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Caso Crocetta, la Cassazione medita azione disciplinare contro i magistrati

La Cassazione deciderà se dare il via libera all’apertura di una pratica sul caso dell’intercettazione “sparita”.
A cura di Davide Falcioni
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UPDATE – Matteo Tutino, il chirurgo accusato di  truffa, al centro delle polemiche dopo la pubblicazione di una presunta intercettazione in cui si parla di Lucia Borsellino, resta agli arresti domiciliari. Il tribunale del riesame di Palermo ha respinto la richiesta di scarcerazione presentata dai legali del medico, amico del presidente della Regione e, come si evince dall’inchiesta, in grado di condizionare le scelte politiche nel settore della sanità siciliana. Secondo l'accusa Tutino avrebbe eseguito nell’ospedale di Villa Sofia, in cui era primario del reparto di Chirurgia maxillofacciale, interventi estetici spacciandoli per funzionali.

Pasquale Ciccolo, procuratore generale della Cassazione, ha chiesto al procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato una relazione in merito alla vicenda della presunta intercettazione che riguarderebbe il presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta. Lo scopo è verificare se ci siano "profili di competenza" dello stesso Ciccolo. Il pg della Cassazione è titolare dell'azione disciplinare nei confronti dei magistrati. E la richiesta di una relazione al procuratore generale di Palermo rientra nella prassi normalmente rispettata in vicende che possono riguardare la magistratura. Nel pomeriggio il Comitato di presidenza del Consiglio Superiore della Magistratura deciderà a sua volta se dare il via libera all'apertura di una pratica sul caso dell'intercettazione a Palazzo dei Marescialli.

Intanto prosegue il braccio di ferro strettamente politico in seno al Partito Democratico, che sembra orientato verso una delegittimazione del governatore siciliano: dopo la richiesta di dimissioni avanzata da Fausto Raciti, segretario regionale del PD, ieri si sono mossi anche i vertici nazionali del partuto con la vice di Renzi, Debora Serracchiani, che ha dichiarato: "Intercettazione o non intercettazione, dopo le parole di Manfredi Borsellino la situazione in Sicilia è insostenibile". Così il Presidente del Consiglio avrebbe chiesto la "testa" del governatore. "Quanto ha detto Manfredi, raccontando la solitudine e il calvario della sorella Lucia, le difficoltà, le ostilità e le offese subite solo per adempiere al suo dovere di assessore alla Sanità, quasi un corso e ricorso della vicenda del padre Paolo, mi hanno scosso", ha aggiunto la Serracchiani.

Crocetta, invece, ha sempre tentato di difendersi: "Se qualcuno mi chiede di espiare una colpa che non ho, lo farò — diceva sabato Crocetta — se qualcuno vuole che io insozzi la mia vita per quella colpa, lo farò. Se qualcuno vuole la mia vita per riparare a quella colpa che non ho, io la darò. Tutto accetterò tranne che morire come un pezzo di m..".

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