Bombardieri (Uil) a Fanpage: “A Draghi serve coraggio, bisogna tassare del 30% gli extra-profitti”

Sono ricominciati gli incontri con il governo, ma nei sindacati serpeggia ancora il malumore che ha portato allo sciopero generale a fine dicembre. Questa volta sul tavolo ci sono i temi legati prettamente all'emergenza economica causata dalla guerra in Ucraina. Il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, ha spiegato in un'intervista a Fanpage.it perché c'è grande insoddisfazione rispetto alle politiche del governo. Soprattutto per quanto riguarda il contrasto all'inflazione e al caro energia.
La scorsa settimana siete stati convocati dal presidente Draghi. Cosa vi siete detti e quali saranno i prossimi appuntamenti?
Draghi ci ha proposto di strutturare un confronto stabile con le parti sociali sui temi che saranno affrontati nelle prossime settimane e nei prossimi mesi dal governo. Parliamo dell'emergenza in Ucraina e della crisi economica che stiamo attraversando, che è causata dalla pandemia di Covid e – soprattutto – dalla guerra. Ovviamente abbiamo detto che siamo disponibili. Come sindacato non ci siamo mai sottratti al confronto, anzi. Dopo Pasqua ci sarà un nuovo incontro, ma ora bisogna cominciare a parlare nel merito.
Dall'inizio della sua esperienza di governo Draghi ha voluto un confronto frequente con i sindacati, ma è stato produttivo? Lo scorso anno è finito con uno sciopero generale che non si vedeva da tempo…
Sul metodo ci siamo, ma sui temi dell’emergenza il governo non ha risposto. L'inflazione e l'aumento dei costi dell'energia colpiscono in modo pesantissimo lavoratori, lavoratrici, pensionati e giovani. Non possiamo che dire che siamo insoddisfatti. Così come, pur comprendendo che ci troviamo in una situazione particolare con una guerra alle porte dell’Europa, c'è bisogno di risposte sui temi della riforma fiscale, della precarizzazione del lavoro e del welfare. Aspettiamo di capire cosa vuole fare il governo e quali proposte metterà sul tavolo.
Cos'è che vi preoccupa di più in questa fase?
Con un’inflazione al 7% i salari e le pensioni rimangono fermi e il potere d’acquisto è ovviamente minore. Questa è la prima emergenza. Tutto ciò si riflette sul Paese su più piani, non solo su quello sociale. Vorrei ricordare ai tanti economisti che ci spiegano come funziona la vita che, se non aumentano i consumi, le aziende che producono per il mercato interno vanno in crisi. Abbiamo presentato una serie di proposte al governo per intervenire sull’inflazione e sul costo dell’energia. Nessuna risposta.
Quindi il governo non ha fatto abbastanza? Cosa bisognerebbe fare?
No, non è abbastanza. Bisogna partire dal presupposto che le famiglie il caro energia lo pagano due volte: sia con l'aumento delle bollette che quando si danno fondi alle aziende aumentando il debito pubblico. Il governo dovrebbe mettere sotto controllo il costo dell’energia, colpire gli speculatori. Qui facciamo nomi e cognomi: molte aziende hanno stoccato il carburante un anno fa e lo hanno pagato al prezzo di un anno fa, ma oggi lo vendono al prezzo di mercato. E lo stesso ragionamento vale per l’Eni. Se ha un contratto di dieci anni e compra il gas a un prezzo basso rivendendolo al prezzo di mercato, è una speculazione o no? Bisognerebbe anche bloccare l’Iva. Il governo non si è nemmeno pronunciato su questi punti, a differenza di quanto succede in altri Paesi. Ci possono essere tante ipotesi, immediate e di prospettiva, ma va trovata una soluzione prima possibile.
Il governo ha deciso di tassare gli extra-profitti, una battaglia che lei portava avanti da un anno…
Tutti ci davano dei folli, invece l’extra-tassa è diventata un tema di discussione e non solo nel nostro Paese. Il governo però deve avere più coraggio. Applicarla al 10% e solo ad alcune aziende del settore energetico non basta. Bisogna arrivare al 30% e applicarla a tutte le aziende e multinazionali che hanno fatto grandi extra-profitti per la pandemia o per la guerra.
Il segretario della Cgil Landini, invece, ha proposto una patrimoniale. Che ne pensa?
Siamo contrari a una patrimoniale che colpisce chi ha denunciato i patrimoni. Partiamo invece da una battaglia all’evasione fiscale. Ci sono 110 miliardi di evasione fiscale e più di mille miliardi non riscossi. Cominciamo da qui.
C'è poi un'emergenza consolidata, che si chiama lavoro…
C'è il tema della precarietà, del lavoro per i giovani. I dati ci raccontano di milioni di contratti precari, la metà dei quali durano da un giorno a un mese. È inaccettabile e speriamo di avere risposte dal governo quanto prima. Poi ovviamente ci sono i temi delle pensioni e della riforma fiscale, che ci hanno portato allo sciopero generale.
Per ascoltare i giovani avete lanciato la piattaforma Terzo Millennio?
Pensiamo che il sindacato debba trasformarsi e riuscire ad ascoltare e parlare per fasce sociali, di popolazione e categorie che oggi non riescono ad avere voce. Terzo Millennio è uno strumento che si aggiunge al nostro metodo classico. Il sindacato oggi ha una responsabilità ancora più grande, visto che la politica sembra sempre più lontana dalla vita reale, che è quella di rappresentare la sofferenza che c’è nel Paese. Ovviamente non possiamo essere presenti ovunque, materialmente e personalmente, perciò Terzo Millennio diventa uno strumento di discussione, rappresentanza e ascolto.