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Concessioni balneari, Corte Ue boccia rinnovo automatico: cosa succede adesso

La Corte di giustizia dell’Unione europea ha chiarito con una sentenza che le concessioni balneari, secondo le norme europee come la direttiva Bolkestein, non possono essere rinnovate automaticamente. Aumenta la pressione sul governo Meloni, che deve intervenire sul tema per evitare sanzioni dall’Europa.
A cura di Luca Pons
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"Le concessioni di occupazione delle spiagge italiane non possono essere rinnovate automaticamente ma devono essere oggetto di una procedura di selezione imparziale e trasparente". Lo ha confermato definitivamente, oggi, una sentenza della Corte di giustizia del'Unione europea. Il tema delle concessioni balneari è da tempo spinoso per i governi italiani e particolarmente per il centrodestra, che si è sempre schierato a favore degli attuali detentori dei diritti di utilizzo delle spiagge. Si tratta di imprenditori che nella maggior parte dei casi hanno le concessioni da anni e tendenzialmente pagano un prezzo molto basso per l'affitto. La mancanza di bandi regolari per riassegnare queste concessioni è al centro del contenzioso tra Italia e Unione europea.

Perché le concessioni non possono rinnovarsi in automatico

Come chiarito oggi dalla Corte, a seguito della direttiva Bolkestein sulla concorrenza (che risale al 2006), le concessioni per i beni di cui c'è una scarsità naturale non possono essere rinnovate in automatico e devono essere sottoposte a gare pubbliche. "I giudici nazionali e le autorità amministrative" italiane "sono tenuti ad applicare le norme pertinenti" del diritto europeo, "disapplicando le disposizioni nazionali non conformi". Insomma, i Comuni marittimi dovrebbero ignorare le norme italiane in vigore (l'ultima proroga delle concessioni l'ha attuata il governo Meloni con il decreto Milleproroghe), e i giudici italiani dovrebbero dargli ragione in caso di ricorso.

Infatti, secondo le norme europee "gli Stati membri devono applicare una procedura di selezione tra i candidati potenziali" e la concessione deve avere "una durata limitata adeguata e non può prevedere la procedura di rinnovo automatico". Queste norme sono state recepite dall'Italia, ma "una legge del 2018 ha previsto che le concessioni in essere fossero prorogate fino al 31 dicembre 2033, al fine di disporre del tempo necessario allo svolgimento di tutte le attività essenziali per la riforma delle concessioni", ha ricordato la Corte.

La decisione della Corte aumenta la pressione sull'Italia, che dovrebbe ora intervenire in tempi rapidi. Anche perché la Commissione europea, che negli scorsi giorni ha chiesto una "soluzione urgente" al governo Meloni, potrebbe basarsi anche su questa sentenza per accelerare la procedura di infrazione dell'Italia. A quel punto, nel giro di due mesi potrebbero arrivare le sanzioni all'Italia.

Salvini: "La Bolkestein non si applica, non c'è scarsità di spiagge"

"La sentenza della Corte di Giustizia europea dà ragione all’approccio della Lega. È un grande successo per l’Italia e che ci permette di tutelare migliaia di famiglie e di imprese balneari. La nuova mappatura delle spiagge sarà fatta dal Mit e, come sempre, verranno utilizzati criteri di buonsenso". Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha commentato così la sentenza.

A spiegare il perché dell'esultanza è stato Gian Marco Centinaio, vicepresidente leghista del Senato ed ex ministro del Turismo, si è detto tranquillo: "La sentenza della Corte di giustizia europea dà ragione all’approccio che da anni la Lega porta avanti. Conferma, infatti, che l’eventuale applicazione della direttiva Bolkestein alle concessioni balneari italiane passa per la verifica della scarsità delle risorse a livello nazionale. Una scarsità che, di fronte a ottomila chilometri di coste, è evidentemente inesistente".

"Quindi: niente scarsità, niente Bolkestein". In "singoli Comuni o ristretti territori", la presenza di stabilimenti balneari "può essere più densa", ma a livello nazionale non è così, ha sostenuto Centinaio, perciò "questa sentenza rappresenta un’ulteriore spinta a procedere rapidamente con la mappatura delle spiagge da noi richiesta".

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