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Manovra 2026

Taglio Irpef in Manovra 2026, ci guadagna soprattutto chi prende oltre 50mila euro: le simulazioni

Buona parte dei soldi stanziati per il taglio dell’Irpef nella manovra 2026 serviranno a pagare lo sconto fiscale a chi guadagna più di 50mila euro all’anno. Lo mostra la relazione tecnica. Questi contribuenti pagheranno 440 euro in meno di tasse, fino a un tetto di 200mila euro all’anno: si parla di circa 2,9 milioni di persone.
A cura di Luca Pons
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Non è un mistero che con il nuovo taglio dell'Irpef inserito nella legge di bilancio 2026 l'intento del governo Meloni fosse quello di aiutare i redditi medio-alti. L'aliquota scenderà dal 35% al 33% per chi guadagna tra 28mila e 50mila euro, ma gli effetti si faranno sentire anche molto oltre questa soglia, fino al tetto fissato a 200mila euro. Non solo: per far avere lo sconto fiscale a chi ha un reddito oltre i 50mila euro servirà una gran parte di tutto i soldi stanziati, il 43%. Il tutto mentre, si ricorda, i guadagni per chi prende fino a 30-35mila euro saranno di pochi euro al mese.

Questi sono i numeri: come detto, il taglio tocca l'aliquota che colpisce la parte di entrate tra 28mila e 50mila euro lordi. La abbassa di due punti, dal 35% al 33%. I redditi che si aggirano poco sopra i 28mila euro, però, avranno dei benefici piuttosto limitati: ad esempio, 3,30 euro al mese se ne guadagni 30mila, 11,70 euro la mese se ne guadagni 35mila. Senza contare gli effetti dell'inflazione e del cosiddetto drenaggio fiscale, che in molti casi cancellano quasi del tutto i vantaggi della riforma per i redditi più bassi coinvolti.

Visto che il calcolo dell'Irpef è progressivo, anche chi prende oltre 50mila euro ottiene il massimo beneficio, ovvero uno sconto fiscale pari a 440 euro all'anno, o 36,70 euro al mese. Il governo Meloni ha fissato un tetto limite a 200mila euro, oltre il quale si subisce un taglio delle detrazioni pari proprio a 440 euro: in pratica, nella maggior parte dei casi, si azzera l'effetto della riforma Irpef.

La verità, però, è che questo tetto a 200mila euro ha un valore più che altro simbolico. I contribuenti che hanno redditi oltre questa soglia sono circa 145mila. Numeri alla mano – lo indica la relazione tecnica della manovra, stilata dal governo – aver messo il limite farà risparmiare 12,6 milioni di euro all'anno allo Stato. Per una misura che ne costa 2,96 miliardi all'anno, si parla di circa 0,3% del totale.

Chi si trova nella fascia ideale sono i redditi tra 50mila e 200mila euro. Questi otterranno lo stesso risparmio, ovvero i già citati 440 euro al mese. Come mostrano i dati del ministero dell'Economia, si parla di circa 2,88 milioni di persone. Calcolando 440 euro a testa, la spesa arriva a 1,27 miliardi di euro ogni anno. Ovvero il 43% circa del totale stanziato dal governo.

Il numero di beneficiari coinvolti, sulla carta, è molto più alto: circa 13,5 milioni di contribuenti. Di questi, 9,6 milioni sono sotto la soglia dei 50mila euro ma, come detto, i benefici in alcuni casi sono molto limitati per i redditi medi. Tanto che lo Stato ha previsto di spendere 1,69 miliardi di euro per loro. Non poi molto più di quanto spenderà per quelli che guadagnano tra 50mila e 200mila euro.

Naturalmente, anche se la somma è la stessa non significa che l'effetto del taglio Irpef sia identico per tutte le fasce di redditi alti. La riduzione da 440 euro, per chi ne guadagna 50mila euro all'anno, significa concretamente uno sconto effettivo di circa il 3,1% sulle tasse.  Per chi ne prende 110mila, ad esempio, si parla di poco più dell'1%. Chiaramente, per chi ha un reddito prossimo a 200mila euro all'anno lo sconto da 440 euro avrà un impatto limitato.

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