Carta docente, perché dopo i ricorsi vinti dai precari il bonus è ancora bloccato: cosa sta succedendo

C'è scetticismo tra i docenti sulla possibilità di ottenere davvero gli importi dovuti legati alla Carta docente, importi che in teoria avrebbero dovuto già ricevere dal 19 novembre, da quando la piattaforma ministeriale in teoria è di nuovo disponibile per coloro che hanno residui non spesi relativi all'anno scolastico 2024/2025 e per i beneficiari di sentenze a cui è stata data esecuzione.
Si tratta dei docenti precari a cui negli ultimi cinque o sei anni non è stato concesso il bonus da 500 euro per la formazione e l'aggiornamento degli insegnanti. Per i tribunali si tratta di una discriminazione, quantomeno per i docenti che abbiano svolto almeno 180 giorni di servizio a scuola: per ogni carta da 500 euro negata, il ministero è costretto a pagare dai 2000 ai 2500 euro per insegnante, e in più l'amministrazione è condannata al pagamento delle spese legali, circa 1000 euro per contenzioso. Considerando che i ricorsi sono decine di migliaia, si capisce bene come si stia parlando di una cifra monstre: secondo i calcoli della deputata Avs Elisabetta Piccolotti, le spese complessive sostenute dal ministero di Valditara per i contenziosi ammonterebbero circa a un miliardo.
Ricordiamo tra l'altro che una sentenza della scorsa estate emanata dalla Corte di Giustizia Ue ha stabilito che è discriminatorio escludere automaticamente i docenti con supplenze brevi e saltuarie dalla Carta docente. Dal pronunciamento non è ancora scaturito un adeguamento normativo, ma fino ad ora l'orientamento dei giudici è stato quello di riconoscere il bonus agli insegnanti ricorrenti con supplenze di almeno 180 giorni. "Questo perché in alcuni tribunali i contenziosi per la Carta del docente hanno raggiunto il 40% di tutte le cause depositate", ha spiegato a Fanpage.it l'avvocato Walter Miceli, che collabora con il sindacato della scuola Anief.
Perché la Carta docente non è stata ancora erogata ai precari che hanno vinto i ricorsi
Il problema è che i docenti vincitori di ricorso non hanno ancora avuto i risarcimenti. E non è detto che la situazione si sblocchi a breve. Secondo quanto risulta a Fanpage.it, ci sarebbero solo 4 o 5 funzionari del ministero dedicati all'espletamento di queste pratiche, che dovrebbero attivare concretamente la Carta elettronica agli aventi diritto: si stanno effettuando i controlli, questi funzionari devono seguire una tabella di marcia per l'esecuzione delle sentenze, ma si tratta di una mole immensa di provvedimenti giudiziari che si sono accumulati negli anni, se si considera per esempio che la platea di insegnanti precari attualmente è composta da circa 200mila persone, e si stima che abbia fatto ricorso più della metà di loro, e almeno il 70% di questi procedimenti è arrivato già a sentenza. Soltanto il sindacato Anief ha seguito direttamente circa 20mila ricorsi per la Carta docente.
Le sentenze tra l'altro continuano ad accumularsi, perché ogni sentenza sul singolo ricorso ha generato una sentenza Tar. "Se l'amministrazione non dà seguito alla sentenza, pagando il dovuto al ricorrente, l'unico strumento che rimane è l'azione di ottemperanza al Tar per la nomina di un commissario ad acta – ha spiegato a Fanpage.it l'avvocato Walter Miceli, che ha seguito i ricorsi per Anief – quindi l'amministrazione alla fine si trova al cospetto di due sentenze, la prima del tribunale del lavoro, la seconda del Tar". A quanto risulta, il criterio seguito al ministero è quello di dare la priorità all'esecuzione delle sentenze laddove c'è un commissariamento attivo, cioè dove il Tar ha nominato un commissario ad acta. "Scaduto il termine concesso dal tribunale amministrativo regionale per l'esecuzione coattiva, si insedia il commissario ad acta. A questo punto c'è un salto di qualità nell'azione giudiziaria, perché il commissario ad acta può trasmettere gli atti alla Procura della Repubblica e alla Procura regionale della Corte dei Conti, per l'eventuale configurazione di responsabilità sotto il profilo penale, per mancata esecuzione di un provvedimento dell'autorità giudiziaria e per un'eventuale responsabilità erariale individuale", ha spiegato l'avvocato. Ecco perché da Viale Trastevere si tende a dare la precedenza all'espletamento delle pratiche in cui è stato nominato un commissario ad acta. Le sentenze insomma saranno tutte eseguite, ma ci vorrà del tempo per renderle effettive.
Quando arriva il voucher ai docenti per l'anno scolastico 2025-26
Nel 2023 la Carta docente era stata per la prima volta estesa ai precari con contratto al 31 agosto, ma solo per l’anno scolastico 2023/24. Poi a giugno 2025, con il decreto Pnrr Scuola la Carta è stata estesa strutturalmente a questa categoria di supplenti, ma esclusivamente a quelli con incarico annuale, lasciando fuori i precari con contratto al 30 giugno. E da quest'anno la novità è che la Carta è stata finalmente allargata anche ai supplenti con contratto al 30 giugno. L'ultimo decreto Scuola però stabilisce che bisogna attendere un decreto interministeriale, che deve essere emanato entro il 30 gennaio di ogni anno, per definire esattamente i criteri e le modalità di assegnazione della carta, oltre che l'importo preciso di ogni singolo bonus, sulla base del numero degli aventi diritto. Prima di gennaio, insomma, non si potrà godere del beneficio: gli insegnanti di ruolo, i supplenti con contratto al 31 agosto e quelli con contratto al 30 giugno non potranno ricevere i soldi prima del 2026.
Il nodo viaggi: come si usa la Carta docente per i trasporti?
Con l'ultimo decreto Scuola sono cambiati anche i criteri di utilizzo della Carta, che da quest'anno può essere utilizzata per le spese di viaggio. Ma in che modo sarà possibile spendere effettivamente la Carta elettronica per l'acquisto di biglietti aerei o di treni? Bisognerà indicare anche le finalità del viaggio, dimostrando che sarà legato ad attività di aggiornamento professionale? Sarà il decreto interministeriale, emanato dai ministeri dell'Istruzione e dell'Economia, a stabilirlo.
Secondo l'avvocato Miceli la finalità di questa nuova norma è solo quella di aggiungere risorse per il welfare degli insegnanti: "Moltissimi docenti lavorano in città diverse dai luoghi in cui risiede la famiglia. A Natale e a Pasqua i costi dei biglietti schizzano alle stelle e sono insostenibili. Per questo si pensa a questa misura di welfare, per permettere a questi insegnanti fuorisede di tornare a casa", ha detto l'avvocato Miceli a Fanpage.it
Ma c'è un secondo problema. Visto che la platea sarà molto più ampia di quella dell'anno scorso, è inevitabile che le risorse a disposizione per ogni docente siano inferiori a 500 euro. A meno che il ministero non decida di aggiungere altri fondi sulla misura, oltre ai 400 milioni previsti. Su questo punto ci sono ancora interlocuzioni in corso tra ministero e sindacati della scuola, visto che nei mesi scorsi, come anticipato anche da Fanpage.it, Viale Trastevere stava valutando di stanziare altri soldi per la misura, ma non per aumentare il valore di ogni singola carta, bensì per destinare nuove risorse alle scuole affinché organizzino corsi di formazione, per potenziare insomma le finalità del voucher. Secondo le previsioni dei sindacati l'ammontare complessivo del singolo bonus potrebbe scendere del 15-20%, quindi la Carta potrebbe valere in tutto di circa 400-450 euro.
L'Anief ha avviato una petizione online per chiedere di non ridurre l'importo del voucher che dal 2015 viene erogato ai docenti, chiedendo al governo "di finanziare l'assegno di 500 euro senza riduzioni a partire dal 2026", per consentire agli insegnanti di continuare a usufruire come prima del bonus destinato alla formazione, all'aggiornamento professionale e all'acquisto di materiale didattico essenziale.