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Cancellieri: in carcere un detenuto su tre è in attesa di giudizio

Il Ministro della Giustizia ha presentato i dati sulla situazione carceraria italiana. I detenuti sono 64.564 rispetto ai 47.599 posti a disposizione.
A cura di Antonio Palma
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I carceri italiani sono estremamente affollati la conferma arriva dai dati diffusi oggi dal ministro Annamaria Cancellieri in audizione alla Camera in commissione Giustizia. I detenuti nelle carceri italiane infatti sono 64.564 un numero sicuramente più elevato rispetto ai 47.599 posti a disposizione. Secondo i dati presentati dal Ministro della Giustizia il reato per il quale è detenuto il maggior numero di persone in Italia è quello di produzione e spaccio di stupefacenti, a seguire quello di rapina mentre al terzo posto c'è quello di omicidio volontario. Dai dati presentati dalla Cancellieri emerge anche che dopo l'indulto del 2006 il numero di detenuti nelle carceri italiani è cresciuto, in media, di 7000 persone l'anno. In pratica prima dell'indulto del 2006 i detenuti presenti in carcere "erano 61.400, sono usciti dal carcere 26.000, da allora, e per i primi quattro anni successivi, il ritmo di crescita delle presenze è stato molto elevato, fino a giungere a un picco nel 2009 di oltre 69.000 detenuti". In sostanza come ha spiegato la stessa Cancellieri dopo soli quattro anni dall'indulto nelle carceri italiani erano presenti "trentamila detenuti in più di quelli presenti dopo l'applicazione dell'indulto".

I detenuti per associazione di stampo mafioso circa 1400 – Il Ministro comunque ha specificato che sui 64.564 detenuti presenti nelle carceri italiane, 24.744 sono in attesa di giudizio, "12.348 sono i detenuti ancora in attesa del primo grado, 6.355 aspettano la decisione di appello, 4.387 sono in attesa della decisione della Cassazione". Cancellieri ha anche specificato che  i detenuti per associazione di stampo mafioso sono 1424 aggiungendo che "si tratta  di un numero basso trattandosi di reato spesso associato a fattispecie di maggiore gravità come l'estorsione o l'omicidio".

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