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Commissione Banche, è scambio di accuse tra Consob e Bankitalia su mancata vigilanza

In commissione Banche sono intervenuti nuovamente i rappresentanti di Consob e Bankitalia. L’audizione di oggi, relativa al crac delle banche venete, ha sostenzialmente evidenziato uno scambio di accuse tra i due enti: Consob sostiene che Bankitalia omise particolari fondamentali, mentre Bankitalia respinge le accuse e sottolinea che la stessa Consob avrebbe potuto procedere essendo comunque in possesso di determinati dati.
A cura di Charlotte Matteini
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Proseguono le audizioni in commissione Banche. Questa mattina i membri della commissione parlamentare d'inchiesta sul sistema bancario e finanziario sono tornati ad audire i rappresentanti di Consob e Bankitalia, già precedentemente sentiti in un'altra occasione. Secondo i commissari si sarebbe resa necessaria un'ulteriore audizione in quanto le versione dei due enti di controllo non collimerebbero e questa volta le dichiarazioni rese dai due auditi sono state "trasformate" in testimonianze, ovvero seguono le regole previste per i procedimenti penali, dunque ogni dichiarazione ha rilevanza penale e se mendace è passibile di accusa per falsa testimonianza.

Consob e Bankitalia anche questa mattina hanno proseguito con un accesso scambio di accuse relativo alla questione del crac delle popolari del veneto. Il direttore generale della Consob, Angelo Apponi, ha duramente attaccato Bankitalia, sostenendo che via Nazionale non segnalò alla Consob i problemi di Veneto Banca in vista dell'aumento di capitale del 2013. Bankitalia all'epoca sostenne che l'operazione era "strumentale a obiettivi previsti dal piano per effettuare eventuali acquisizioni coerenti con il modello strategico della banca salvaguardando liquidità e solidità".

Apponi ha proseguito spiegando che le informazioni fornite a suo tempo da Bankitalia erano incomplete: "Ci venne detto che il prezzo è alto, altro è quello che leggiamo nel verbale ispettivo, che riceviamo nel 2015, dove si dice che la metodologia di calcolo del prezzo è irrazionale e ci sono dei vizi. L'informazione è significativamente diversa". Secondo il capo della Vigilanza di Banca d'Italia, Carmelo Barbagallo, le accuse mosse da Consob sarebbero destituite di ogni fondamento: "Nel novembre 2013 Banca d'Italia segnalò alla Consob che il prezzo per l'aumento di capitale di Veneto Banca era incoerente con il contesto economico, vista la crisi in atto e considerate anche le negative performance reddituali dell'esercizio 2012, questa informativa mandata alla Consob era più che sufficiente a far scattare il warning della Consob. Se la Consob dice che non aveva i mezzi avremmo ispezionato noi, ce lo poteva dire, avrebbe potuto tranquillamente farlo".

La Consob però accusa Bankitalia di negligenza anche per quanto riguarda la vicenda della Popolare di Vicenza, rilevando che al termine di un'ispezione condotta nel 2008 dalla Banca d'Italia non arrivò alcuna informazione relativa al prezzo delle azioni, prezzo che in seguito risultò inadeguato. Anche su questo punto, però, Barbagallo ha replicato affermando che la Banca d'Italia non inviò a Consob il rapporto dell'ispezione perché "si riteneva che fossero problemi procedurali risolvibili".

Al termine delle testimonianze Casini ha sottolineato che, in base al codice di procedura penale al quale la commissione in questo frangente è tenuta a rifarsi, il confronto è un mezzo di prova e ha bisogno dei resoconti stenografici delle testimonianze: "Se questi non saranno disponibili si dovrà o aggiornare ad altra data oppure procedere con la forma di audizione e non testimoniale".

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