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Bonus giovani e donne 2025: cosa sapere e quali sono le condizioni per ottenerlo

Dal decreto Coesione al tavolo tecnico tra Inps e Consulenti del lavoro, il bonus assunzioni per giovani under 35 e donne svantaggiate è attivo e operativo. Ma tra regole, limiti e vincoli serve fare chiarezza. Ecco come funziona davvero, cosa si può cumulare, quando si rischia la restituzione e quali sono le condizioni per ottenerlo.
A cura di Francesca Moriero
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Nel mondo degli incentivi all'assunzione, il bonus giovani e il bonus donne previsti dal decreto Coesione (DL 60/2024) rappresentano due misure cardine per sostenere l'ingresso nel lavoro stabile di soggetti fragili, in particolare giovani under 35 e donne con profili di svantaggio occupazionale. L'obiettivo, rafforzato anche dalla loro applicabilità nella nuova Zona economica speciale unica per il Mezzogiorno, è creare occupazione che duri. Ma come spesso accade con i bonus contributivi, a fare la differenza tra un'opportunità e un pasticcio burocratico è la comprensione delle regole. A fare chiarezza, almeno in parte, è arrivata la circolare 2/2025 della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, che raccoglie dieci risposte nate dal confronto tecnico con l'Inps, un vademecum che, sostanzialmente, svela non solo i requisiti per ottenere l'incentivo, ma anche le modalità di fruizione, gli errori da evitare e le situazioni in cui si può perdere il beneficio.

Quando si restituisce l'incentivo

La prima cosa da sapere riguarda il rischio di restituzione dell'esonero: se un'azienda ottiene il bonus ma si scopre che il lavoratore non aveva i requisiti, la restituzione può avvenire anche solo parzialmente. Ad esempio, per le assunzioni agevolate al 100% (come nel caso del bonus giovani), se emergono anomalie, la restituzione può essere richiesta al 50% dal primo mese utile per il conguaglio; questo vale anche per il bonus donne.

Casi particolari: apprendistato e settori esclusi

Tra le domande più frequenti figura anche il caso dell'apprendistato interrotto: se un giovane ha lasciato un contratto di apprendistato prima del termine, anche per dimissioni, è comunque possibile per un nuovo datore accedere all'esonero contributivo. Importante è che il contratto precedente non sia arrivato alla scadenza naturale con conferma in organico. E un altro punto essenziale: il bonus giovani si applica anche nel settore delle assicurazioni e del credito. A differenza di altri incentivi che escludono questi ambiti, qui non ci sono restrizioni per categoria economica.

Come si calcola l'importo e quali sono i limiti

L’incentivo poi va distribuito lungo l'intero arco temporale previsto dal decreto: cioè 24 mesi per il bonus giovani, 12 mesi per quello donne. L’importo massimo mensile è di 500 euro per le donne e 650 euro per i giovani, sempre nei limiti della contribuzione datoriale effettiva. Non è quindi possibile "accelerare" la fruizione del bonus consumando tutto in anticipo. Da segnalare anche l'impossibilità di cumulare questi esoneri con altri contributi regionali per l'occupazione, nel rispetto delle regole europee sul divieto di doppio finanziamento.

Tempistiche e compatibilità: attenzione alle scadenze

Per quanto riguarda la denuncia UniEMens, la circolare Inps n. 90/2025 fissa in giugno 2025 il primo mese utile per la comunicazione del bonus. Per chi non fosse pronto, è comunque possibile inserire anche le mensilità arretrate entro agosto 2025. Superato quel termine, si rischia la perdita dell’agevolazione per quelle mensilità. Importante anche la corretta indicazione della retribuzione in caso di part-time: la cifra da comunicare è quella effettiva, proporzionata al tempo di lavoro, non la retribuzione teorica a tempo pieno.

Portabilità e requisiti: che succede in caso di cambio datore

Non tutto è semplice quando il lavoratore cambia datore: il meccanismo di portabilità del bonus prevede che, per ora, non sia possibile per il secondo datore segnalare che il primo ha già fruito solo parzialmente dell’incentivo. La procedura Inps autorizza il beneficio su base teorica per l'intero periodo massimo, rendendo difficile l'eventuale subentro. Nel caso delle donne, invece, si conferma che il requisito di svantaggio (assenza di impiego retribuito negli ultimi 24 mesi) può essere valido anche per chi viene assunta per la prima volta. L'assenza di rapporti lavorativi o di redditi da lavoro regolare fa fede per l'accesso all'incentivo.

Infine, è possibile riconoscere il bonus anche in caso di riassunzione, sia da parte dello stesso datore che da parte di un altro, purché la lavoratrice sia nuovamente in possesso dei requisiti (disoccupazione da almeno 6 o 24 mesi o inserimento in settori con forte squilibrio di genere).

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