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Manovra economica 2023

Come cambia il reddito di cittadinanza con la manovra approvata dal governo

Il governo ha approvato la legge di Bilancio, presentata dal presidente Draghi e dai ministri Franco e Orlando in conferenza stampa. Tra le novità c’è una profonda revisione – con rifinanziamento – del reddito di cittadinanza. Viene introdotto un meccanismo per favorire la ricerca di lavoro da parte dei percettori. Vediamo tutte le novità.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il reddito di cittadinanza resiste ma cambia. La conferma delle novità previste dal 2022 per la misura di sostegno al reddito è arrivata con l'approvazione della manovra economica da parte del governo Draghi. Ad annunciare le modifiche è stato lo stesso presidente del Consiglio nella conferenza stampa di presentazione della legge di Bilancio: "Condivido il principio del reddito di cittadinanza, ma bisogna che abbia un'applicazione che sia esente da abusi e non sia da intralcio al funzionamento del mercato del lavoro", ha spiegato Draghi. "È chiaro che il sistema precedente non ha funzionato", perché "è stato un disincentivo al funzionamento del mercato del lavoro, almeno ‘in bianco', non in nero". Il presidente del Consiglio ha anche aggiunto che i controlli "saranno diversi e molto più precisi ex ante".

Con la legge di Bilancio arriva un pacchetto di misure sul reddito di cittadinanza, a partire dal rifinanziamento per il prossimo anno. Nel testo c'è anche una stretta sui controlli e un nuovo meccanismo che dovrebbe servire a favorire la ricerca del lavoro da parte dei beneficiari del sostegno: la domanda di reddito di cittadinanza "che non contiene le dichiarazioni di immediata disponibilità al lavoro è improcedibile", si legge nel testo.

Il reddito di cittadinanza, secondo quanto previsto dalla nuova legge di Bilancio, decadrà dopo il rifiuto di due offerte di lavoro invece che tre. Inoltre, dopo i primi sei mesi, il sostegno subirà un taglio di cinque euro al mese. Ma attenzione, la novità riguarderà solamente gli "occupabili", cioè i soggetti che sono tenuti agli obblighi connessi alla fruizione del beneficio. Inoltre sono esclusi dal taglio i nuclei familiari con bimbi sotto i tre anni o con disabili gravi o non autosufficienti. C'è poi un'altra discriminante: la riduzione non si applica a chi riceve meno di 300 euro (moltiplicati per il corrispondente parametro della scala di equivalenza). Il taglio, infine, viene sospeso quanto almeno un componente del nucleo inizia a lavorare.

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