Colf, badanti e baby sitter, dal 2026 nuovi aumenti in busta paga: le novità e cosa cambia per le famiglie

Il nuovo Contratto Collettivo Nazionale del lavoro domestico (Ccnl), firmato lo scorso ottobre da associazioni datoriali e sindacati, segna un passaggio importante per un settore che coinvolge migliaia di famiglie e lavoratrici, spesso impegnate nell'assistenza a bambini, anziani e persone fragili. Il contratto è in vigore dal novembre e resterà valido fino al 31 ottobre 2028, ma gli effetti più concreti, come gli aumenti fino a 83 euro al mese, delle spese per le famiglie, scatteranno invece a partire da gennaio 2026.
I rinnovi erano attesi da anni e puntano a rendere il settore più regolato e tutelato, introducendo aumenti in busta paga, nuove garanzie e un potenziamento delle misure previdenziali. Tutto questo, però, comporterà nello stesso tempo un incremento non trascurabile dei costi per i datori di lavoro familiari.
Chi otterrà aumenti in busta paga da gennaio 2026: le figure interessate
Il Ccnl interessa tutte le figure dell'assistenza familiare:
- Colf, impiegate nelle mansioni domestiche quotidiane;
- Badanti, che si occupano di persone anziane o non autosufficienti;
- Baby-sitter, dedicate alla cura dei bambini.
Gli aggiornamenti salariali riguardano sia chi lavora a ore sia chi è convivente, e si applicano ai vari livelli di inquadramento previsti dal contratto.
Di quanto aumentano gli stipendi di colf, badanti e baby sitter
La novità più immediata riguarda gli aumenti retributivi. Il livello di riferimento BS, uno dei più diffusi nel settore (ad esempio per una colf esperta non convivente), vedrà un incremento complessivo di 100 euro lordi al mese, distribuiti in più fasi:
- 40 euro dal 1° gennaio 2026.
- 30 euro dal 1° gennaio 2027.
- 15 euro dal 1° gennaio 2028.
- Ulteriori 15 euro dal 1° settembre 2028.
Si tratta di un percorso graduale che avrebbe l'obiettivo di attenuare l'impatto immediato sulle famiglie, ma anche quello di dare ai lavoratori la certezza di una crescita programmata nel tempo.
L'adeguamento al costo della vita (2021–2025)
Oltre agli aumenti contrattuali, il nuovo Ccnl introduce anche un recupero dell'inflazione maturata negli ultimi quattro anni. Poiché i minimi salariali non venivano aggiornati dal 2021, è stato riconosciuto un adeguamento di 135,75 euro mensili sul livello BS. Questo intervento è fondamentale per i lavoratori, che negli ultimi anni hanno visto crescere i prezzi senza adeguamenti significativi, ma rappresenta l'elemento più incisivo sui costi complessivi per le famiglie.
Quanto spenderanno le famiglie
Nei calcoli complessivi, tra nuovi minimi salariali, rivalutazione Istat e aumenti contributivi, la spesa delle famiglie potrà crescere:
- Fino a 83 euro al mese dal 2026, come incremento iniziale.
- Oltre 230 euro mensili nel periodo a regime, per i livelli medi come il BS.
Va ricordato che i costi effettivi variano in base al tipo di rapporto: convivente o non convivente, ore settimanali, livello di inquadramento, presenza di indennità aggiuntive (ad esempio per mansioni specializzate).
Un cambiamento necessario ma impegnativo
Il nuovo contratto vuole insomma migliorare la qualità del lavoro domestico, rendendolo più dignitoso e professionale. Per molte famiglie, però, soprattutto quelle che non possono fare a meno di una badante per assistere un parente anziano, questi aumenti rischiano di diventare un ulteriore peso economico. È dunque molto probabile che nei prossimi mesi il tema del sostegno pubblico alla non autosufficienza tornerà centrale, proprio per evitare che i costi si trasformino in un ostacolo insormontabile per chi ha bisogno di assistenza continuativa.