Berlusconi: riforma fiscale entro la fine della legislatura

La riforma fiscale che ha in mente il governo dovrebbe realizzarsi entro 18 mesi, "cioè entro il termine naturale di questa legislatura". A dichiararlo è Silvio Berlusconi che oggi ha inviato un audiomessaggio ai promotori della libertà. Il Presidente del Consiglio ha sottolineato che la manovra che verrà approvata questa settimana e la successiva riforma tributaria non provocheranno buchi al bilancio "grazie alle ricognizioni che abbiamo compiuto con molto scrupolo nei mesi scorsi sui vari capitoli di spesa".
E sulla riforma ha le idee chiare: "Il Governo– ha affermato- chiederà al Parlamento la delega per la riforma fiscale prima della pausa estiva, in modo da rendere operativa questa riforma, che è voluta da tutti gli italiani, perché bisogna spazzare via quel ginepraio di leggi fiscali che si sono succedute in quarant'anni dal 1970 ad oggi e che sono diventate veramente incomprensibili e controproducenti". Oltre alla riforma del fisco, Berlusconi ha poi promesso anche la riforma della giustizia e quella dell'architettura costituzionale dello Stato, inviando anche un appello alle opposizioni affinché collaborino per il bene del Paese.
Nell'audiomessaggio il Presidente si è anche detto molto soddisfatto per gli avvenimenti di questa settimana che, a suo dire, avrebbero confermato il prestigio internazionale del Paese. Il riferimento è alle nomine di Mario Draghi alla presidenza della Banca Centrale Europea e di Lamberto Zanier al segretariato generale dell'Osce.
Per quanto riguarda il fronte interno, Berlusconi ha voluto sottolineare la grande compattezza della maggioranza di governo che, in settimana, si è dovuta cimentare col voto di fiducia sul decreto sviluppo e con la verifica parlamentare chiesta da Giorgio Napolitano. Due prove che per il Cavaliere non hanno fatto che confermare la compattezza dell'attuale esecutivo che dal 14 dicembre è cresciuto costantemente nei numeri e nella coesione:
Ricordo che il 14 dicembre, quando le opposizioni vecchie e nuove tentarono di rovesciare il governo legittimo con un colpo di Palazzo, i voti di fiducia che ci evitarono il ribaltone furono 314 contro i 311 delle opposizioni. Quindi da allora il nostro governo ha superato vittoriosamente ben 44 voti di fiducia ed ha guadagnato ad ogni votazione sempre più consensi. I voti di scarto questa volta sono risultati 24 e sono saliti dai 3 della votazione del 14 dicembre a 24 in quella di martedì scorso sul Decreto sviluppo. Direi che è l'ennesima conferma di quanto dico da tempo e cioè che la maggioranza, dopo che non comprende più Fini e i suoi, è una maggioranza politicamente meno numerosa nei numeri, ma è molto più forte e coesa, ed è finalmente in grado di approvare quelle riforme che per troppo tempo gli oppositori interni ci avevano impedito addirittura di presentare al Parlamento.