi non dovesse oltrepassare la soglia critica, il governo allenterà ulteriormente le misure contenitive. Dopo il periodo che andrà dal 4 al 17 maggio, si potrà procedere alla riapertura del commercio al dettaglio e del settore della ristorazione, ha annunciato Conte, precisando che però si dovrà continuare a rispettare il distanziamento sociale ancora per qualche tempo. "Stiamo già lavorando per definire con la massima accuratezza i protocolli di sicurezza per la ripresa al più presto di tutte le attività", ha aggiunto.

Il presidente del Consiglio ha quindi avvertito sulla gravità del quadro economico che il nostro Paese dovrà affrontare, per cui è previsto un crollo del Pil dell'8% nel 2020, che potrebbe però anche rivelarsi ancora più serio nel caso in cui l'epidemia dovesse persistere ancora a lungo. Conte ha quindi proseguito illustrando i provvedimenti economici che il governo si prepara ad approvare per sostenere economicamente famiglie e imprese nel decreto di aprile. "L'emergenza sanitaria ed economica non può diventare anche sociale: il governo non lascerà nessuno indietro", ha detto Conte sottolineando la preoccupante nascita di nuove situazioni di povertà. E in questo senso ha anche citato le famiglie più vulnerabili in cui i più piccoli, bambini e ragazzi, sono i più colpiti a causa del lockdown e della chiusura delle scuole.

"La difficoltà dello scenario che abbiamo di fronte non può precluderci dal vedere le opportunità che si creeranno: il governo intende predisporre un secondo decreto legge per la rinascita economica e produttiva dell'Italia. La crisi economica ha colpito il Paese in un momento di fragilità: a maggior ragione dobbiamo mettere in  campo una risposta pubblica in grado di rinnovare le infrastrutture, potenziarne la capacità, verso un'innovazione verde e digitale", ha affermato Conte, sottolineando la necessità di semplificare le procedure amministrative e snellire la burocrazia.

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