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Covid 19

Come cambia la campagna vaccinale a giugno: priorità a over 60 ma anche studenti e under 30

A giugno in Italia arriveranno 20 milioni di dosi di vaccino anti-Covid, da aggiungere alle circa sei milioni consegnate in queste ore: servirà ora un vero e proprio cambio di passo, con la necessità di aumentare le somministrazioni fino a 650mila al giorno. Il piano vaccinale ora potrebbe cambiare, dando priorità non solo agli over 60 ma anche agli studenti delle scuole e agli under 30.
A cura di Stefano Rizzuti
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Giugno sarà il mese della “spallata”, assicura il commissario all’emergenza Coronavirus, Francesco Paolo Figliuolo. Un’accelerata alla campagna vaccinale che, secondo le previsioni della struttura commissariale, dovrebbe arrivare grazie alla consegna di oltre 20 milioni di dosi, da aggiungere alle circa sei milioni appena arrivate. Da oggi, 3 giugno, in molte Regioni sono state aperte le prenotazioni del vaccino anti-Covid per tutte le fasce d’età, anche se resta il problema di oltre 3,5 milioni di persone con più da 60 anni ancora in attesa della prima dose. È la Repubblica a provare a capire come cambierà il piano vaccinale in queste settimane.

Vaccini, per l'estate priorità a over 60 e studenti

Figliuolo ha ribadito che l’apertura a tutte le fasce d’età non deve far perdere di vista l’obiettivo prioritario: “Immunizzare la massima percentuale di popolazione fragile e over 60 aderente alla vaccinazione”. Non solo, perché il commissario chiede anche alle Regioni di garantire che prima dell’inizio dell’anno scolastico ci sia “massima copertura di tutta la popolazione studentesca”. Il primo obiettivo, quindi, è quello di raggiungere chi non si è voluto o non si è potuto vaccinare finora. Per poi pensare ai più giovani. Su questa categoria qualche timore c’è e viene espresso dal sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, secondo cui farli vaccinare “è un po’ più dura” rispetto ad altre fasce d’età: “Le persone sotto i 30 anni avranno una riluttanza, quindi dovremmo portare la vaccinazione nei luoghi da loro più frequentati. Per esempio le discoteche, le zone di vacanza, magari anche i camper, là dove meno te l’aspetti”.

Come cambia la campagna vaccinale a giugno

A giugno arriveranno, quindi, 20 milioni di dosi. Per smaltirle tutte il ritmo delle somministrazioni giornaliere deve crescere, passando dalle attuali 500mila a oltre 650mila in tutta Italia. Va inoltre sottolineato che in queste ore stanno già arrivando molte dosi arretrate di maggio, che richiederanno quindi un ulteriore sforzo per riuscire a somministrarle tutte: oltre ai 3,5 milioni i Pfizer stanno arrivando anche 1,7 di AstraZeneca, 400mila di Moderna e 370mila di Johnson & Johnson. Va però sottolineato che a giugno le dosi dovevano essere 28 milioni, ma mancano nel conteggio le 7 milioni di Curevac, vaccino non ancora approvato dall’Ema.

C’è poi un altro tema da affrontare: fino al 40% dei vaccini in arrivo a giugno potrebbe servire per i richiami, il che vuol dire che le prime dosi potrebbero non essere più di 12-13 milioni. Va anche considerato che il vaccino monodose di Johnson & Johnson offre un grande vantaggio, non avendo bisogno di richiamo: di questo siero potrebbero arrivare poco meno di 6 milioni di dosi a giugno. Motivo per cui il commissario spinge per somministrarlo a tutti, indipendentemente dalla fascia d’età: sarebbe infatti consigliato agli over 60, ma l’idea è quella di darlo a tutti, come peraltro già si fa in alcune Regioni. La richiesta di Figliuolo ad Aifa e Protezione civile, però, per ora ha avuto risposta negativa. Ma il commissario sembra non demordere.

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