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Confindustria: “La politica vuole far credere che con 172 mld dell’Ue risolveremo tutto. Non è vero”

“Non ci sarà la signora von der Leyen che ci stacca un assegno da 172 miliardi. C’è la tendenza a far credere agli italiani che finalmente abbiamo risolto tutti i nostri guai. Non è vero, e la politica ha il dovere di dirlo”: il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, si dice preoccupato per la classe politica del Paese che presenta “zero visione” per quanto riguarda il futuro post-emergenza di coronavirus.
A cura di Annalisa Girardi
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"Questo è un momento tragico per tutti e non eravamo pronti ad affrontarlo. Possiamo uscirne, ma solo se approfittiamo di questa crisi drammatica per cambiare il Paese. Purtroppo è esattamente quello che non sta accadendo": così il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, durante un evento di Fondazione Fiera ha commentato l'operato del governo per quanto riguarda la risposta economica all'emergenza coronavirus. Il numero uno di Confindustria ha definito il ceto politico come "non all'altezza della sfida". Per poi precisare: "Io vedo la classe politica, non parlo di Governo, parlo di ceto politico molto concentrato sull'emergenza, giustamente, ma con zero visione e zero strategie su dove dobbiamo andare e questo mi preoccupa molto".

Secondo Bonomi ci sono dei nodi che vanno affrontati. Ma ci sono "visioni diverse all'interno dello stesso partito, così diventa tutto complicato". E ribadisce: "Abbiamo delle grandi questioni che dobbiamo affrontare, slegati e scevri da ogni interesse di parte e dividendo elettorale: è una grande opportunità, forse l'ultima e sarei deluso se questo Paese sprecasse questa opportunità". Secondo il presidente di Confindustria, il rischio si presenta già per quanto riguarda il via libera al Recovery Fund da 750 miliardi di euro dell'Unione europea: "Ci regala speranza ma il track record di questo Paese nell'utilizzo dei fondi e nella gestione degli investimenti non è positivo, anzi. Normalmente abbiamo sprecato delle grandi occasioni".

Secondo Bonomi, c'è "la tendenza a far credere agli italiani che finalmente abbiamo risolto tutti i nostri guai. Non è vero, e la politica ha il dovere di dirlo". E taglia corto: "Non è vero che i 172 miliardi, ammesso che restino tali dopo il negoziato tra gli Stati, ci arriveranno in tasca per default". Infatti, bisogna considerare che quella della Commissione non è che una proposta, che dovrà però ancora essere discussa in sede di Consiglio europeo dai capi di Stato e di governo dell'Unione."Sarà un percorso lungo per averli che prevede l'unanimità di voto all'interno della Comunità europea e sarà soggetto a tantissime contrattazioni e condizionalità, sappiamo l'atteggiamento dei paesi del nord Europa rispetto a quelli del Sud", ha aggiunto Bonomi.

In questi giorni il presidente di Confindustria ha contattato anche il commissario agli Affari europei, Roberto Gentiloni, e il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, confrontandosi sul tema del piano di ripresa proposto dalla Commissione. "La svolta decisiva a Bruxelles è importante, ma la strada è ancora lunga e tortuosa", ha poi commentato. E ancora: "Non possiamo  far credere alla gente che useremo quei soldi per fare spesa corrente, nella convinzione che ormai con la formula degli ‘aiuti a fondo perduto' sono saltati tutti i vincoli europei". Quindi avverte: "Da gennaio 2021 non ci sarà la signora von der Leyen che ci stacca un assegno da 172 miliardi". Il tutto "ammesso e non concesso che a settembre saremo in grado di presentare il piano delle riforme, i fondi arriveranno un po' alla volta, in base a quelle che di volta in volta dimostreremo di aver avviato e poi attuato".

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