Garante privacy, in un audio l’ex segretario accusato di spiare i dipendenti rivela: “Il Collegio sapeva”

Nuovi guai per il Garante della privacy. Il segretario generale dimissionario Angelo Fanizza, avrebbe smentito pubblicamente la versione del Collegio sull'avvio delle indagini tra i dipendenti dell'Autorità per la fuga di notizie delle scorse settimane. Report infatti, è entrato in possesso di un audio, diffuso oggi sui suoi canali social, registrato durante la riunione tra dipendenti e collegio nella quale Fanizza rivela di "non aver agito da battitore libero" e di esser stato "responsabilizzato dal Collegio".
Dopo la notizia delle dimissioni del segretario generale, l'organismo composto da Pasquale Stanzione, Ginevra Cerrina Feroni, Agostino Ghiglia, Guido Scorza si era dichiarato estraneo alla richiesta di dati dei dipendenti firmata da Fanizza. Quest'ultimo, secondo quanto rivelato da Report, aveva dato mandato di procedere "urgentemente all'estrazione della posta elettronica, degli accessi vpn, degli accessi alle cartelle condivise, degli spazi di rete condivisi, dei sistemi documentali, dei sistemi di sicurezza" dei dipendenti dell'Authority.
La richiesta sarebbe arrivata subito dopo la prima inchiesta – relativa ai rapporti tra uno dei suoi componenti, Ghiglia, e i vertici di Fratelli d'Italia – che aveva gettato delle ombre sull'indipendenza del Garante. A quanto pare però, il Collegio sarebbe stato a conoscenza dell'iniziativa dell'ex segretario generale, la cui intenzione sarebbe stata quella di scovare "la talpa" responsabile di passare le informazioni alla redazione guidata da Sigfrido Ranucci.
Nell'audio, registrato lo scorso 20 novembre, si sente quella che sembrerebbe essere la voce di Fanizza dire: "Io non mi muovo come battitore libero. Il collegio mi ha giustamente responsabilizzato, autorizzato delle attività di discovery". Non solo, a quanto risulta, il Collegio avrebbe discusso insieme al segretario generale persino sulle modalità dell’indagine, valutando se rivolgersi a una società privata o alla magistratura. "Si è parlato, non si è deciso, se fosse necessario individuare un soggetto istituzionale tipo la magistratura, oppure se incaricare ufficialmente una società privata. Sfido chiunque a dire se io, in quella sede, quando si è parlato di soggetti privati, non mi sono fermamente opposto alla possibilità che un privato potesse conoscere alcuni appuntamenti", si sente nella registrazione.
Le parole dell'ex segretario dunque, inchioderebbero il Garante, che fino a questo momento aveva negato qualsiasi coinvolgimento. Nonostante le polemiche di queste settimane, il Collegio ha respinto le richieste di scioglimento arrivate dalle opposizioni. Anche per questo motivo, con un emendamento alla legge di bilancio, il Pd ha chiesto di innalzare la soglia di voti necessaria per eleggere l'Authority e l'immediata decadenza dell'organismo attualmente in carica.