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Come cambiano le bollette di luce e gas con il nuovo decreto del governo Meloni

Iva al 5% e oneri di sistema ancora azzerati per il gas, mentre tornano nella bolletta della luce. Bonus sociale rinnovato per tre mesi, un nuovo bonus riscaldamento a partire da ottobre e interventi ridotti per le imprese. Ecco tutte le misure del nuovo decreto Bollette del governo Meloni.
A cura di Luca Pons
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A pochi giorni dalla scadenza dei bonus e delle tutele precedenti – il 31 marzo – il governo Meloni ha approvato un nuovo decreto Bollette. Le misure contenute nel testo sono diverse, dagli oneri di sistema in bolletta all'Iva sul gas. La maggior parte sono previste solo per il prossimo trimestre, cioè fino a fine giugno, per tenere conto dell'andamento dei prezzi e poter valutare se rinnovarle ancora, aumentarle o diminuirle. Non ci sono, però, solo interventi sul prezzo delle fatture energetiche. Il provvedimento interviene anche con dei fondi per la sanità e con una proroga fiscale. Complessivamente, il decreto costerà circa 4,9 miliardi di euro.

Come cambia la bolletta del gas, oneri di sistema a zero e Iva al 5%

Come negli scorsi mesi, l'Iva sul gas resterà al 5% – mentre normalmente è al 10% oppure al 22% a seconda del tipo di utilizzo – per mantenere basso il prezzo in bolletta. Non solo, ma si conferma anche che saranno ancora azzerati gli oneri di sistema, cioè quelle spese fisse che normalmente si pagano nelle bollette e che servono a finanziare varie spese legate al mondo dell'energia, dalla ricerca alla produzione e trasporti.

Le fatture del gas, quindi, verranno tenute basse come nei mesi scorsi. L'Iva sarà al 5% anche per il teleriscaldamento e per l'energia prodotta utilizzando gas metano. Tuttavia, dato che il prezzo del gas è diminuito molto negli ultimi mesi, il governo ha previsto una stretta. Il contributo che era stato previsto per gli utenti che consumano meno di 5mila metri cubi di gas sarà valido solo ad aprile, e si applicherà comunque in modo ridotto, pari al 35% di quanto previsto nello scorso trimestre.

Quanto aumenta la bolletta della luce con il ritorno degli oneri di sistema

Il nuovo decreto Bollette del governo Meloni non parla di oneri di sistema per le bollette della luce. Questi, quindi, torneranno in fattura e saranno nuovamente da pagare a partire dalla prossima bolletta. Gli oneri di sistema pesano per circa il 20% sulle bollette della luce. Al contrario, gli oneri di sistema sul gas – che sono ancora azzerati – varrebbero circa il 4% del costo della bolletta.

Bonus sociale confermato fino a giugno 2023

Viene confermato per il prossimo trimestre – fino al 30 giugno 2023 – anche il bonus sociale. Lo sconto sulle bollette di luce e gas sarà disponibile per le famiglie che hanno un Isee al di sotto dei 15mila euro.

Come avvenuto negli scorsi mesi, non sarà necessario presentare una domanda specifica: se si è presentata all'Inps la Dichiarazione unica sostitutiva (Dsu) per avere l'Isee, sarà l'Istituto a comunicare quali nuclei famigliari hanno diritto allo sconto. Questo sarà applicato direttamente nella bolletta.

Cos'è il bonus riscaldamento senza limiti di reddito che parte a ottobre 2023

Una misura nuova è, invece, quella di un bonus per il riscaldamento che sarà applicato negli ultimi mesi dell'anno, da ottobre a dicembre 2023. Sarà rivolto a tutte le famiglie, a prescindere dal loro reddito. Il governo ha spiegato che si tratta di un contributo pensato come "incentivo al risparmio energetico".

Al momento non ci sono ancora informazioni dettagliate. Si sa solamente che, dal 1 ottobre al 31 dicembre, le famiglie italiane avranno diritto a una "compensazione delle spese di riscaldamento". Questa sarà in una quota fissa, quindi non legata al reddito, che cambierà in base alla zona climatica del Paese in cui ci si trova. I criteri per l'assegnazione saranno definiti dal ministero dell'Ambiente e quello dell'Economia, mentre sarà l'Arera (autorità che si occupa delle reti energetiche) a stabilire concretamente le modalità applicative e la misura del contributo.

Imprese, chi può avere ancora i crediti d'imposta

Per quanto riguarda le imprese, vengono confermati solo in parte i crediti d'imposta. Infatti, si legge nel comunicato del governo, fino al 30 giugno 2023 potranno continuare a beneficiare dei crediti d'imposta al 40% e al 45% solo quelle aziende che "nel primo trimestre del 2023 hanno registrato un incremento del prezzo delle bollette di luce e gas superiore al 30% rispetto al primo trimestre del 2019". Ovvero, come viene ulteriormente specificato, se "il prezzo della componente energetica" calcolato sulla media del primo trimestre del 2023 ha avuto "un incremento del costo per kilowattora" superiore al 30% "del corrispondente prezzo medio riferito al medesimo trimestre dell'anno 2019".

Per le imprese energivore, il contributo è riconosciuto "in percentuale delle spese sostenute" per l'acquisto di energia, mentre alle imprese non energivore che hanno un contatore al di sopra dei 4,5 kW è riconosciuto "in misura percentuale della spesa sostenuta per l'acquisto della componente energetica, effettivamente utilizzata nel secondo trimestre 2023".

Il decreto Bollette contiene anche misure specifiche per le aziende agricole. Per l'anno di imposta 2022, sarà garantito un "regime di tassazione più favorevole" per quelle imprese che producono e vendono energia fotovoltaica. Infatti, per calcolare le tasse si applicherà il prezzo fisso di 12o euro al Megawattora, oppure il prezzo medio di cessione dell'energia elettrica determinato dall'Arera, se dovesse essere più basso di questa soglia

Fondi alle Regioni per riempire il buco del payback sanitario

Il decreto contiene anche due misure non direttamente legate alle bollette energetiche. Per quanto riguarda la sanità, vengono stanziati 1,1 miliardi di euro per le Regioni, con lo scopo di attutire l'impatto economico dovuto al payback dei dispositivi medici sulle aziende del settore. Una questione discussa da tempo, e per la quale le Regioni avevano un buco di bilancio stimato in circa 2,2 miliardi di euro.

Scadenze rimandate per chi si mette in regola con il Fisco

Per quanto riguarda le tasse, invece, slittano alcune delle scadenze per chi si deve mettere in regola. È stata spostata dal 31 marzo al 31 ottobre 2023 la scadenza per pagare la prima rata per "regolarizzare le violazioni di natura formale commesse fino al 31 ottobre 2022". Per quanto riguarda il "ravvedimento speciale sulle dichiarazioni validamente presentate per il periodo d'imposta in corso al 31 dicembre 2021 e precedenti" – cioè le dichiarazioni che sono state effettivamente consegnate, ma in cui qualcosa non tornava – le date dei pagamenti per il ravvedimento diventano: prima rata entro il 30 settembre 2023, seconda rata entro il 31 ottobre 2023 e terza rata entro il 30 novembre 2023.

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