Caso Paragon arriva alla plenaria del Parlamento Ue, la Commissione: “Inaccettabile spiare giornalisti”

Il caso Paragon, che negli ultimi giorni ha visto un nuovo capitolo con lo scontro tra il governo Meloni, da una parte, e l'azienda israeliana Paragon Solutions dall'altra, arriverà al Parlamento europeo. Un dibattito sulla questione si era già svolto in commissione Giustizia, dopo un primo tentativo ad aprile che le destre erano riuscite a far rinviare di alcune settimane. Ora invece tutta l'assemblea degli europarlamentari sarà coinvolta. L'appuntamento è per lunedì 16 giugno. Intanto la Commissione è tornata a commentare il caso.
La discussione al Parlamento europeo, nella serata di lunedì, partirà da due dichiarazioni del Consiglio e della Commissione europea. Questi organi parleranno della situazione attuale, in Europa, per quanto riguarda il contrasto all'utilizzo illegale di spyware. E faranno il punto a due anni dal termine dei lavori della commissione che aveva indagato sul caso di Pegasus, un altro software di spionaggio utilizzato in modo irregolare: quei lavori avevano portato a una serie di raccomandazioni precise su come tutelare i cittadini europei, che però spesso sono state disattese.
Dopo gli interventi di Consiglio e Commissione si aprirà il dibattito. E, inevitabilmente, si parlerà anche della vicenda di Paragon. La recente relazione del Copasir ha spiegato che Luca Casarini, fondatore dell'Ong Mediterranea Saving Humans, era spiato da anni su iniziativa del governo Conte, poi rinnovata e potenziata dal governo Meloni. Ma non ha dato alcuna risposta su Francesco Cancellato e Ciro Pellegrino, direttore e giornalista di Fanpage.it: i due sono stati avvisati da Meta e da Apple, rispettivamente, di essere vittime di spionaggio, ma il Copasir non si è occupato del caso di Pellegrino e, su Cancellato, ha solamente escluso che a effettuare lo spionaggio siano stati i servizi segreti italiani.
La verità, quindi, ancora non si sa. L'azienda Paragon ha detto di aver dato al Copasir la possibilità di consultare i suoi registri per scoprire chi avesse spiato Fanpage, e che il comitato parlamentare avrebbe rifiutato. A stretto giro è arrivata una smentita: come scritto nella sua relazione, il Copasir ha ribadito di aver effettuato tutti i controlli possibili e di non aver trovato riscontro su Cancellato.
In attesa che ulteriori sviluppi o iniziative politiche facciano chiarezza sulla vicenda, anche la Commissione europea ha ribadito la sua condanna. Rispondendo a un'interrogazione a prima firma dell'europarlamentare del Pd Sandro Ruotolo, sottoscritta anche da esponenti di M5s e Avs, la vicepresidente esecutiva Henna Virkkunena ha affermato che "qualsiasi tentativo di accedere illegalmente ai dati dei cittadini, compresi giornalisti e oppositori politici, se confermato, è inaccettabile".
La Commissione ha sottolineato che ci sono norme europee che garantiscono una "protezione completa della riservatezza delle comunicazioni", anche quando in mezzo ci sono "finalità di sicurezza nazionale". Altre normative specifiche riguardano proprio i giornalisti e le loro fonti, come il regolamento sulla libertà dei media che entrerà in vigore ad agosto. "La Commissione deve andare avanti garantendo il rispetto dello stato di diritto nel nostro Paese", ha commentato Gaetano Pedullà, eurodeputato M5s, tra i firmatari dell'interrogazione.