“Cagna, donna da marciapiede”: la deputata di Avs Piccolotti pubblica gli insulti sessisti ricevuti online

"Cagna", "cosa inutile", "donna da marciapiede", "pazza isterica". Sono solo alcuni dei terribili insulti sessisti ricevuti sui social e pubblicati dalla deputata di Alleanza Verdi-Sinistra, Elisabetta Piccolotti. Una denuncia simile a quella della sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento, Matilde Siracusano, che in un video sui suoi profili aveva letto i commenti offensivi e a sfondo sessista sotto i suoi post, e a quella della sindaca di Genova, Silvia Salis, che aveva raccontato di essere insultata online in modi irripetibili solo in quanto donna.
"Ecco la prova che il patriarcato esiste", ha scritto Piccolotti sui social, pubblicando gli screenshot degli insulti ricevuti da diversi utenti, tutti identificati come uomini. "Una montagna da abbattere insieme anche con l'educazione sessuo-affettiva", ha detto, annunciando la sua partecipazione al corteo contro la violenza di genere promosso da Non Una di Meno, oggi a Roma.
Tra i commenti riportati dalla deputata si legge: "Cagna", "cosa inutile", "donna da marciapiede", "scema, pazza isterica invidiosa", "sei una bella donna e basta il resto nulla". Come spiega la stessa Piccolotti, si tratta di insulti ricevuti sui social solamente nelle ultime settimane. "A chi sostiene che il patriarcato non esista e che non serva un’educazione sessuo-affettiva nelle scuole – prosegue – voglio mostrare alcuni dei commenti sessisti che ho ricevuto. Li pubblico senza oscurare nomi o foto profilo, così come loro non hanno avuto alcun problema a postarli in uno spazio pubblico. Abbiamo fatto molti passi avanti ma davanti a noi c’è ancora una montagna di patriarcato da abbattere. La scalzeremo insieme, una accanto all’altra", conclude.
Non è la prima volta che figure femminili della politica italiana finiscono bersaglio di insulti sessisti e violenti, perlopiù diffusi a mezzo social. Ne aveva parlato gli scorsi giorni, la sottosegretaria per i Rapporti con il Parlamento, Matilde Siracusano, invitando le altre donne a denunciare: "Io ho le spalle larghe, ma ci sono ragazze che soffrono enormemente per questo schifo gratuito. Il mio consiglio è uno solo: denunciate". Così pure la sindaca di Genova, Silvia Salis, che ha sottolineato la necessità di introdurre l'educazione sessuoaffettiva nelle scuole, come primo passo per tentare di sradicare una cultura patriarcale e sessista che ancora oggi autorizza alcuni a chiamare una donna lavoratrice con l'appellativo di "pu***na", e non magari "incapace", solo ed esclusivamente in quanto donna.