Boschi: “La riforma renderà l’Italia un Paese efficiente, stabile e semplice”

Perché votare "sì" al referendum costituzionale che si terrà il prossimo 4 dicembre? A spiegare le motivazioni a sostegno del "sì" è il Ministro per le riforme costituzionali Maria Elena Boschi, autrice del testo che passerà al vaglio dei cittadini nonché della prefazione del libro "Perché sì. Le ragioni della riforma costituzionale", a cura di Massimo Rubechi, e pubblicata in anteprima dal sito del quotidiano L'Unità: "Il referendum è decisivo. Solo insieme potremo decidere, votando sì, di cambiare la nostra Costituzione. Certamente non la prima parte – quella in cui sono sanciti i principi fondamentali, i valori nei quali ci riconosciamo come popolo italiano – che resta immutata, ma la seconda, che riguarda l’organizzazione dello Stato", sottolinea Boschi, spiegando che la riforma è frutto delle istanze avanzate per molto tempo dai cittadini italiani, che più volte hanno chiesto venissero tagliati i costi della politica, il numero di poltrone e, di pari passo, che l'apparato statale divenisse più efficiente e meno farraginoso: "Per la prima volta, il Parlamento ha ascoltato e ha votato una riforma che riduce il numero dei parlamentari e i costi della politica e che trasforma profondamente le istituzioni".
Il ministro per le riforme costituzionali prosegue spiegando le motivazioni che hanno portato l'Esecutivo Renzi ad elaborare la proposta che sarebbe poi stata approvata dal parlamento dopo due anni di discussione: "È una riforma che garantirà meglio i nostri diritti e aumenterà gli spazi di partecipazione dei cittadini attraverso, ad esempio, l’abbassamento del quorum per i referendum abrogativi e l’introduzione di referendum propositivi e di indirizzo. Una riforma che rende più semplice e più chiaro il procedimento legislativo, superando il bicameralismo paritario. È una riforma che riduce il numero dei parlamentari portando da 315 a 100 il numero dei senatori, che riduce i costi della politica mettendo, tra l’altro, un tetto agli stipendi dei consiglieri regionali", si legge nel testo della prefazione a firma Boschi. "È una riforma che razionalizza la divisione di poteri tra Stato e Regioni, che supera la confusione della competenza concorrente, che semplifica il rapporto tra i diversi livelli di governo nel territorio. È una riforma che abolisce il Cnel e supera definitivamente le Province. In poche parole, è una riforma che rende l’Italia più stabile, più semplice e più efficiente".