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Come è finita la guerra dei lidi in Sicilia: nella spiaggia di Mondello eliminati i tornelli dopo 20 anni

La spiaggia di Mondello è stata restituita ai palermitani. La società Italo-Belga è stata costretta a rimuovere i tornelli, dopo l’ultimatum della Regione Sicilia, che ha concesso 10 giorni di tempo ai concessionari delle spiagge dell’isola per rimuovere tutte le staccionate e strutture rigide, che impediscono l’accesso alla battigia ai bagnanti.
A cura di Annalisa Cangemi
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Era iniziato tutto lì, nella spiaggia di Mondello, con un video dello scorso 21 luglio, diventato poi virale, del deputato regionale e leader di Controcorrente, Ismaele La Vardera, e del presidente di +Europa e Radicali, Matteo Hallissey, che con un blitz nella borgata marinara di Palermo avevano denunciato la presenza di tornelli all'entrata e recinzioni lungo il perimetro del lido, che chiudevano di fatto l'accesso al mare.

Ora, anche se ormai quasi alla fine della stagione balneare, la società Italo-Belga è stata costretta oggi a rimuovere i tornelli, dopo l'ultimatum lanciato ieri dal presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, che faceva seguito all'intervento dell'assessore regionale al Territorio e Ambiente, Giusi Savarino. La Regione è stata chiara: obbligo di rimozione dei tornelli dalle spiagge date in concessione nell'Isola entro 10 giorni, pena la decadenza della concessione.

"Come sempre fatto nel passato per le disposizioni normative, anche in questo caso rispetteremo il nuovo atto regolatorio", aveva fatto sapere ieri la società. E in effetti le immagini giunte alla redazione di Fanpage.it testimoniano che la situazione a Mondello è cambiata: i bagnanti possono accedere liberamente alla spiaggia, nonostante la presenza di sdraio e ombrelloni a pagamento.

"Oggi si concretizza una battaglia durata più di un mese. Se il governo ci avesse ascoltato, i tornelli sarebbero stati rimossi a luglio. È l'inizio di un percorso virtuoso che restituirà Mondello ai palermitani. Spiace che Schifani sia andato nelle tv nazionali a intestarsi una battaglia che certamente non è sua. Il prossimo step ora sarà quello di mettere un'adeguata vigilanza nella parte libera della spiaggia e fare in modo che l'Italo-Belga smetta di avere questo monopolio", ha dichiarato La Vardera.

La guerra dei lidi in Sicilia: cosa è successo e cosa cambia ora

Dopo l'azione dimostrativa di La Vardera e Hallissey, sono state necessarie un'interrogazione parlamentare e una richiesta di chiarimento al direttore del Demanio, seguite poi, su richiesta della Regione, da un'ispezione di Capitaneria di porto e Guardia di finanza. Quindi sono partiti una serie di sopralluoghi e accertamenti per verificare la presenza delle barriere abusive che impedivano di fatto gli accessi ai bagnanti nelle aree in concessione. Il 13 agosto era arrivata poi la circolare dell'assessore Savarino, che prevedeva per i concessionari dei lidi sulle spiagge siciliane il divieto di utilizzo di staccionate o altre strutture rigide sulla battigia o di tornelli e altri dispositivi che limitano o condizionano l'accesso alle aree di libero transito. Fino all'ultimatum di ieri del presidente Schifani: "Nessuna staccionata o recinto che possa ostacolare o limitare l'accesso dei bagnanti alla battigia sarà più autorizzata e quelle esistenti andranno rimosse", aveva detto il governatore.

La società aveva assicurato che che avrebbe rispettato il "nuovo atto regolatorio", che riguarda naturalmente tutti i concessionari dei lidi in tutte le spiagge siciliane.

I dubbi dei balneari sulle tempistiche: "In piena stagione difficile organizzarsi"

"Dico da anni che bisognerebbe cambiare alcune regole sull'uso del demanio marittimo e finalmente sta avvenendo. Ben venga la regolamentazione ma in piena stagione diventa problematico organizzarsi", ha detto ieri all'Adnkronos Alessandro Cilano, presidente di Fiba Confesercenti Sicilia, dopo l'ultimatum del governatore siciliano, Renato Schifani, e dell'assessore regionale al Territorio e Ambiente, Giusi Savarino. Per chi non si adeguerà alle norme scatterà il procedimento di decadenza della concessione demaniale marittima.

Secondo il numero uno di Fiba Confesercenti Sicilia l'intervento della Regione è corretto, ma sono sbagliate le tempistiche: avrebbe potuto arrivare anche tra qualche settimana. "Partiamo dalla premessa che se un concessionario non assicura varchi e accessibilità al mare commette un reato – ha detto Cilano -. Credo si sarebbe potuto attendere la fine della stagione, ormai imminente, e dare una regolamentazione definitiva a tutti noi che viviamo di concessioni demaniali. Sarebbe stato un modo per partire, la prossima stagione, con regole chiare e condivise, garantendo una migliore fruibilità della costa a cittadini e turisti e più tempo ai concessionari per organizzarsi. Sarebbe stato più comodo per tutti, invece di dover cambiare dall'oggi al domani".

La stessa Italo-Belga ha avuto da ridire sull'improvvisa accelerazione: "Mancando a oggi un contraddittorio costruttivo con gli uffici competenti, si auspica una celere nuova predisposizione dei necessari e urgenti presidi di sicurezza, visto che in battigia regna incontrastata l'illegalità".

L'Associazione per i diritti degli utenti e consumatori (Aduc), invece, ha accusato la Regione Sicilia di non aver multato i balneari, che agivano in violazione di legge: "La Regione Sicilia ha dovuto ricordare che c'è una norma nazionale e regionale che consente l'accesso alle spiagge demaniali di chiunque, e quindi ha chiesto di levare staccionate e tornelli. Lo ha ricordato invece di multare gli inadempienti. Se noi comuni mortali sforiamo un limite di velocità sulle strade, nessuna autorità ci ricorda di non farlo, ma veniamo multati. Forse i balneari non sono comuni mortali? Non solo. Ma i balneari che occupano le spiagge impedendo, in combutta con vari poteri politici di ogni fazione, che i servizi dei lidi siano liberalizzati, fanno sapere che, pur se ci sono staccionate e tornelli… nessuno impedisce a nessuno di superare questi ostacoli. Bene. Chissà cosa direbbero i nostri balneari se, per esempio, l'ingresso nelle loro case private fosse vincolato da tornelli o staccionate, magari messi dalla pubblica amministrazione o da un loro vicino… nessuno impedisce a nessuno di passare? ‘Accà nisciuno è fesso' è un noto modo verace di dire. Ma i nostri balneari, proprio perché arroganti, credono che ‘tutti sono fessi per definizione'. Questo accade perché, tutte le pubbliche amministrazioni, nazionali, regionali e locali, sono complici con la corporazione dei balneari. Per assecondarli, fanno pagare multe a tutti i contribuenti perché non è stata rispettata la normativa Ue sulle liberalizzazioni", si legge in una nota di Vincenzo Donvito Maxia, presidente Aduc.

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