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Elezioni politiche 2022

Civati: “Con Meloni si rischia di tornare indietro, ora sinistra parli di diritti e salario minimo”

“Da Giorgia Meloni le posizioni più sbagliate del moralismo patriarcale. Davvero siamo spaventati da matrimoni egualitari, dalla legalizzazione della cannabis, da ius soli, da salario minimo, dal fatto che le persone scelgano come vivere e come morire?”: lo dice Giuseppe Civati in un’intervista con Fanpage.it.
A cura di Annalisa Girardi
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Diritti sociali e diritti civili. Questi i pilastri sui cui la sinistra dovrebbe costruire la campagna elettorale in vista delle elezioni del 25 settembre. A dirlo è Giuseppe Civati in un'intervista con Fanpage.it, dopo la notizia della sua candidatura (insieme alla segretaria di Possibile, Beatrice Brignone) nelle liste dell'alleanza Verdi e Sinistra. Dopo una legislatura segnata da maggioranze diversissime e una crisi di governo estiva, bisogna "riportare il dibattito e la dialettica politica in un confine normale" secondo Civati. Che aggiunge: "Deve capirlo anche la sinistra. Il Partito democratico spero che non parli più di liste, ma che si metta a fare proposte per il Paese. È vero che noi siamo lontani da un orizzonte come era quello del governo Draghi, ma è anche vero che noi abbiamo parlato per un anno di salario minimo e adesso ne parlano tutti". E ancora: "Abbiamo anche insistito per un investimento più coraggioso sulle rinnovabili e su una trasformazione energetica che non sia solo una transizione, perché davvero non abbiamo più tempo. Sono tutte cose con cui correggere quella benedetta agenda".

Invece, per quanto riguarda gli avversari, Civati sottolinea i rischi che il Paese correrebbe a livello europeo e internazionale con un governo guidato da Giorgia Meloni. "Ora lei cerca di rassicurare, ma qualsiasi suo manifesto e comizio è sempre un attacco forsennato alle istituzioni europee. Le sue sono posizioni che in Europa sono chiamate di estrema destra, un'opzione che le altre democrazie tendono a non sposare. Questo sarebbe un problema gigantesco per l'Italia".

Il fondatore di Possibile quindi prosegue: "La prima premier ipotetica donna, che sarebbe una notizia sconvolgente per il nostro Paese, assume tutte le posizioni più sbagliate del moralismo patriarcale. Ci sono tante questioni che gli italiani devono considerare che riguardano anche la modernità. Davvero siamo spaventati da matrimoni egualitari, dalla legalizzazione della cannabis, dal fatto che le persone scelgano come vivere e come morire? Vogliamo davvero rifiutare la modernità? Vogliamo davvero vivere in un Paese così?".

I diritti civili sono una priorità per Civati: matrimoni egualitari, con i dovuti riflessi sulla legislazione sulle adozioni, il riconoscimento pieno dei percorsi di transizione, il contrasto a razzismo e fenomeni d'odio, ius soli. Ma anche i diritti sociali: salario minimo e no alla flat tax in primis. Quindi conclude: "Se uno guadagna un milione di euro al mese forse può dare un contributo un po' più grande. Non si tratta di affamare nessuno. Non dirò patrimoniale perché se no mi arriva una telefonata dal Pd…"

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