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Caso Gregoretti, pm chiede non luogo a procedere per Salvini: “Non fu sequestro di persona”

Il pm di Catania, Andrea Bonomo, ha chiesto il non luogo a procedere nei confronti di Matteo Salvini in merito al caso della nave Gregoretti. Durante l’udienza preliminare il pm ha spiegato che l’ex ministro dell’Interno non violò alcuna convenzione internazionale e non si rese protagonista di alcun sequestro di persona. La scelta, inoltre, sarebbe stata “condivisa dal governo”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Matteo Salvini non avrebbe violato alcuna convenzione internazionale e non avrebbe commesso il reato di sequestro di persona. Questa è la posizione del pm di Catania, Andrea Bonomo, che ha avanzato al gup Nunzio Sarpietro la richiesta di non luogo a procedere per l’ex ministro dell’Interno sul caso della nave Gregoretti. Bonomo ritiene che Salvini non abbia “violato alcuna convenzione internazionale” decidendo di lasciare a bordo della nave Gregoretti i migranti, non facendoli sbarcare in Italia. Secondo il pm le decisioni del leader della Lega furono “condivise dal governo” e “non integrano gli estremi del reato di sequestro di persona poiché il fatto non sussiste”.

A Catania, nell’aula bunker, è in corso l’udienza preliminare sul caso della nave Gregoretti e sul rinvio dello sbarco. Nella richiesta di archiviazione la procura di Catania aveva scritto che l’attesa di tre giorni per garantire lo sbarco “non può considerarsi una illegittima privazione della libertà”, considerando che le “limitazioni sono proseguite nell’hotspot di Pozzallo e che manca un obbligo per lo Stato di sbarco immediato”. Secondo il pm, inoltre, erano cambiate le direttive politiche: dal 28 novembre il Viminale aveva espresso la volontà di assegnare il Pos in tempi brevi, garantendo però la redistribuzione dei migranti in sede europea. Inoltre, all’interno dell’imbarcazione erano “stati garantiti assistenza medica, viveri e beni di prima necessità”, oltre che lo sbarco immediato “di malati e minorenni”.

Per il pm “non si può parlare di sequestro di persona e il governo condivideva la sua linea politica che era quella della ricollocazione dei migranti in via prioritaria. Non che sia giusto e condivisibile ma si può ritenere che Salvini abbia violato le convenzioni internazionali? Si può definire illegittima la sua scelta di assegnare tardivamente il porto di sbarco? A mio avviso no. Non dico che moralmente o politicamente la scelta sia stata giusta ma non spetta a noi dirlo”. La discussione di oggi si dovrebbe concludere con l’avvocato di Salvini, l’ex ministra Giulia Bongiorno, che chiederà nuovamente il non luogo a procedere. Il suo intervento, comunque, potrebbe anche slittare al 23 aprile, data della prossima udienza. La data di conclusione dell’udienza preliminare è confermata per il 14 maggio, sarà sarà il gup a emettere la sentenza: o di rinvio a giudizio o di non luogo a procedere, come chiesto dalla procura.

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