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“Cessate il fuoco subito, Italia non rimanga in silenzio”: l’appello del Pd dopo la missione a Rafah

Si è conclusa la missione della delegazione italiana di parlamentari e società civile che si è spinta fino al valico di Rafah. Diversi esponenti del Pd ci hanno inviato le loro testimonianze. “Meloni venga a vedere cosa accade al valico, dove gli aiuti umanitari sono bloccati”, dice Boldrini. “Occorre subito il cessate il fuoco”, le fa eco Zan. E infine Scotto conclude chiedendo di ripristinare immediatamente il diritto internazionale.
A cura di Annalisa Girardi
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Si è conclusa la missione della delegazione italiana in Egitto, una carovana umanitaria che si è spinta fino al valico di Rafah. Diversi parlamentari e membri della società civile sono partiti per testimoniare la loro solidarietà alla popolazione intrappolata nella Striscia di Gaza, dove non si fermano i bombardamenti israeliani, e per denunciare la quantità di aiuti umanitari che pur essendo disponibile non viene lasciata entrare in territorio palestinese. Camion su camion colmi di beni di prima necessità che vengono bloccati al valico, nonostante potrebbero essere di grandissimo aiuto alla popolazione palestinese, colpita da indicibili sofferenze.

Alcuni esponenti del Partito democratico hanno mandato a Fanpage.it la loro testimonianza, raccontandoci degli incontri avuti in questi giorni e di quanto hanno visto. "Siamo al termine della nostra visita. E abbiamo ritenuto opportuno, anzi necessario, scrivere una lettera alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. L'abbiamo invitata ad andare a Rafah, a vedere direttamente quello che sta accadendo, a prendere atto del fatto che le autorità israeliane non lasciano entrare a Gaza gli aiuti di prima necessità, che restano bloccati dalla parte egiziana del confine. Sono aiuti che sono indispensabili per chi a Gaza muore di fame o di malattia", dice Laura Boldrini, parlando davanti all'ospedale italiano de Il Cairo, dove la delegazione ha visitato alcuni pazienti palestinesi ricoverati.

L'appello a Meloni: "Faccia di più per il cessate il fuoco"

La deputata rinnova l'appello a Meloni, chiedendole di adoperarsi per fare seguito alla mozione approvata in Parlamento che chiede appunto un immediato cessate il fuoco: "Tutti qui ci hanno detto che quello è il presupposto per aiutare le persone: finché non c'è il cessate il fuoco anche l'azione umanitaria si perde. Meloni si dia da fare, chiami il suo amico Benjamin Netanyahu, lo convinca a fermarsi: quello che sta accadendo a Gaza è troppo, crimini di guerra che non sono più sostenibili, che stanno spingendo l'umanità dentro un baratro".

Boldrini ha anche spiegato che nella lettera a Meloni è stato fatto un appello per l'Unrwa, cioè per l'Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, a cui diversi Paesi hanno tagliato i fondi dopo le accuse rivolte a una decina di dipendenti di avere in qualche modo preso parte agli attacchi del 7 ottobre perpetrati da Hamas: "A Meloni abbiamo anche chiesto di rispettare il lavoro dell'Unrwa, di sostenerla perché senza l'Unrwa ci sarà un collasso di tutto il sistema. E non solo a Gaza, dove già sta avvenendo, ma anche in Cisgiordania, Siria, Libano e Giordania stessa. Vorrebbe dire destabilizzare l'intera regione. Meloni venga qui, faccia la sua parte e dia seguito a quello che le abbiamo chiesto in Parlamento".

L'ospedale italiano a Il Cairo dove sono ricoverati i feriti palestinesi

Anche il deputato Alessandro Zan ha preso parte alla delegazione. E ci ha raccontato: "Siamo stati al valico di Rafah, al confine con la Striscia di Gaza. E siamo stati a Il Cairo, dove abbiamo incontrato i rappresentanti della Lega Araba, che riunisce 22 Paesi, con i quali abbiamo discusso di come arrivare alla pace. Innanzitutto serve un immediato cessate il fuoco. Ma poi serve anche il riconoscimento dello Stato palestinese, senza il quale non ci sarà mai una pace duratura, e la liberazione di tutti gli ostaggi".

Parlando anche lui dall'ospedale de Il Cairo, Zan ha raccontato le drammatiche situazioni in cui si trovano i feriti ricoverati: "A Il Cairo abbiamo visitato l'ospedale italiano, dove vengono curate tante persone che vengono dal teatro di guerra, tanti palestinesi della Striscia di Gaza. Qui c'è una solidarietà tutta italiana che ci rende orgogliosi, ci sono tante volontarie e tanti volontari che lavorano in questo ospedale a titolo volontario. Abbiamo incontrato delle famiglie di palestinesi che escono dai bombardamenti, c'erano bambini con gli arti amputati".

Poi ha aggiunto: "È una situazione terribile e drammatica, che mostra ciò che significa realmente la guerra. L'abbiamo anche ascoltata dai rappresentanti della Mezzaluna Rossa palestinese, che ci ha raccontato un quadro atroce e tragico di come curano i feriti e di come raccolgono anche i morti sotto ai bombardamenti nella Striscia di Gaza. Dobbiamo ribadire con forza che serve subito un cessate il fuoco, per consentire agli aiuti umanitari di entrare a Gaza e aiutare appunto quella popolazione intrappolata nella Striscia, che soffre così tanto".

"L'Italia non rimanga con le mani in tasca quando aiuti umanitari vengono negati"

Infine, sempre dal Pd, Arturo Scotto ha rinnovato la denuncia su quanto accade al confine, dove i camion di aiuti umanitari vengono bloccati al confine tra Egitto e Gaza: "A Rafah abbiamo visto cose incredibili. L'Italia e il mondo non possono stare con le mani in tasca, quando gli aiuti umanitari sono negati, quando tra i 1.500 e i 2.000 camion continuano a essere spiaggiati davanti al valico, quando le autorità israeliane negano l'accesso ai beni fondamentali per migliaia e migliaia di persone. Acqua, cibo, medicinali. Abbiamo potuto constatare nel centro logistico della Mezzaluna Rossa egiziana che alcuni beni fondamentali per salvare vite umane sono bloccati, perché secondo le autorità israeliane sono pericolosi: parliamo di incubatrici per bambini, stampelle per gli infermi, bombole d'ossigeno. Ma che paura può fare una bombola di ossigeno? Che cosa può determinare il fatto che questi beni passino la frontiera ed evitino ulteriori morti?".

Il deputato dem ha concluso: "Occorre un'intervento, occorre il cessate il fuoco, occorre che si ripristini il diritto internazionale".

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