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Caltagirone, Lovaglio e Milleri sono indagati per la scalata di Monte dei Paschi su Mediobanca

Le accuse sono di aggiotaggio e ostacolo alle autorità di vigilanza: Francesco Gaetano Caltagirone, Francesco Milleri e Luigi Lovaglio – leader rispettivamente del gruppo Caltagirone, Delfin e Mps – sarebbero indagati dalla procura di Milano per le operazioni con cui proprio Mps ha comprato la maggioranza delle azioni di Mediobanca.
A cura di Luca Pons
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Francesco Gaetano Caltagirone
Francesco Gaetano Caltagirone

Un'inchiesta della procura di Milano coinvolge il mondo dell'alta finanza italiana. Tra gli indagati ci sono Francesco Gaetano Caltagirone (imprenditore e tra gli uomini più ricchi d'Italia), Luigi Lovaglio (amministratore delegato di Monte dei Paschi di Siena) e Francesco Milleri, presidente di Delfin e di Luxottica. Le accuse sono di aggiotaggio e di ostacolo alle autorità di vigilanza. All'attenzione degli inquirenti è finita l'operazione con cui, nel corso di quest'anno, Mps ha acquisito la maggioranza di Mediobanca spendendo 13,5 miliardi di euro.

Secondo i pm, i tre avrebbero concordato l'Offerta pubblica di scambio, o Ops, con cui dall'inizio dell'anno fino a ottobre l'istituto di credito senese è riuscita a prendere il controllo di Mediobanca. Sono indagate anche due delle aziende che fanno riferimento alle figure in questione: il gruppo Caltagirone e la Delfin.

L'offerta di Mps era partita a gennaio, e inizialmente era stata rifiutata. La mossa si era inserita in un generale ‘risiko bancario‘ che aveva animato l'inizio dell'anno. Alla fine, dopo diverse operazioni, l'Ops di Monte dei Paschi era andata in porto.

I tre indagati – l'82enne Caltagirone, il 70enne Lovaglio e 65enne Milleri – hanno diversi collegamenti tra loro. Caltagirone controlla tramite il suo gruppo diverse aziende, ha partecipazioni in numerose società finanziarie ed è editore del Messaggero, il Mattino e il Gazzettino di Venezia. Lovaglio è stato un manager in Unicredit, mentre oggi è amministratore delegato di Mps. Milleri è un manager di alto profilo che gestisce la holding Delfin e il gigante Luxottica per conto della famiglia Del Vecchio.

I legami sono evidenti nel mondo della finanza. In Monte dei Paschi il principale azionista era il governo (tramite il ministero dell'Economia), che oggi controlla il 4,86%, mentre i primi due azionisti sono proprio Dalfin e il gruppo Caltagirone, che insieme hanno oltre un quarto delle azioni. Mps ha preso il controllo di Mediobanca, che a sua volta aveva invece presentato un'offerta per Banca Generali, controllata da Assicurazioni Generali: un'azienda centrale per la finanza italiana, in cui hanno un forte peso sia Mps, sia Del Vecchio, sia Caltagirone.

Fatto sta che, secondo i procuratori Luca Gaglio e Giovanni Polizzi di Milano, i tre si sarebbero messi d'accordo sull'offerta per Mediobanca da 13,5 miliardi di euro. L'intesa avrebbe portato prima ad acquistare delle quote di Monte dei Paschi dal ministero dell'Economia – che infatti non è più l'azionista principale – e poi, tramite Mps, a puntare su Mediobanca.

Il reato di aggiotaggio è quello che punisce chi "diffonde notizie false" o fa "operazioni simulate o altri artifici" per cambiare i prezzi sul mercato e incidere sulle operazioni finanziarie. Caltagirone non avrebbe fatto sapere che si era messo con Milleri per la scalata a Mediobanca, quando invece avrebbe dovuto.

La seconda accusa è di ostacolo alle autorità di vigilanza. L'accordo, infatti, sarebbe stato tenuto nascosto anche alla Consob, l'autorità che vigila sul mercato italiano, e alla Banca centrale europea, oltre che all'Ivass, autorità vigilante sulle assicurazioni (come detto, molto del risiko bancario caso gira attorno a Generali Assicurazioni).

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